Stani angoli colpiscono ancora

Dopo molto tempo e senza che nessuno ne sentisse il bisogno tornano le fonti di ispirazione per avventure werid,orrorifiche o vagamente ai limiti della realtà.

C’è qualcosa di profondamente storto se al confine fra una zona che ha vie dal nome di monti delle dolomiti, e una che ha vie che ricordano i fasti risorgimentali si trova una via il cui nome non centra nulla: Via Cappuccini.

Non è chiaro se vi si è più vicini provenendo dalla parte risorgimentale o da quella montuosa, quello che è chiaro è che dopo tre svolte che dovrebbero essere ad angolo retto si ritorna sulla prima strada. Il mio senso dell’orientamento sarà anche vago ma so contare e non è la prima volta che passo di li eppure come ogni altra volta mi sono perso.

Così dopo 10 minuti di inutili vagabondaggi in cui si avanzava solo per scoprire di essere tornati indietro, ci si allontanava dal percorso dell’autobus solo per ritrovarlo poco dopo e si domandava informazioni su una strada che neppure gli abitanti del luogo sanno se veramente esiste ho chiamato per farmi dare le indicazioni.

Sarà un caso ma per avvicinarsi bisognava prendere l’unica direzione in cui ci si allontanava e dopo una svolta per lo meno singolare finalmente ci si infilava in quella maledetta strada.

Arrivato in ufficio l’impiegata mi dice: “da queste parti perdersi è normale, le strade formano angoli strani” Non è che la cosa mi abbia in alcun modo consolato.

Ciò mi ricorda un racconto di un matematico che ha una brutta esperienza con Keziah Mason e con dei topastri. Ora in ufficio per fortuna non ci sono ratti, però io a casa ho un intero esercito di Skaven e ad essere onesti non l’ho preso io ma  è stato lui a trovare me per una serie di circostanze per lo meno singolari… e sicuramente gli Skaven sono molto (troppo) adatti per un ingegnere.

Strade di cthulhu

Ritorna dopo molto tempo la sezione del werid tales contemporaneo. Non molto werid, ma con veramente poca fantasia si può ottenerci una trama per avventure quadri dimesionali con strane geometrie

Un giorno ho lavorato 8 ore a rendiconti di chiusa periodo di esercizio, poi mi sono recato alla funicolare di Biella, edificio grande in piazza. Ci ero già stato e sono rimasto sbalordito quando mi sono trovato davanti alle vecchi doppie porte chiuse. Le scale che davano al locale semiinterrato erano sbarrare le porte sbarrate con grate di lamiera, mi guardo a destra: nulla, vado quindi a sinistra, poi gior nella viuzza e… ok ricordavo male, la fnicolare è il piccolo edificio giallo dietro a quello grande, c’è anche la scritta enorme che dall’altro lato non so come non avevo notato… pazienza, saliamo al piazzo.

Li c’è una cappellina medioevale di quelle antiche e fumose con 4 finestrelle sul soffitto della dimensione di forse 50×100 l’immancabile dipinto e le finte architetture ormai sbiaditi.

Pareva piovigginasse e siccome io per essere l’autore di un blog di gdr sono molto devoto mi sono fermato a pregare e in qualche modo non ancora chiaro ho macchiato i pantaloni di fuliggine.

Dopo li piazzo, luogo in di Bella, sono andato al bottalino, a quanto sembra, in Piemonte ogni scusa per mettere una botte, una damigiana o un torchio su una piazzetta o rotatoria è buona.

Li mi hanno detto alla seconda di girare a sinistra prima della macelleria… mi sorge il dubbio che abbiano sposato la macelleria apposta e non fossero le indicazioni ad essere sbagliate o io a ricordarle male.

Più a vanti al negozietto si gira a destra, la via dovrebbe essere dritta invece a me pare estremamente curva e contorta, ancora non riesco a capire come possa essere una scorciatoia verso casa.

