Zombicide e Kata Kumbas

Idea malsana del giovedì mattina. E se mischiarsi Zombicide Black Plague con elementi di Kata Kumbas?

Sono da anni il fortunato proprietario di una copia di Zombicide Black Plague incluse tutte le esclusive del Kickstarter dell’epoca. Ultimamente nonostante varie conversioni e personalizzazioni il gioco, quindi mi sono detto, perchè non rispolverare una vecchia passione come Kata Kumbas in una salsa diversa?

La premessa di un’apocalisse Zombie in Kata Kumbas è abbastanza semplice in realtà, se la ricerca della Spada del Dio delle trame fosse fallita allora l’entità contraria avrebbe lanciato con successo la sua ultima invasione, centinaia di demoni sarebbero scaturiti dalla porta del diavolo e i morti sarebbero tornati a percorrere le lande di Laitia. Su una città di Maro ormai distrutta pochi avventurieri caciari e fanfaroni cercano ancora di sopravvivere alle orde di demoni e morti redivivi e di gozzovigliare quando possibile in attesa della fine del mondo o forse di un miracolo divino.

Sicuramente ci sarà la carta racchino:+1 punti esperienza.

Visti gli altri progetti personalizzati non so quanto tempo potrò veramente dedicare a questa idea di mod per il gioco per ambientare Zombicide nel mondo di Kata Kumbas, ma spero di avere un po’ di tempo per provarci.

Teferine Karrer, la dama maledetta.

teferine2Lo scorso inverno avevo preso in mano Teferine Karrer, la dama maledetta e adesso alla luce delle mie maggiori conoscenze di Pathfinder, ho provato a ricreare la classe partedo dalle informazioni presenti nel Pathfinder reference document

Si trattava di una non integrata, ovvero un essere umano proveniente da un’altra dimensione che aveva raggiunto Rarte attraverso una porta di livello, e aveva rifiutato l’accoglienza pacifica dei custodi della porta e l’incantesimo di integrazione. Originariamente avevo sviluppato il personaggio come ladra per le regole originali di Kata Kumbas.

Questa è la progressione di Teferine dal livello 1 a 6, se si gioca E6 per i livelli successivi il personaggio

Level

Base Attack Bonus

Fort Save

Ref Save

Will Save

Special

Extracts per Day

1st

2nd

1st

+1

+2

+2

+0

Deeds, grit, gunsmith

2nd

+1

+4

+4

+0

Alchemy, bomb 1d6, brew potion, mutagen, throw anything

1

3rd

+2

+5

+5

+0

Discovery, poison resistance +2, poison use

2

4th

+3

+5

+5

+1

Bomb 2d6, swift alchemy

3

5th

+4

+6

+6

+1

Discovery

3

1

6th

+4

+6

+6

+1

Bomb 3d6, poison resistance +4

4

2

Alleaze: gioielli, seta, nobilità, alchimia, uomini tenebrosi.

teferine1

str

8

-1

dex

16

3

con

12

1

int

14

2

wis

10

cha

16

3

Teferine nel modo di Kata Kumbas, la secolo Katerine Ferrer the “wicked lady”, era una nobildonna inglese con un’eccessiva passione per il banditismo, finita molto male che nella mia realtà parallela ha poi attraverato una prota di livello in punto di morte. Non essendo perfettamente integrata si porta dietro dal suo mondo la conoscenza delle pistole e quindi partire come pistolero mi pare la cosa migliore, quando ho letto l’archetipo straniero misterioso mi sono detto che era fatto apposta per Teferine / Katerine.

Per una persona del genere in seguito la carriera migliore è forse l’alchimista, oltretutto nella versione di Pathfinder è una classe che si avvicina molto anche a quella dell’assassino viste le abilità nell’uso dei veleni.

Scoperte: cura spontanea, missile esplosivo

Cura spontanea viene di conseguenza all’idea che il personaggio sia diventato in gradi di “sopravviere” alle ferite che le sue disavventure le hanno progressivamente riportato.

La scelta di missile esplosivo premette di massimizzare l’effetto della sua pistola. Teferine può scegliere di attaccare con una pistola facendo 1d8+3d6 di danni o con due con la possibilità di aggiungere ai danni i bonus di carisma, grazie al talento del suo archetipo.

