Il clero – prima parte

Era un pezzo che non continuavo con la presentazione di descrizioni per personaggi non gicanti "pittoresci".

Sacerdoti

Essere un religioso, nel medioevo, significava aver risolto tutti i propri problemi di sopravvivenza. Vitto, alloggio e una certa dose di protezione, dovuta al proprio status, erano i vantaggi della carriera ecclesiastica, per chi aveva la fortuna di intraprenderla. I sacerdoti erano abbastanza temuti, perché incorrere nell’ira del parroco poteva significare automaticamente incorrere nell’ira di Dio, oltre ad essere additati da tutto il villaggio come un paria.

Prete di campagna
Aspetto: magro e stempiato, capelli grigi, volto rugoso dall’espressione arcigna, naso aquilino, tende spesso a congiungere le mani picchiettando le punte delle dita.
Abbigliamento: una tunica di canapa lacera e rattoppata in più punti, di un colore che una volta doveva essere stato nero.
Carattere: stizzoso ed acido, vagamente frustrato.

Prete di città
Aspetto: grasso e florido, ha il naso rosso e gli occhi pieni di Venuzze tipici dei bevitori incalliti, veste una tunica nera e ha una folta massa di capelli grigi.
Abbigiamento: Tunica di lino nero, cappello a falda larga, colletto inamidato bianco.
Carattere: generalmente bonario, ma con alcune occasionali punte di prepotenza.

Briganti – Mercenari – Armigeri.

Briganti
Nel medioevo si diventava banditi quasi sempre per fame. Uno dei reati più gravi era, il bracconaggio, ovvero la caccia nei territori demaniali, che era consentita solo ai nobili. Ai contadini poteva essere concesso di cacciare solo la piccola selvaggina, e solo previo pagamento di appositi balzelli.

Vi erano poi i soldati, a quel tempo non erano pagati con costanza, e durante le campagne militari dovevano arrangiarsi alla meno peggio per procurarsi viveri con razzie e saccheggi. I soldati della parte che perdeva rimaneva senza un soldo, e no rimaneva che darsi al brigantaggio.

Se il raccolto andava male i contadini liberi non riuscivano a pagare le tasse e potevano vedersi confiscate tutte le terre e ridotti allo stato di servi della gleba. L’unica alternativa ad una fine così miserevole era tentare la fuga. Se  non si riusciva a trovare una prospettiva in una città, l’unica alternativa rimasta era il brigantaggio.

Naturalmente nei piccoli villaggi  spesso chiunque venisse scoperto a compiere furti diveniva un paria, con cui nessuno voleva più avere nulla a che fare, e perciò costretto ad andarsene.

Questi erano solo alcuni dei motivi per cui si diveniva briganti. Il brigante è quasi sempre marchiato da qualche segno dovuto ad una condanna precedente, sia una cicatrice lasciata dai ferri roventi, l’intontimento dovuto a qualche sasso, scagliato finché era sulla gogna, la mancanza di labbra o dita a causa di un furto o di una lite.
La vita di un brigante è violenta, breve e spesso finisce con la morte di fame o di freddo durante l’inverno o sul capestro, quando si viene accoltellati prima dai propri compagni per un paio di stivali usati.

Otto, bracconiere
Aspetto: il viso è deturpato perché gli è stato tagliato il naso, gli occhi sono strabici, il corpo è emaciato per la denutrizione.
Abbigliamento: veste un miscuglio di stracci puzzolenti e pelli non conciate annodate alla bene e meglio. Porta un arco e un fascio di frecce legate fra di loro.
Carattere: schivo, furtivo e diffidente, non è automaticamente ostile con le persone, ma teme che lo denuncino alle autorità se lo vedono.