Lasciate giù le cose di lavoro decido di tornare la negozietto

Esco dalla casa e giro a destra, proseguo per 200 metri e poi mi rendo conto che qualcosa non va… il campetto da calcio che prima era quasi invisibile è ora in bella vista e gli uomini con tutta l’attrezzatura si sono spostati dall’altro lato a lavorare, in più il parcheggio è dal lato sbagliato… o forse semplicemente dovevo girare a sinistra.

Una cosa è chiara, lavorare ad algoritmi in excel tutto il giorno fa male.

Porte verso luoghi maledetti

L’ispirazione questa volta viene da molto vicino:

In una stazione c’è una porta a vetri che da su una stanzina buia, con una sola finestrella aperta in alto. Tutte le le altre finestre hanno le veneziane oscurate e perciò non si sa cosa vi sia dentro.

È chiusa e transennata da una striscia bianca e rossa e sopra vi sono due cartelli con scritto di stare distanti perché la porta è pericolosa.

Sopra la porta vi è una targhetta per numero civico, che fatalità riporta il numero 13.

 

Il vecchio che osservava i treni.

Ricomincai la serie di fonti di ispirazioni per avventure fantasy-horror contemporanee iniziata dal buon Rusty.

Il vecchio mi è stato indicato da altri due ragazzi a una stazione di paese, solitamente io non guardo fuori dal finestrino.

 
Sta li posato alla sua bici nera. A qualunque ora del pomeriggio dicono i ragazzi, sempre con la stessa camicia a fiori.
Loro inizialmente pensavano che aspettasse una figlia, o una nipotina, o una persona che doveva arrivare in treno, ma allora perché è sempre li, a qualunque ora di due giovani prendano il treno per tornare?
Che per caso aspetti proprio loro, che non sia solo un innocuo vecchietto, ma qualcuno che Sappia? Qualcuno che ha mostruosamente intuito gli orrori dei miti che aspettano dietro l’angolo della realtà?
Perché quando guardi il vecchio dal treno sembra incredibile ma lui volta la testa e sembra che stia guardando proprio te…
Personalmente penso che tornerò alla mia sana abitudine di non guardare fuori il paesaggio, è più salutare così a scanso di equivoci. Che siano gli altri a scoprire se il vecchio è ligio al suo appuntamento con ogni treno di passaggio o si tratti solo di una coincidenza e delle chiacchiere di due che si facevano di qualcosa di strano.

Il dipartimento di scienze farmaceutiche: Anticamera di una chimica oscura?