I talenti che ho scelto per lei sono Two weapon fighting, extra grit, no name, weapon focus pistol.

Teferine Karrrer si dimostra un ottimo recurring villian, ha una spiccata tendenza a sopravvivere a qualsiasi avversità ma può anche diventare una scomoda fonte di aiuto.

Ancora una volta un grazie sentito a Davide Mana, per avermi fatto conoscere la “wicked lady” (Il retroscena)

La foresta senza ritorno – Il castello oltre la palude

Oltre la passerella che attraversa la palude dove siamo stati aggrediti dall’illusione ci siamo trovati di fronte alla squallida realtà di un nuovo castello in rovina. L’ingresso era sbarrato da una pesante grata metallica e siamo entrati da una porta laterale.

Ofelia si è dimostrata estremamente maldestra tanto nell’aprire questa porta che nel verificare che la zona fosse sicura e non ho potuto resistere al bisogno di assestarle alcune sapienti frustate.

All’interno del castello si trovavano alcune casupole, due fatte di mattoni, una più piccola in legno e una stalla. La zona era infestata da briganti e nella stalla una scolopendra si era nutrita dei cadaveri degli animali, a giudicare dalla ferocia era parecchio che la bestia non si nutriva a dovere.

Nuovamente la maldestria di Ofelia è stata impressionante al che ho rincarato la dose di colpi di sferza. Speravo in un qualche segnale di pentimento e contrizione da parte sua, invece mi è saltata al collo piena di gratitudine per i miei tentativi di correggerla e mi ha stampato nuovamente un bacio in bocca, seguito dagli apprezzamenti salaci di Thorax e dalle risa soffocate di Grimaldi.

Mi risulta sempre strana l’espansività di Ofelia nei miei confronti e il fatto che io vi ceda con bonarietà, ma certo un castello in rovina pieno di banditi non è il luogo adatto per abbandonarsi a smancerie o anche solo per riflettere sulle loro implicazioni. Mi domando quando mai ci sarà luogo e momento pacifico nella mia vita per fare una giusta reprimenda ad Ofelia sui suoi comportamenti licenziosi (se smettesse di sbirciare e sussurrarmi suggerimenti per la lettera in un orecchio magari scriverei più facilmente).

Dopo aver perlustrato il cortile e recuperato un paio di strane fiale siamo entrati nel mastio dove ci hanno accolti alcuni zombie. Chiaramente siamo vicini alla strega.

Questo è il mio penultimo piccione, perciò ci risentiremo quando avrò la pergamena o altrimenti non avrete più mie notizie.

Devotamente serva vostra,

Camelia Farnese

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La foresta senza ritorno – Fra mistici e banditi

Dopo qualche mese di silenzio torno ad occuparmi di Kata Kumbas con un nuovo racconto sulle sessioni di gioco in 1 vs 1 de la Dama delle Spine. Colgo l’occasione per ringraziale No’Akei, autrice “silenziosa” del blog che si occupa della revisione di tutti i racconti e in particolare di quelli di Farnese che scriviamo a quattro mani.

Principessa,

come promesso, dopo essermi curata dalle ferite, ho ripreso la ricerca della strega che vi ha rubato la pergamena dinastica e ha ucciso Berus e Uguccione.

Assieme a Valentino, Torax e Ofelia mi sono addentrata nella foresta senza ritorno, il luogo in cui la lettera diceva la strega avrebbe atteso il giovane da me ucciso. Questa volta viste le disavventure passate abbiamo deciso di attraversare il luogo maledetto durante il giorno.

Proseguendo lungo il sentiero abbiamo trovato la cascina di un carbonaio che però ci ha accolto con una scure in mano mentre il figlio ci puntava contro un arco. L’uomo ci aveva scambiati per dei banditi e non ci fu verso di fargli intendere ragione. Certo dopo le mie ultime vicissitudini ho un aspetto non molto presentabile e la cupa figura di Torax non aiuta a rasserenare gli animi. Ofelia insinua che forse anche il mio carattere aspro abbia aiutato, ma ciò è falso perché ho solo trattato il villico con la giusta fermezza richiesta da un simile ignorante.

Lasciato il carbonaio prima che rischiassimo di venire alle mani ci siamo poi imbattuti nei veri banditi, a cui abbiamo requisito due fagiani, dopo averlo spediti a conoscere la misericordia del Signore Senza Tempo.

