Questa trattazione è volutamente sintetica e lacunosa, occorrerebbe un libro per trattare l’argomento nello specifico, e non avevo voglia di tediare il lettore con le date. Il mio interesse è, come al solito, solo fornire alcuni spunti che possano essere utili per il gioco da tavolo.
Nota: Convenzionalmente l’Alto medioevo va dalla caduta dell’impero romano a circa l’anno mille, mentre il basso medioevo arriva fino alla fine del 1300, con il ‘400 si entra nell’umanesimo. Al fine di questo discorso è opportuno distinguere i due periodi, che culturalmente presentano differenze sostanziali
Nell’alto medioevo le città non sono molto importanti e tendono a svuotarsi. La mancanza di un solido potere centrale porta la gente a fuggire verso le campagne dove si può trovare sostentamento e la protezione dei nobili.
Nel basso medioevo, il periodo che più si avvicina al mondo fantasy dei giochi e dei romanzi, invece, si assiste a un ripopolamento della città che è destinata a diventare centro culturale e politico rilevante. Tra città e campagne circa vi era un gap culturale notevole. Le campagne rimanevano arretrate e legate ad un’economia di sussistenza, mentre nelle città fioriva l’artigianato e il commercio, e nascevano botteghe che avrebbero creato artisti la cui fama sarebbe diventata immortale nei secoli. Nel corso di questi due secoli, soprattutto in Italia, la nuova nobiltà cittadina avrebbe usurpato il posto dei signori feudali dei castelli.
Inoltre, negli stati dove andavano affiorando le monarchie nazionali, il re tendeva a portare i nobili il più vicino possibile alla capitale per poterli controllare.
Capire l’influenza di questo gap culturale tra la città e i borghi culturali è importante per rendersi conto di come le dinamiche medioevali possano essere rese nel gioco.
Per capirlo è necessario tener conto che nel medioevo viaggiare era difficile. I viaggi venivano intrapresi solo dai pellegrini verso i luoghi di preghiera e da carovane di mercanti tra i principali centri produttivi europei. Le principali vie di commercio erano la via del sale, da nord a sud, che portava il sale estratto dalle miniere tedesche ai pesi del mediterraneo e la via della seta, da est a ovest, a traverso la quale giungevano, dopo svariati passaggi di mano, le rarissime e preziose merci dell’oriente. Vi era poi la via che dall’Italia attraversava l’Europa centrale, la Francia e la Spagna, per portare i pellegrini a Sant’Iago de Compostela.
Questo più o meno chiudeva l’elenco delle strade trafficate e relativamente sicure (cioè meno infestate di briganti della media).
Il contadino medioevale medio si muoveva dal paesino alla città principale per la fiera della lana, del grano, della canapa o simili e per il resto dell’anno non si muoveva. Se era un servo della gleba non poteva muoversi e basta. In ogni caso il grosso del tempo si doveva coltivare per poter mangiare e pagare le tasse, quindi ammesso che si potesse non c’era molto tempo per viaggiare.
Anche l’abitante della città non aveva molte esigenze di muoversi, se non era un mercante, un letterato, un artista o un diplomatico. In fondo in città si trovava aveva tutto ciò che serviva e gli altri luoghi erano mediamente peggiori della città.
Senza scambi di persone e comunicazioni efficienti tra i vari luoghi, era difficile il diffondersi delle idee, che rimanevano ferme nel luogo in cui si generavano per molto tempo, prima di essere diffuse.
Un altro fattore da tenere in considerazione è che per studiare e produrre cultura bisogna avere tempo libero e qualcuno che vi mantenga, cosa che non era possibile nei borghi rurali dove tutti dovevano lavorare dalla mattina alla sera nei campi e arrangiarsi per produrre i vestiti e gli attrezzi.
Nell’alto medioevo il monopolio della cultura era del clero, i monasteri copiavano e tramandavano i testi del passato, il copiavano e spesso aggiungevano modifiche o toglievano parti considerate non importanti o blasfeme. Lo scopo del monastero era conservare la cultura non diffonderla.
Il primo centro di cultura laica si manifesta nelle corti provenzali, dove nascono le composizioni e le saghe che cantano l’amor cortese, l’adulterio e il tradimento, questo è il periodo dei bardi e dei menestrelli. In questo periodo la cultura era appannaggio dei nobili, spesso i menestrelli erano figli illegittimi o cadetti, ma va ricordato Guillaime, che era invece un duca con molto tempo da perdere.
I contadini erano troppo impegnati a lavorare, per riempire la pancia dei nobili, per occuparsi di cultura. Con la repressione dell’eresia catara le corti vengono spazzate via.