Girolamo, brigante di strada
Aspetto: alto e muscoloso comincia a soffrire per la carenza di cibo, denti storti, occhi strabici
Abbigliamento: l’ultima rapina ha fruttato bene e ora indossa un giacco di cuoio, un paio di brache troppo corte per lui e degli stivali in cuoio. È sporco di fango e foglie morte. Ha con se una mannaia e un coltellaccio.
Carattere: una pietra l’ha colpito al capo mentre era alla gogna rendendolo un po’ tocco, non ci penserà comunque due volte a scippare chiunque abbia la sciocca idea di viaggiare da solo per il bosco.

Anselmo, disertore
Aspetto: magro e smilzo, capelli tagliato corti, viso deturpato da vari tagli, gli manca un orecchio e gli occhi sono iniettati di sangue per il troppo bere. Ha le mani callose e il corpo coperto di pustole disgustose.
Abbigliamento: una vecchia divisa sbrindellata, cotta di maglia, picca e stivali lisi e consumati.
Carattere: feroce e brutale.

Mercenari
I cavalieri sono pochi mente l’arruolamento coatto dei contadini fornisce truppe scadenti e toglie braccia produttive impoverendo il territorio di un nobile. La soluzione, quando servono tanti soldati, è quella di arruolare dei militari di professione che vagano alla ricerca di ingaggio per il tempo necessario.
I mercenari sono spesso individui prezzolati e violenti, ponti a qualsiasi cosa per il denaro. La loro vita non vale molto ed è breve, quindi è meglio godersela finché dura. Sono estremamente bravi nel fare le uniche due cose che li tengono in vita: combattere e scappare. Se riescono a vivere abbastanza a lungo, da diventare comandanti di almeno una decina di uomini, possono sperare di riuscire a mandare gli altri a morire per loro.

Renè Aranud, soldato di ventura
Aspetto: capelli rossi acconciati a treccioline, ognuna terminate on due anelli di ferro, baffi lunghi adorni anch’essi con anelli di ferro e anelli alle orecchie. Volto abbronzato segnato da rughe e cicatrici.
Abbigliamento: cotta di maglia, elmo, varie parti di armatura, saccheggiate da vari campi di battaglia. È armato con spadone, vai pugnali, lancia, ascia e balestra. (Se usate la polvere da sparo coppia di pistole da cavalleria con palle da due pollici).
Carattere: spaccone, irascibile, provocatore.

Armigeri
Gli armigeri sono ex contadini o abitanti della città, che vengono addestrati nell’uso delle armi. Nel l’alto  medioevo sono rari, mentre sono più diffusi nel basso medioevo, soprattutto nelle città. Rispetto ai mercenari, hanno il difetto di dover essere pagati anche in tempo di pace, ma sono molto più fedeli e affidabili delle truppe al soldo. Normalmente, gli armigeri vengono utilizzati soprattuto per compiti di pattuglia e per la difesa di città e castelli, mentre i mercenari vengono assodati quasi esclusivamente per attaccare e depredare.

Girolamo da Rupescissa, capitano delle guardie.
Aspetto: Capelli castani corti e barba. Naso rotto e mano sinistra priva di due dita.
Abbigliamento: uniforme della guardia cittadina in due colori e con l’emblema della città dipinta nel mezzo, cotta di maglia, spada lancia e scudo, una sacca piena di dardi per balestra.
Carattere: burbero e puntiglioso.

Artigiani – Mercanti – Artisti.

Artigiani
Nei villaggi rurali le persone dovevano essere completamente autosufficienti, i contadini sapevano come ripararsi gli attrezzi, costruire rudimentali gabelli, fabbricarsi stoviglie in legno e le donne erano in grado di cucire, ricamare, fare il pane ecc… Nessuno poteva esimersi dal lavoro dei campi, che era l’unico modo per avere cibo per la famiglia e pagare le tasse per il signore.
L’artigiano inteso come persona che vive dei prodotti che il suo ingegno gli permette di creare è una figura presente sopratutto nel basso medioevo e comunque solo nelle città, dove si sentiva l’esigenza del baratto e circolava più facilmente un po’ di moneta. In città quindi l’artigiano, a differenza che in un villaggio rurale, poteva vivere creando oggetti che altri non erano in grado di fabbricarsi e di cui si avvertiva la necessità.
Un contadino poteva anche mangiare su uno sgabello sbilenco, ma non un notaio indaffarato.