Quest’oggi mi trovavo in facoltà per dover affrontare il tanto agognato esame orale di chimica, e, fino a questo punto, gli esami si sono tenuti nell’aula dove solitamente si svolge la lezione ordinaria, ma oggi no… Peccato che non abbia una piantina della facoltà altrimenti vi rendereste conto che fatica ho fatto a trovare quella nenedetta aula 6… Ma cominciamo dal principio: Dopo aver attraverrsato l’ingresso principale (ovvero dopo aver aperto la mitica porta di piombo, vi spiegherò un’altra volta il perchè si chiama così…) non avevo idea da che parte andare, a sinistra c’e la scalinata che conduce ai piani superiori (uffici dei prof) e al seminterrato (laboratori), dacanti a me il largo corridoio proseguiva verso le aule 1 e 7, gia conosciute e utilizzate, a destra invece notai un corridoietto, non lo avevo mai visto prima, c’era un cartello appeso all’angolo con una freccia verso destra disegnata sopra, con sotto scritto: Biblioteca, aula studio, aule 2 3 4 5 6. Ovviamente ho seguito l’indicazione (e chi non da retta ai cartelli?). Il corridoio era stretto e tappezzato di vetrinette contenenti libri e antichi artefatti farmaceutici. Mentre camminavo scorrevo le sritte sulle porte: Aula 2, aula 3, aula 4, SBONK! Senza rendermene conto sono andato a sbattere su di una porta. Laboratori di ricerca, qui non ci sono aule, diceva un cartello appeso alla porta. "Ma come non ci sono aule?!" Poi notai che a sinistra c’era una porta che dava verso l’esterno con scritto: aula studio, aule 5 6. La aprii e scesi una breve scala che dava sul più squallido giardinetto interno che io abbia mai visto: Un cortile rettangolare 15×10 completamente ricoperto di cemento, ad eccezione di una piccola aiuola al centro da cui si innalzava una palma, stranamente piuttosto alta. Era freddo, scuro e umido, e l’unica altra fonte di vita presente, oltre alla palma e alla cosa viscosa e verdastra che copriva un angolo del cortile erano solo dei batteri che chiedevano pietà. Dopo questo breve momento di orrore notai una scala che scendeva sotto il livello del cortile e dava su di una porta con la solita scritta: aula studio, aule 5 6. Vi entrai, tutto era avvolto da una strana penombra avvolgente, l’erchitettura era strana, dopo un paio di passi tutto mi sembrava gia surreale e disorientente, c’era un insinstente rumore sibilante, forse provieniente da una vicina sala caldaie. Trovai l’aula studio, ma non mi interessava granche, proseguii attraverso il corridoio, che non era altro che un dedalo di muri divisori messi apposta per confondere le idee. Dopo essere passato di fronte ad un bagno mi trovai davanti all’aula 6. Finalmente! Entrai. Non c’era nessuno, nonostante mancassero venti minuti all’inizio dell’esame. "Saranno nella vicina aula studio" pensai. Mentre mi apprestavo ad uscire, sentii uno stillicio proveniente dal soffitto, notai che era tappezzato da tubi di scarico, probabilmente c’era un laboratorio al piano superiore. Mentre mi allontanvo una mandria di persone comparva dal nulla: era una buona porzione dei miei compagni di corso. Mi chiesero dove fosse l’aula 6, e mentre ci avviavamo uno mi domandò: "Ma che razza di posto è questo?" e io gli risposi: "Forse e meglio non saperlo… Ora pensiamo a pregare per l’esame, e per la nostra vita!"

Amazin Histories è stato presentato da: COMPAGNIA SPETTACOLI PIROTECNICI RUSTY, perchè il BOOOM è più bello se c’e anche il colore! per info contattare Rusty, assicurata massima professionalità , prezzi contenuti , gnocche , alcol , disco music , e tutto ciò che serve per lo spaparanzo , il sollazzo , e lo spasso nell’arco di una sola serata!

De Cthulhu Ingenia

11:59 – violet ligth room – unspecified location

[Voce meccanica]: connection established … bip…

[Voce meccanica]: zzz….

[Voce meccanica]:now loading … ptz… stz… prr… friii…

[Voce meccanica]:paste it

[Voce meccanica]:move it

[Voce meccanica]:drag it

[Voce meccanica]:copy it

[Voce meccanica]:cut it

[Voce meccanica]: Cthulhu

[Voce meccanica]: Teconologic

[Voce meccanica]: Teconologic

[Voce meccanica]: Teconologic …

[System monitor advisor]:… system loop detected the user will be termiated…

 

Amazing Histories: La casa dei quadri fantasma

Sono venuto a conoscenza di questa storiella quasi per caso, e siccome la fonte è una sola non sono sicuro che le cose siano andate esattamente come narrato…

La storia è venuta fuori quando io e la mia compa stavamo facendo un giretto nel paese di una mia amica, finche non siamo capitati davanti ad una casa, dall’aspetto antico, in via di ristrutturazione. Ciò che mi ha colpito di più sono state le altissime colonne, che andavano dal terreno fino al margine del tetto, avevano una forma strana, salivano, infatti a mo di cavatappi ed erano ornate di strane incisioni. La mia amica a quel punto si è messa ha raccontare che in quella casa erano conservati un mucchio di dipinti antichi, comprati dal primo proprietario della casa. Molti proprietari si sono succeduti, e l’ultimo sembra che sia impazzito stando li dentro. Raccontava di aver visto i quadri animarsi per perseguitarlo in ogni momento del giorno e della notte. La casa è rimasta disabitata per molto tempo, sebbene alcuni affermino di aver visto dei bagliori all’interno, e l’unica cosa che c’era dentro erano i quadri…