Verso il margine della foresta, poco prima dell’inizio della palude, abbiamo scoperto che vi è un mistico che risiede in una grotta. Sembra avere qualche sorta di potere sovrannaturale, perché ha voluto toccarmi il viso e poi mi ha profetato che la vera impresa non sarà scovare la strega ma comincerà uscita dalla foresta.

Quando Ofelia gli ha offerto i fagiani la voluto a tutti i costi toccare anche lei e le ha strattonato bruscamente un braccio. Mi ha quindi avvisato di stare attenta perché Ofelia nutre pensieri poco casti. Io ho replicato che è una cosa risaputa, visti i suoi trascorsi da ragazza di vita e avventuriera, ma lui ha ribattuto che lei nutre pensieri poco casti per me. La domanda vera è che pensieri abbia io per lei. Devo ammettere di essermi affezionata alla ragazza da quando l’ho presa sotto la mia protezione, ma non voglio pensare che possa essere qualcosa di più di una relazione fra maestro e discepolo, il mio unico desiderio è di correggerla nella via della fede. Ciò che è certo è che Ofelia deve imparare tenere maggiormente a bada i suoi pensieri, e penso che appena riusciremo ad uscire da questa foresta maledetta sarà utile rinfrescarle il ricordo dei colpi della mia sferza, per aiutarla a disciplinare il suo carattere.

Mi stupisce sempre la docilità e la mansuetudine con cui Ofelia si sottomette alla mia correzione nel sincero desiderio di essere migliore, ma mia principessa, anche se so che a voi interessa confrontarvi con me nella nostra diversa visione del mondo, sto divagando, in un momento che richiede urgenza.

Ringraziandoci per i fagiani il mistico ci ha lasciato andare pregandoci di fare attenzione alle bestie che infestano la palude. Abbiamo quindi cercato di aggirarla sulla riva, questo ci ha messo al riparo dagli uccelli carnivori che vi svolazzano al centro ma ci siamo imbattuti in alcuni banchi di erbe silicee estremamente taglienti che ci hanno ferito le gambe.

L’ultima prova prima di arrivare alle porte del castello in rovina abbiamo dovuto superarla su un ponte che attraversa un’area paludosa. Mentre camminavamo sulla struttura pericolante siamo stati attaccati da un’enorme bestia mostruosa irta di artigli e zanne dalla pelle a squame, la cui forma era troppo orribile per essere pienamente accettabile alla vista. Ogni tentativo di ferirla con le nostre armi e persino quelli di scacciarla con le mie preghiere hanno fallito.

In qualche modo Thorax ha avuto l’idea di provare a bloccarla con la sua forza, visto che le martellate erano inutili. Appena toccato il mostro è svanito e le ferite da noi subite sono guarite miracolosamente. Chiaramente la strega aveva lanciato un maleficio sul ponte, devo ancora incontrare quella meretrice ma le sue stregonerie mi hanno già stancata.

Ora è metà mattina e stiamo per entrare nel castello, vi ho scritto queste righe, Argenta, perché possiate sapere cosa può essermi capitato qualora non sentiate più parlare di me. Confido comunque, mia signora, che presto potrò tornare da voi con la pergamena in mio possesso e la testa della strega in un canestro, perché possiate piantarla di fronte alle mura del vostro castello.

Devotamente serva vostra,

Camelia Farnese.

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Nessuna dignità nella morte – riflessioni del master

Alcuni venerdì fa, dopo tre mesi di partite a USNB contro un solo giocatore, ho nuovamente giocato con un gruppo di 4 persone, occasione creatosi perché al club di warhammer c’erano letteralmente 4 gatti e solo uno aveva le miniature.

Dopo tre mesi in cui giocavo solo con No’Akei aka Camelia Farnese il tornare ad avere anche solo per una sera un vero gruppo è una cosa “epica” e permette di notare subito le grandi differenze che vi sono fra i due approcci.

Per tutta la serata l’accenno di rapporto saffico che intercorre fra Farnese e la sua seguace Ofelia si è letteralmente eclissato, diventando un aspetto marginale della vicenda, mentre di norma nella partita singola per non rendere la storia un monotono cerca l’indizio e uccidi il mostro Ofelia compare spesso a punzecchiare la sua sadica guida spirituale, lanciando delle non troppo velate allusioni che vengono palesemente ignorate da Farnese.