Esempi di png

Adele sarta: capelli castani striati di grigio, viso sorridente, corpo magro
Indossa: veste di lana grezza, una collana, grembiule, fascia per la vita con appese le chiavi di casa e varie forbici.
Carattere: vanesio e capriccioso.

Alfredo, falegname: capelli grigi lunghi fino alla spalla, volto rugoso e sorridente, occhi profondi e pensierosi. Mani grandi e callosi, leggermente curvo in avanti e con l’andatura dinoccolata.
Indossa: camicia grigiastra sporca di colla, grembiule di cuoio, un paio di braghe marrone, degli stivali con i risvolti pieni di segatura.

Armando, gioielliere: capelli castani, volto corrucciato, occhi scuri e penetranti, leggermente pingue, ma con le dita sottili.
Indossa: mantellina blu, casacca color porpora, calzamaglia blu e gialla, una cintura con un borsello, in testa ha un basco inamidato con una piuma di pavone.

Mercanti
Nel medioevo c’era comunque l’esigenza di far viaggiare alcune merci fondamentali persino per l’economia di sussistenza dell’alto medioevo come lana, lino, canapa, seta, sale e spezie.
La lana, canapa e il lino erano fondamentali per il vestiario, mentre il sale serviva per conservare la carne dei bovini e suini, che veniva macellata nei mesi invernali e poi doveva durare per un’anno. Spezie e seta erano beni di lusso molto ricercati dai pochi che potevano permetterseli.
Il Mercante si occupava appunto dello spostamento di grossi quantitativi (per l’epoca) di merci di valore. Era invece quasi assente il piccolo bottegaio. Gli artigiani vendevano direttamente i loro prodotti, mentre i contadini liberi venivano in giorno di mercato a portare in città i frutti del loro raccolto, quando era stagione, per cercare di ricavare qualche moneta. Nessuno sentiva il bisogno di un droghiere o un ferramenta.
Il tipico mercante era una persona molto influente che ostentava sia la sua famiglia sia la sua ricchezza.
I mercanti gareggiavano a chi costruiva il pazzo più sontuoso o collaborava maggiormente per la costruzione di chiese o opere cittadine.

Esempi di png

Guglielmo commerciante di lana: grasso e tarchiato, calvo e con il naso aquilino. I pochi capelli rimasti solo più grigi che neri.
Indossa: palandrana chiara con le maniche di pizzo e i bottoni in madreperla, calzamaglia scura e stivali di velluto.
Carattere: simpatico e cordiale, ma anche astuto.

Adolfo mercante di spezie: alto e robusto, con il viso severo incorniciato da dei capelli castani e una una barba corta.
Indossa: collana d’oro con gli stemmi corporativi, bavero di pizzo, sopratunica di broccato ricamata, casacca viola scuro ricamata, calzamaglia rossa, stivali di velluto.
Carattere: sicuro di se, cortese con i clienti e irascibile con tutti i sottoposti.

Vanessa commerciante di pietre preziose: il volto a cuore è estremamente delicato e sempre sorridente, le mani sono pulite ed estremamente curate.
Indossa: vestito a collo alto blu scuro con una gorgiera bianca che fascia anche il capo, porta un velo con un diadema di perle, un grembiule decorativo realizzato all’uncinetto.
Carattere: sotto l’apparenza dolce e delicato, si nasconda una spietata intelligenza fredda e calcolatrice.