Via Ognissanti

"Rusty si avvia porcgeggiando a prendere il dannato treno che lo porterà alla dannata università di Padova". Questo è il momento in cui i lettori più sensibili cacciano un urlo di terrrore. – Jhonny

Orbene, a Luglio ero andato dal mio professore per un ricevimento al suo ufficio in via Ognissanti – cominciamo già bene.

La sede staccata della facoltà di ingegneria che sta li è proprio attaccata alla chiesa di Ognissanti, una di quelle vecchie cappelline nel cui cortile nel medioevo sicuramente si seppellivano i morti (per chi ci ha giocato, non è tanto diversa dalla cappella del cimitero dei pellegrini.)

L’architetto, che ha costruito quel cadente edificio con porte anni venti, doveva aver letto qualche libro sugli dei oscuri visto la bizzarria delle forme dei corridoi e delle scale, pareva proprio che l’università si fosse rattrappita su se stessa, come un uomo gemente che stringa e braccia (ok forse sto esagerando XD) però se l’università non è stata progettata da una mente illuminata nella sapienza di Yog Solth poco ci manca).

Pioi c’era quel fastidioso pavimento grigio puntinato di nero fate voi.

Ebbene salgo la scala seguo le indicazioni e sbatto contro un muro tirato su di freso e ancora senza intonaco.

“Che vi abbiano murato dentro una razza servitrice?”

“Benone e adesso come trovo il prof?”

Prendi l’altro corridoio sali le scale, fai un altro corridoio scendi le scale e… momento di panico e spaesamento… sono di nuovo in atrio, ho fatto un giro completo, ma io ero sempre andato dritto!

In effetti le scale erano così contorte che quando ho trovato la mappa di evacuazione mi sono accorto che i due corridoi che avevo fatto andavano in senso opposto

La prossima settimana Cthulhu University colpisce ancora: the Lord of Flyes.

 

Amazing Histories: La notte della prima neve: Epilogo

"Accidenti! ci mancava solo la nebbia!" Rusty era appena partito da casa sua a bordo della fiammante (ovvero che rischiava di prendere fuoco) ford fiesta dello zio R. (non dello zio P.), diretto verso il paese. Il freddo intenso aveva favorito il gelare della neve caduta, e sulla strada di campagna si intravedevano delle lastre di ghiaccio. Rusty guidava prudentemente, pur con il solito nervosismo che condraddistingue chi guida un cesso di macchina. Improvvisamente un’ombra saettante di fronte alla macchina fece sobbalzare Rusty, che prontamente pigio il freno. La macchina slittò e si fermò cinque metri più avanti, Rusty scese porcheggiando e bestemmiando, ma guerdando intorno a se non vide altro che: neve, nebbia e freddo. "Forse me lo sono sognato" pensò Rusty, che rimontò in auto e riprese la strada.

In paese le strade erano pulite, ma la vicinanza al fiume favoriva la presenza di un denso banco di nebbia. Rusty parcheggiò nel piazzale della chiesa, e si incamminò verso il vicino bar sport per la tradizionale partita a biliardino del lunedì sera. A rusty sarebbe piaciuto un rally nella neve, ma purtroppo l’amico con la Punto Abarth non c’era.