Anche gli obbiettivi personali di Farnese sono diventati relativamente secondari. Un gruppo deve proseguire su obbiettivi condivisi, i problemi familiari di Farnese appartengono ad una dimensione che nel gioco di gruppo trovano spazio solo in una breve conversazione fra lei e Grimaldi. Quello che porta un gruppo ad agire non sono gli scorni personali e l’infanzia difficile, sono elementi più condivisibili come l’idea di una missione divina (Thorax, Ofelia e Farnese), il denaro (Thorax, Ofelia e Grimaldi) e le donne (Thorax e Grimaldi)

Un elemento che si realizza nel gioco di gruppo e che manca in buona misura nelle partite singole è la creazione di una “storia” che nasce dal dialogo fra i personaggi/giocatori, i quali parlando fra di loro caratterizzano maggiormente l’ambiente, fornendo anche ulteriori spunti al master per arricchire il canovaccio già preparato (io sono un sostenitore della pianificazione delle avventure, non gioco mai a braccio ma mi piace integrare gli spunti che vengono dai PG quando questo è fattibile in termini di tempo e fatica).

Per fare un esempio concreto Camelia Farnese possedeva l’arma con cui era stata uccisa una donna, ma non sapeva come collegarla al colpevole. La mia idea per risolvere il dilemma dell’avventura inizialmente era che la protagonista dovesse farsi venire in mente di mandare Ofelia nottetempo a controllare cosa c’era nella tenda del probabile colpevole colpevole. Lì avrebbe trovato delle lettere compromettenti che tra l’altro si riallacciavano alla quest principale di dare la caccia alla strega che le sfuggiva da ormai due mesi.

Ora con altri due giocatori aggiuntisi, la prima cosa che ha voluto fare quel furfante di Valentino Grimaldi è stata esaminare il pugnale: “perché è risaputo che un simile strumento deve avere uno stemma nobiliare del possessore.” Nulla di più falso perché nella versione originale non c’era, ma non costa mai niente consentire un test di capacità e visto che questo era riuscito in maniera molto favorevole ho deciso che si, sotto una crosta di sporco c’era effettivamente lo stemma del signore della guerra della Città di Maro.

Questo non ha grandi risvolti sulla storia perché comunque anche se l’arma è collegata al colpevole non è ancora possibile dimostrare che il colpevole l’ha utilizzata, ma è certo un passo avanti e devia dai possibili percorsi ipotizzati dall’avventura originale.

Da il in poi il gioco è andato avanti fuori dal “percorso prestabilito”, una trovata dopo l’altra, molte delle quali cassate dal sottoscritto. Se nel villaggio non c’è una chiesa in rovina perché è un luogo di pagani, non l’aggiungo solo perché un giocatore ritiene che se ci fosse sarebbe più semplice costringere il demone a rivelarsi in un luogo di culto. Il concetto fondamentale del GdR classico è di trovare il modo di risolvere il problema con quello che si ha a portata di mano, non di inventarsi gli ingredienti perché si ha lo scopo raccontare un certo tipo di storia.

Comunque ho lasciato ampio spazio di stravolgere la storia ugualmente. Il giovane assassino mentre la storia proseguiva è “diventato” un indemoniato ed è stato smascherato nella pubblica piazza grazie ad una preghiera di Farnese.

Alla fine quando il gruppo la potuto controllare la tenda dell’indemoniato, per verificare che non vi fossero altri oggetti maledetti ,è spuntata fuori anche la lettera che volevo far trovare all’inizio, ma chiaramente ora aveva solo lo scopo di collegarsi alla prossima avventura e non più di fornire indizi.

Alla fine anche se il percorso ha deviato dalle possibilità che avevo pianificato è comunque arrivato al punto desiderato. In questo caso non è comunque stato necessario per me giocare “completamente a braccio” mi sono limitato a reagire alle proposte dei giocatori spostando in genere incontri già preparati in altri luoghi o in altri momenti e narrare degli eventi che li collegassero. L’idea di maggiore libertà in parte è vera, in parte è nella testa dei giocatori che non sapevano come sarebbe stata l’avventura originale.

