Anno 929 – Nevoso, giovedì 20, sera.
Mi domando quante altre volte dovrò ancora tornare in nel sotterraneo infernale di Castel Ravenloft, prima di trovare il modo di scappare da Barovia… Ormai mi è chiaro che, nonostante il notevole numero di non morti a disposizione per un negromante come me, devo lasciare questo luogo infernale prima che mi porti alla follia.
Nei sotterranei abbiamo incontrato Alissa, una ranger – noi su Laìtia diremmo cacciatrice – che aveva rintracciato l’origine del male che affliggeva Barovia: si trattava di un sortilegio del folle stregone Klak.
Non racconterò di tutti gli orrori che abbiamo dovuto affrontare negli oscuri meandri delle segrete di Castel Ravenloft, basti sapere che i non morti sono sempre in agguato in tali recessi, poiché è sufficiente parlare dell’abominio finale che ci attendeva nel laboratorio della cripta.
All’interno di una stanza ingombra di strumenti arcani e sconosciuti, abbiamo trovato lo stregone Klak, il più viscido ed infido dei coboldi che infestano la collina. Nel suo folle delirio Klak ha costruito una macchina. Un orrendo groviglio di cavi e tubi, con parti meccaniche e altre viventi, grondanti di sangue ed altri umori fetidi, che l’occhio umano non è in grado di abbracciare nella sua interezza talmente forte è il ribrezzo. Quest’oggetto, abbiamo scoperto a nostro malgrado, non solo è in grado di evocare tempeste di fulmini, ma anche di attirare a se ogni disgrazia immaginabile. Che si tratti di spettri, cedimenti del pavimento o trappole che appaiono dove prima non vi era sentore di pericolo, non riesco a togliermi l’idea che fosse tutto opera della macchina infernale di Klak.
Sebbene di per se Klak fosse solo un codardo che chiamava in continuazione i suoi servi per ricevere aiuto, tale è stata la moltitudine di mostri intervenuta in suo aiuto e tale l’influenza meschina della macchina che uno a uno siamo tutti stati catturati.
Ora mi trovo in cella con Kat e non so che fine abbia fatto Alissa. Klak mi ha lasciato tenere il mio diario così che io possa raccontare degli orrori che subiremo durante quella che si prospetta come una lunga prigionia.
Due guardie stanno aspettando per prendermi in consegna appena finirò di scrivere, non oso immaginare che progetti Klak abbia per me.
Volumnia
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Questo non è in realtà un episodio di gdr, ma il racconto del boardgame Castle Ravenloft.
Iho’s ti lascio qualche giorno e mi butti giù una serie impressionante di post su Ravenloft!!! Mannaggia…devo recuperare!!!
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Eh siamo andati avanti parecchio con il boardgame, nulla a che fare con Heroquest, o certi prodotti della FFG, ma indubbiamente è ingrigante. Poi per chi conosce certi oscuri tomi ormai fuori pubblicazione ricamarci sopra è una goduria.
Mi dispiace per coloro che lo giocano senza sapere cosa fosse veramente Ravenloft e Barovia.
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Hai ragione Ursha il Semipiano va “assaggiato” e conosciuto da molteplici punti di vista, altrimenti viene visto solo come un luogo in cui passare il minor tempo possibile, al massimo utile per per provare il brivido di un po’ di gothic horror!
Un’ambientazione mordi e fuggi, anche se quando ti capita di venir morso a Ravenloft poi non fuggi più! 😉
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Sì prende anche troppo a volte. La storia ha preso una piega che sto avendo difficoltà a rendere nel racconto evitando toni e descrizioni che sarebbero un po’ troppo “sopra le righe” per il livello che mi sono auto imposto nel blog.
E che stiamo facendo solo un boardgame, non so cosa sarebbe venuto fuori da un vero gdr (in realtà lo so vista la partita fantascientifica)
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Quindi penso che su suggerimento di No’Akei riprenderò il racconto dopo la riuscita della fuga, facendo solo un breve riassunto senza entrare nel dettaglio di cosa sia successo durante la prigionia.
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