Nel ripercorrere la strada in mezzo ai campi che aveva fatto prima, Rusty vide qualcosa in mezzo ella strada, nel frenare per evitarla sbandò e finì in mezzo al campo. Quando Rusty scese per vedere di cosa si trattava rimase sconcertato: era il cadavere semisbranato di una capra. Rusty ricordava di averne vista una simile nella vicina fattoria di Mario. Rusty, sconvolto dalla fifa e dalla paura, per via delle leggende sentite dalla bocca della nonna, rimontò velocemente in macchina. Rusty era tremendamente nervoso, e per quanto pigiasse l’acceleratore non si smuoveva da quella situazione. Velocemente scese, infilò un vecchio pezzo di cartone che c’era in macchina sotto una ruota e si fiondò all’interno del veicolo, che stavoltà partì. Rusty si sentiva più sollevato, ormai era vicino a casa, si sentiva al sicuro, ma sentiva uno strano rumore. "Mi sa che ho tirato troppo questo catorcio" pensò, ma il rumore non sembrava provenire dal motore, bensì dal sedile posteriore, Rusty si voltò e vide, con sua immensa paura, che sul sedile era seduto un cane ringhiante, aveva il pelo chiaro a macchie nere, ma la cosa che più impressionava erano i denti, una fila di denti macchiati di sangue e colanti di viscida bava. Mentre il cane gli saltava addosso, Rusty cacciò un urlo di terrore, l’ultimo della sua vita.

 

 

 

BEEP! BEEP! BEEP! BEEP!

"Dannata sveglia!"

Rusty si alzò di scatto dal letto, sudato, tremante, ma VIVO.

Amazing Histories: La notte della prima neve

La seguente storia ha il risvolto popolare del mio paese, e solo pochi, ovvero i più vecchi, la conoscono. Aspettavo proprio la prima nevicata per raccontarvela…

Si racconta che, nella notte che segue la prima nevicata dell’anno, nei campi rischiarati dal candore della neve, si aggiri un segugio, un cane. Questa bestia, di una razza canina non ben definita, con qualcuno che dice che assomigli ad un lupo, vaga nei campi immacolati alla ricerca di viandanti o capi di bestiame smarriti, di cui vengono prontamente ritrovati i resti il mattino seguente, avvolti dal bianco della neve e dal rosso del sangue. C’e chi dice di averlo visto, chi di avergli sparato, ma fatto sta che nessuno ha mai portato il suo cadavere nella piazza del paese. Anche oggi qualcuno, durante la notte della prima neve, non mette il naso fuori casa per paura del "Can dea neve".

Io stasera, per i miei motivi, devo andare in paese. Non che creda a queste cose, ma i vecchi dell’osteria sono saggi e vanno ascoltati…

Gli UFO dello zio P.

Prima di cominciare con il racconto una nota di servizio:

Nameccian, sei un cretino, su queste cose non si scherza, potrebbero essere vere!

Ok, e ora veniamo alla storia:

Nel corso del classico pranzo di ognisanti a base di poenta onta e osei, e nel quale vedi parenti che non vedi mai, che vengono solo per la poenta, mio zio (che per rispetto della privacy chiamerò zio P.), dopo aver sentito la storia della vecchia bacucca si è messo a raccontare un fatto strano di cui è stato partecipe (il racconto è in prima persona): "Quando ero ancora ragazzo (e chissà quanti anni fa’…) andai, con due miei amici in campeggio, in sardegna per la precisione (omesso paese per manza di memoria di Rusty), una sera eravamo seduti vicino alla nostra tenda, in riva al mare (molti piazzano la tenda vicino al mare…), e improvvisamente abbiamo visto un bagliore sotto l’acqua. Incuriositi, abbiamo aguzzato lo sguardo e abbiamo scorto un disco luminescente uscire dall’acqua e sfrecciare a tutta velocità sopra le nostre teste. E eravamo sobri! O comunque avevamo bevuto poco… Il mattino dopo siamo andati a denunciare il fatto alla gendarmeria locale, e devo ammettere che il gendarme è stato molto gentile con noi, sopretutto per il fatto che le nostre versioni erano concordanti. Dopo aver passato sette ore rinchiusi in una stanza (), il gendarme ci ha comunicato che eravamo liberi di andare. Comunque io agli UFO ci credo, perchè li ho visti…"

Ecco fatto! Vi lascio giudicare a voi, e vi lascio con un "arrivederci al prossimo racconto"!

P.S. perchè pubblico certe cose…