Artisti

Le strade dei borghi e le corti erano piene di artisti girovaghi, menestrelli e saltimbanchi che intrattenevano le persone che potevano permettersi il lusso di passare del tempo in ozio.
Inoltre i nobili e il clero erano sempre alla ricerca di talenti nella letteratura, pittura e scultura per celebrare loro stessi o la gloria di Dio.
Gli artisti di strada spesso erano comprati da giovani dalle loro famiglie da un altro saltimbanco che aveva bisogno di un’assistente e imparavano il loro mestiere aiutando il padrone in cambio di qualche crosta di pane.
Invece gli artisti “maggiori” iniziavano la loro esperienza in una bottega, dove assistendo il maestro imparavano i trucchi, e un giorno, se diventavano abbastanza bravi, venivano notati da qualcuno, che commissionava loro la loro prima opera da soli, oppure, se non avevano abbastanza talento, erano destinati a rimanere per sempre garzoni ed aiutanti, passando da un maestro all’altro.
Nel medioevo l’arte era una professione esclusivamente maschile, ritenuta per nulla adatta ad una ragazza.

Esempi di png

Alfonso, Poeta: magro e slanciato, capelli lunghi ricci e biondi, ha un’andatura un po’ effeminata.
Indossa: calzamaglia verde e giacca blu con spalline a buffo e manche di pizzo.
Carattere: curioso e impiccione

Damiano, Scultore: muscoloso, abbronzato, capelli lunghi, passo sicuro.
Indossa: braghe di pelle, grembiule impolverato, una fascia di cuoio cinge i capelli, ha sempre con se martello e scalpello
Carattere: aperto e gioviale, ma un po’ rude.

Meano, artista girovago: mingherlino e minuscolo, con i capelli neri e ricci che cadono in una lunga chioma dietro le spalle. Volto sorridente e rilassato, mani estremamente curate.
Indossa: completo di mantella, casacca e calzamaglia in due colori, blu e viola.
Carattere: chiacchierone e pettegolo. Sempre in cerca di avventure galanti.

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Interpretazione dei PNG.

 

A corredo della serie di articoli sui personaggi non giocanti tipici medioevali, ho deciso di scrivere anche un post su come io interpreto i personaggi non giocanti nelle campagne.
Premetto che il mio è solo uno dei tanti stili che si possono adottare e, anche se è testato da cinque anni di attività come direttore di gioco, non vuole porsi come modello per gestire le partite.

Ritengo che per prima cosa sia importante aver chiara la distinzione tra personaggio giocante (PG) e personaggio non giocante (PNG)

Il PG ha principalmente un presente e un futuro, che viene influenzato dalle decisioni del suo giocatore, la storia passata è importante ma salvo rari casi non marchia indissolubilmente e definitivamente le possibilità di espressione del personaggio. Un PNG normalmente invece ha solo un passato e un presente, la sua vita nel mondo di gioco si conclude nel momento in cui finisce l’incontro.

Il PG per sua natura è unico e irripetibile, la distinzione tra PG e giocatore che lo interpreta non è netta, in fondo il PG è una parte del carattere del giocatore che si esprime tramite la recitazione e l’interpretazione in un racconto. (Ok, per alcuni è solo un insieme di numeri che deve diventare sempre più potente, ma allora state leggendo il post sbagliato, quello sul power playing sarà il prossimo.)
Un direttore di gioco deve invece interpretare molti PNG, affezionarsi provocherebbe irrimediabili vendette e ritorsioni ogni volta che si arrivasse allo scontro tra il PNG e i giocatori. Inoltre per semplicità si tende a creare degli stampini, da cui ottenere il PNG con delle caratteristiche peculiari preconfezionate a seconda del tipo: il villano (molto molto peggio di un normale cattivo), il traditore, il locandiere, il commerciante ecc…
Il PNG, anche quando è ostile al gruppo, non è neppure un mostro, non può essere ridotto a un semplice ammasso di numeri dotati di volontà di distruzione, deve avere un carattere e delle motivazioni che lo animano.

