“Salve onorati membri della società, ho sentito molto parlare di voi e del vostro operato, per cui desidero darvi una mano date le mie conoscenze, se pure povere di dati scentifici, della zona est di Cenziva. Mi chiamo Shilvan Lodriona e ho esplorato a fondo i vari luoghi della via verso Dapova, ora ve li elenchero e descriverò. Spero che il mio aiuto sia di vostro gradimento, e spero inoltre che ricorriate ancora al mio aiuto in caso di necessità.”
Il borgho di Lorama
Procedendo da Cenziva in direzione est/sudest all’altezza del fiume Sinate sorge il borgo di Lorama, paese di mugnaii e di locande atte ad ospitare i viaggiatori. La piccola chiesetta di Lorama ospita le reliquie di una beata, tale Mamma Sora, che si dice avrebbe fatto in passato del bene per gli orfanelli. A Lorama vi sono ancora molte fattorie e campi, e si coltiva il grano che viene poi macinato dai 3 mulini ad acqua presenti in riva al Sinate. I contadini del luogo sono dei poveri bifolchi, per carità molto esperti sul grano, ma per il resto ostentano una cultura ed un limguaggio a dir poco puerile. Nella regione si parla infatti uno strano dialetto che io fortunatamente conosco grazie alla mia povera nonnina. “Parlare con un contadino senza conoscre il dialetto locale è come seminare il grano su una pietra” Mi disse l’0ste Toni, proprietario di una delle due osterie presenti in paese. Questo tale Toni afferma inoltre che tale Mario, proprietario anchegli di un’osteria, gli ruba continuamente i clienti, sfruttando la avvenente bellezza della figlia. Ho parlato anche con Mario il quale dice che in realtà è Toni a rubargli i clienti tramite strane pozioni fornitegli da una fattucchiera che ammalierebbero la mente. Cose da pazzi. Di interessante vi è inoltre l’antico convento, ormai abbandonato, nel quale si dice sia sepolto l’antico tesoro di Santa Purga. I bifolchi non osano entrare nel convento, e nemmeno io ho voluto entrarvi, non perchè spaventato dalla maledizione di Santa Purga sui profanatori, ma per aver scorto una creatura aggirarsi nei dintorni delle rovine, oserei dire che si trattava di un biro-biro, ma non ne sono sicuro.

Il borgo di Norile e le torri di guardia
Procedendo da Lorama per la via verso Dapova dopo un paio di miglia si giunge a Norile, borgo assai più piccolo del precedente. Vi sono un paio di fattorie, un allevamento di cavalli, una fucina (atta per lo più alla produzione di ferri di cavallo e zappe che ad armi) e la dogana. Infatti Norile si trova al limite della contea di Cenziva, e i doganieri controllano chiunque passi, facendo pagare ovviamente un dazio. Ho parlato con il vecchio oste, Timoteo, il quale mi ha riferito di una faida tra due famiglie per il possesso di un campo, a dire dell’oste ormai infruttuoso, che va oramai avanti da 30 anni. Io ho visto questo campo, chiamato “la terra incolta”, e devo ammettere che ha un aspetto tetro e sinistro, è interamente coperto dai rovi e strani luccichii si scorgono all’interno delle spine. Non sono rimasto li un minuto di più. Passando dal fabbro ho chiesto se era in grado di aggiustare un pezzo di ferro della mia vecchia balestra, ma dopo avermi domandato cosa fosse una balestra ho desistito. Ma l’aspetto più inquietante di Norile sono le due imponenti torri di guardia. Sebbene siano in disuso da tempo il loro aspetto è ancora solido e oscuro. Nessuno vi entra da anni e numerosi corvi si aggirano intorno ad esse. Molti parlano di spiriti intravisti all’interno delle torri, ma nei miei due giorni di permanenza non ne ho notati. Sono però riuscito ad intrufolarmi in una delle due torri scoprendo la presenza di un sotterraneo. Non ho osato andare oltre per via del forte tanfo che usciva da quel buco oscuro.

“Questo è tutto signori, spero che le mie informazioni vi siano state utili, arrivederci a presto”
Shilvan Lodriona
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