Dopo questo evento, la cultura laica venne prodotta prima nel sud d’Italia, dove si era trasferita la corte germanica e poi nei principali comuni di Italia e Francia.
In questo caso la cultura era appannaggio dei borghesi e degli artisti, nelle piazze delle città si sarebbe declamata per i passanti la divina commedia per oltre un secolo. Come al solito i contadini non avevano tempo per erudirsi. Pressati dalla sopravvivenza quotidiana.
In base a quanto visto adesso, dovrebbe ora apparire chiaro il motivo del divario tra villaggi e città. Come già detto in precedenza nella parte 2, se si ritiene che un fattore di realismo intralcerebbe il gioco, ma si desidererebbe comunque presentarlo, è possibile introdurlo solo nelle aree rurali e far provenire i personaggi da aree cittadine, o vice versa. Vedere il contrasto tra due diverse visioni del mondo può essere molto divertente, se non lo si porta agli eccessi.
È bene ricordare che poiché si viaggiava poco, non solo vi erano abissi tra città e campagna, ma anche tra due diverse città come tra due diversi borghi.
Dopo la teoria, vediamo dunque cosa potremmo trovare in una città o un paesino tipo della nostra campagna realistica. L’elenco è solo approssimativo e indicativo, non ha la pretesa di essere completo
Città
Chierici, monaci e alti prelati
Mercanti facoltosi
Nobili
Artisti
Artigiani
Un mercato del bestiame con annesso macello direttamente sul posto
Un mercato agricolo (venivano solo i contadino dei prossimi dintorni)
Una fiera annuale della lana dopo la tosatura
Varie attività economiche, le più importanti:
il ciclo di lavorazione della lana dalla frollatura alla tintura dei tessuti
lavorazione di altri tessuti
lavorazione dei metalli
sartorie
barbieri (fungevano anche da medici e chirurghi)
uno massimo due armaioli (a meno che non foste a Milano o Tolosa o nel mezzo di una guerra civile)
una zecca per coniare monete, se è un capoluogo del governo
negozi che vendevano un po’ di tutto
il cordaio
taverne e osterie
Monastero (ricco stile benedettino) con annessi campi coltivati
Monaci (la gerarchia esula dalla dissertazione attuale)
Fittavoli (laici che lavorano la terra in affito)
Garzoni (laici che eseguono le mansioni vili per conto dei monaci)
Studiosi in visita
Qualche bardo occasionalmente di passaggio
Qualche bottega che vende ciò che non si è in grado di produrre da soli
Nel recinto del monastero (solitamente discretamente fortificato):
foresteria (grande sala comune per gli ospiti poco importanti)
casa del priore (contiene anche gli alloggi per gli ospiti importanti)
dormitorio dei monaci
chiesa naturalmente
biblioteca con annesso scriptorium.
Opificio dove venivano svolte le attività per cui il luogo era famoso: produzione di carta, intaglio del legno, miele ec
c…
Solitamente un monastero femminile era privo dello scriptorium (leggere troppo poteva mettere strane idee in testa alle donne e la copiatura era un privilegio dei loro colleghi maschi) e della foresteria (gli ospiti potevano attentare alla virtù delle monache). Le monache dedicavano il tempo libero dovuto alla mancanza di studio al ricamo e alla cucina.
Nel paesino annesso
Case povere però solitamente intonacate.
Alloggi per gli artigiani che lavorano alla fabbrica del priorato(solitamente opere di ampliamento e abbellimento della chiesa)
Locanda (la discrezione del locale è spesso vegliata dai monaci)
Bottega che vende il poco che non si produce in proprio
Castello e villaggio annesso
Nel castello
Nobili
Cavalieri
Bardi giocolieri e saltimbanchi
Servi ed eventuali schiavi
Cappella
Mastio (primo piano magazzino, secondo sala comune, terzo alloggi del signore e della famiglia)
Scuderie
Torri mura ecc…
Poco distante c’è Mulino e il frantoio del signore a chi tutti devono recarsi a pagamento.
Nel villaggio
Contadini e servi della gleba
Qualche artigiano povero, che solitamente dovrà anche coltivarsi i campi.
Fattucchiere / strega / vecchia comare o simile
Anziane comari sedute a chiacchierare fuori della porta
Una quindicina di luride Baracche e delle stalle
Non troverete locande a meno che non sia un noto punto per il cambio del cavalli.
Non ci sono negozi
Osteria e bordello per il divertimento dei soldati del signore.
La vigna è proprietà del nobile.
Mi piace:
Mi piace Caricamento...