Queste sono le linee guida che io seguo per la gestione dei PNG.
1. Poco è sempre meglio. Un incontro è indimenticabile quando si distingue dalla massa degli eventi che capitano nell’avventura, quindi non devono esserci incontri con troppi PNG, altrimenti diventano banali. La maggior parte degli inceri dovrà essere con personaggi meno caratterizzati dei PNG veramente importanti. Inoltre se i PNG sono pochi è possibile concentrarsi maggiormente sul loro carattere.
2. Scegliere un tipo per il vostro personaggio, e buono o cattivo, astuto o semplice, spietato o pronto al compromesso? Entrare subito nel dettaglio del carattere normalmente non è opportuno, e meglio vedere il personaggio nell’ambiente in cui vive prima di specificarlo di più. Un cattivo subdolo agirà diversamente se ha degli amici che non vuole scoprano la verità su di lui o se ha solo colleghi di lavoro da scavalcare per far carriera. Se l’incontro con il personaggio è tientuo secondario conviene fermarsi qui per non svalutare gli incontri con chi veramente conta ai fini dell’avventura.
3. I PNG sono persone. Chiunque ha un passato, un luogo dove è inserito, relazioni con gli altri. Il PNG deve avere avuto un’infanzia, degli amici, dei nemici dei colleghi di lavoro, ciò aiuta a definire meglio la sua personalità, il suo comportamento. Le relazioni che il PNG ha limiteranno i suoi comportamenti. Un locandiere potrebbe chiudere presto la taverna perché sua moglie vuole che torni a casa ad un’ora decente. Sebbene le relazioni di una persona siano normalmente molteplici e svariate, per definire un PNG sono sufficienti da quattro a sei relazioni con personaggi secondari dell’avventura. Questi solitamente non necessitano di essere caratterizzati.
4. I PNG come tutti hanno un motivo. Uccidere per il gusto di farlo o mandare avanti una locanda così per caso è troppo poco. Classiche motivazioni sono il potere, i soldi, il bisogno disperato di qualcosa, il desiderio di compiacere gli altri, la fede, il bisogno di essere d’aiuto al prossimo. Scegliere la motivazione è importante perché non sempre paga decidere a tavolino le azioni del PNG in base alle opzioni date ai personaggi. Se i giocatori sono lasciati liberi di esprimersi tendono sempre a fare l’inaspettato, se un PNG ha delle motivazioni, sarà più semplice per lui reagire a ciò che non era stato messo in conto, nella preparazione degli incontri.
5. Il PNG deve avere una descrizione fisica coerente con il carattere. Anche se noi sappiamo che l’Ombroso sbagliava a voler descrivere il carattere delle persone in base al loro aspetto, un signore del male con l’aspetto di un novello adone è poco credibile, così come una pia guaritrice nell’equivalente fantasy del costume da bagno. Se ne avete la possibilità vi consiglio di riempire un foglio con una lista di tratti da usare per ispirazione.
6. Il PNG non è un aspetto del master, come invece nel caso dei giocatori, è importante non affezionarcisi
7. S il personaggio è ricorrente allora è importante caratterizzarlo al massimo. Tenendo presenti motivazioni e relazioni del PNG sarà possibile rendere coerenti tra di loro le sue apparizioni.

Per quanto riguarda l’interpretazione del PNG esistono vari modi, dalla recita completa del personaggio, alla descrizione minuziosa dei dialoghi, alla piatta presentazione delle azioni del personaggio in risposta a quelle dei giocatori. Normalmente lo stile di interpretazione non deve tenere conto solo delle vostre preferenze ma anche quelle delle persone con cui giocate.

Ho sempre trovato riduttivo limitarsi a descrivere cosa fa un PNG senza mai parlare per bocca sua.
Io so recitare, però è raro che io imiti la voce del PNG salvo casi particolari, anche perché i miei giocatori non apprezzano troppo un coinvolgimento eccessivo nella storia. Pertanto normalmente descrivo come il personaggio si atteggia e con che tono parla ma esprimo il dialogo in toni neutri.

A me personalmente non piace limitarmi a dire: -Il mercante risponde in maniera negativa con sfare scocciato.-
Preferisco una narrazione del tipo:

Il mercante alza la voce, con tono burbero e imperioso:
-Non accetterò mai i servigi di dei semplici ladri di polli, perché dal vostro contegno è tutto ciò che posso immaginare di voi pezzenti.-

Schiavi – Servi della gleba – Contadini Liberi.

