Quest’oggi mi trovavo in facoltà per dover affrontare il tanto agognato esame orale di chimica, e, fino a questo punto, gli esami si sono tenuti nell’aula dove solitamente si svolge la lezione ordinaria, ma oggi no… Peccato che non abbia una piantina della facoltà altrimenti vi rendereste conto che fatica ho fatto a trovare quella nenedetta aula 6… Ma cominciamo dal principio: Dopo aver attraverrsato l’ingresso principale (ovvero dopo aver aperto la mitica porta di piombo, vi spiegherò un’altra volta il perchè si chiama così…) non avevo idea da che parte andare, a sinistra c’e la scalinata che conduce ai piani superiori (uffici dei prof) e al seminterrato (laboratori), dacanti a me il largo corridoio proseguiva verso le aule 1 e 7, gia conosciute e utilizzate, a destra invece notai un corridoietto, non lo avevo mai visto prima, c’era un cartello appeso all’angolo con una freccia verso destra disegnata sopra, con sotto scritto: Biblioteca, aula studio, aule 2 3 4 5 6. Ovviamente ho seguito l’indicazione (e chi non da retta ai cartelli?). Il corridoio era stretto e tappezzato di vetrinette contenenti libri e antichi artefatti farmaceutici. Mentre camminavo scorrevo le sritte sulle porte: Aula 2, aula 3, aula 4, SBONK!
Senza rendermene conto sono andato a sbattere su di una porta. Laboratori di ricerca, qui non ci sono aule, diceva un cartello appeso alla porta. "Ma come non ci sono aule?!"
Poi notai che a sinistra c’era una porta che dava verso l’esterno con scritto: aula studio, aule 5 6. La aprii e scesi una breve scala che dava sul più squallido giardinetto interno che io abbia mai visto: Un cortile rettangolare 15×10 completamente ricoperto di cemento, ad eccezione di una piccola aiuola al centro da cui si innalzava una palma, stranamente piuttosto alta. Era freddo, scuro e umido, e l’unica altra fonte di vita presente, oltre alla palma e alla cosa viscosa e verdastra che copriva un angolo del cortile erano solo dei batteri che chiedevano pietà. Dopo questo breve momento di orrore notai una scala che scendeva sotto il livello del cortile e dava su di una porta con la solita scritta: aula studio, aule 5 6. Vi entrai, tutto era avvolto da una strana penombra avvolgente, l’erchitettura era strana, dopo un paio di passi tutto mi sembrava gia surreale e disorientente, c’era un insinstente rumore sibilante, forse provieniente da una vicina sala caldaie. Trovai l’aula studio, ma non mi interessava granche, proseguii attraverso il corridoio, che non era altro che un dedalo di muri divisori messi apposta per confondere le idee. Dopo essere passato di fronte ad un bagno mi trovai davanti all’aula 6. Finalmente! Entrai. Non c’era nessuno, nonostante mancassero venti minuti all’inizio dell’esame. "Saranno nella vicina aula studio" pensai. Mentre mi apprestavo ad uscire, sentii uno stillicio proveniente dal soffitto, notai che era tappezzato da tubi di scarico, probabilmente c’era un laboratorio al piano superiore. Mentre mi allontanvo una mandria di persone comparva dal nulla: era una buona porzione dei miei compagni di corso. Mi chiesero dove fosse l’aula 6, e mentre ci avviavamo uno mi domandò: "Ma che razza di posto è questo?" e io gli risposi: "Forse e meglio non saperlo… Ora pensiamo a pregare per l’esame, e per la nostra vita!" 
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