Schiavi

Con la caduta dell’impero romano la schiavitù cade formalmente in disuso nei territori cristiani, però durante l’alto medioevo era un’abitudine ancora radicata in alcuni luoghi.
Esistevano anche altre forme di asservimento delle persone oltre alla schiavitù. Quelle legate alla terra saranno analizzate in seguito. Per ora basti pesare che nell’alto medioevo la castrazione dei servi era presente anche nell’Europa, eredità dell’impero romano, sebbene non diffusa come nei paesi arabi. Inoltre molti signori avevano concubine o “prede di guerra” che erano poco più di proprietà.

Esempi di png

Torgar, schiavo di fatica: alto, castano, muscoloso, pelle abbronzata, cicatrici lasciate da frusta e segni di ustioni.
Indossa: collare di bronza, ceppi di acciaio ai polsi e alle caviglie, perizoma.
Carattere: ribelle

Isippo, amministratore: grasso eunuco dalla testa rasata e il sorriso gioviale.
Indossa: tunica di lino, cintura di corda, sandali in cuoio. Il vestiario è estremamente pulito.
Carattere: indipendente

Jasmira, schiava di piacere: media statura, bionda, capelli lungi, forme piene e prosperose
Indossa: vesti succinte.
Carattere: umile e asservita, spaventata.

Moroc, domestico: vecchio con la barba bianca e i capelli lunghi, curvo e rugoso, sdentato
Indossa: tunica in lana grigia, sandali di corda, bastone.
Carattere: rassegnato

Servi della gleba
I servi della gleba erano persone legate alla terra, che venivano comprate o vendute assieme ad essa. Non potevano trasferirsi dai loro luoghi natali in quanto legalmente vincolati ai campi, che dovevano coltivare. Non potevano sposarsi senza il permesso del proprio signore ed erano soggetti all’obbligo di lavorare la terra, prima per il proprio signore e solo in un secondo tempo per il proprio sostentamento. I figli di un servo della gleba erano proprietà del signore che poteva disporne come preferiva. Erano inoltre vincolati alle corvè e ad altri sgradevoli imposizioni come la Lex Iuris Prime Noctis (per chi ha visto Brave Heart).

Esempi di png

Fausto, guardiano di mucche: capelli scuri a baschetto, baffi, accenno di barba mal rasata, mani callose.
Indossa: tunica verde di canapa sbrindellata e rattoppata, mantellina in canapa verde sbrindellata e rattoppata, brache rattoppata, cintura di corda e sandali. Le vesti sono sporche ed emanano un vago sentore di urina.
Carattere: umile e asservito

Adele, moglie: capelli castani raccolti in una treccia, volto foruncoloso, grassa, mani forti.
Indossa: cuffietta, abito ungo in canapa, grembiule macchiato, fascia per la vita in canapa con attaccati il mestolo e coltelli della famiglia, zoccoli.
Carattere: burbero e frustrato.

Marco, figlio: capelli castani scarmigliati e intrisi di terra, foglie morte e rametti, magro ed emaciato, volto scavato dal colore pallido, mani sporche.
Indossa, vestito di sacco e cintura di corda, è scalzo.
Carattere: vivace e monello

Contadini liberi
I contadini liberi possedevano la terra, non era la terra a possedere loro. Comunque non se la cavavano molto meglio dei servi della gleba, e spesso per debiti finivano per diventarlo.
I contadini erano soggetti alle corvè e poiché il loro raccolto non apparteneva al signore feudale gli dovevano pagare le tasse.
Dovevano servirsi del mulino, frantoio, forno per il pane ecc… del signore e dovevano pagare per questo “privilegio”.

Vale per la descrizione dei png contadini quanto detto per i servi della gleba, slavo che saranno di carattere più rude e privi dell’umiltà servile che contraddistingueva i precedenti.