Per chi fosse interessato sull’argomento rimando inoltre a questi due post sul railroading:

http://gdroggi.blogspot.com/2011/07/i-problemi-di-railroad.html

http://oneshot-tales.blogspot.com/2011/07/la-trama-ce-ma-non-si-vede.html

Altri articoli di questo blog relativi al giocare 1 vs 1

Dal GdR al racconto parte prima

Dal GdR al racconto parte seconda

Dal GdR al racconto parte terza

 

 

Nessuna dignità nella morte – il vero assassino

Vostra grazia,

volevo dirvi che finalmente ho trovato una traccia della vostra pergamena dinastica, necessaria per completare l’albero genealogico e permettervi di sposarvi con il vostro amante Ellis. Lasciate però che vi narri prima come si sono concluse le vicende di Arizza.

Dopo la cena, per scuotermi i pensieri su Ofelia che mi turbavano la mente, mi sono recata al campo degli zingari per parlare con la vecchia gitana. La donna non si è dimostrata molto collaborativa, si è limitata a dire che aveva avvisato il ragazzo di non uscire la notte e ora egli è in mano al destino.

Mi ha invece detto di avere una profezia che è un po’ un consiglio e un po’ una maledizione: “Dovrai viaggiare fino al nord e dovrai portare con te un corpo che ti riscaldi dal gelo o la tua anima sarà preda delle tenebre.” Ha aggiunto anche altre cose strane che però già non ricordo. Sarei tentata di liquidare la cosa come una scemenza se non fosse che nel suo discorso invasato la vecchia ha fatto il nome di Asaliah, il demone che mi era stato già nominato dal vostro matto di corte.

Ad incupirmi maggiormente è stato poi l’assalto che ho subito nella notte ad opera di alcuni mercenari e dal quale mi sono salvata solo per il pronto intervento di Thorax. I mercenari avevano fra le poche cose in loro possesso anche uno straccio con le insegne del conte di Imen. Mi sono interrogata sul fatto di chiederne ragione al conte Basianto, ma Valentino Grimaldi mi ha convinta che il conte, per quanta acrimonia possa avere nei miei confronti, se avesse mandato gli uomini non avrebbe lasciato loro un suo simbolo.

Se non altro un lato positivo del tentativo di assassinio di cui sono stata vittima è che dopo di esso ho trovato finalmente la veemenza per convertire Thorax e convincerlo ad abbandonare i suoi demoni pagani.

Parlando con l’oste della locanda ho saputo che in paese c’è un solo uomo da cui si possono assoldare mercenari: Abelardo, detto il Barbio Malefico. La sua compagnia di ventura era una delle peggiori in circolazione, una congrega di sciancati e pendagli da forca in cui l’aspettativa di vita media non supera la settimana di lavoro.

Speravo che parlare con quell’uomo mi avvicinasse alla soluzione del mistero, ma nonostante la minacciosa presenza di Thorax negò di avere fornito dei sicari, lui aveva semplicemente fornito tre scorte armate, il che non era un crimine. Comunque in cambio delle attenzioni di Ofelia per la successiva mezz’ora ci fornì una dettagliata descrizione del giovane che lo aveva pagato.

Mi recai allora all’accampamento del conte Basianto, dove trovai facilmente un ragazzo che corrispondeva alla descrizione, di nome Flavius. Costui era niente meno che uno dei figli di Educ, il signore dalle guerra di Maro, uno dei tre alti signori che reggono le sorti della città, un uomo amato dalla plebe ma in odore di essere in cospirazione con le forze dell’Entità Oscura.

Il giovane senza una prova solida era intoccabile, era la sua parola contro la mia e nessuno l’avrebbe mai messa in discussione. Fece inoltre molti commenti lascivi su Ofelia riguardo a cosa le avrebbe fatta se l’avessi ceduta a lui come avevo fatto con il Barbio.

Comunque non mi perdetti d’animo e continuai a cercare indizi. In un fossato al limitare dell’accampamento trovai un pugnale sacrificale insanguinato, probabilmente quello era il coltello che aveva ucciso la giovane. Valentino Grimaldi mi fece notare che sotto una pesante crosta di sporco lo stemma dello sparviero, il simbolo nobiliare della casata di Educ, adornava l’elsa del pugnale. Se ??? aveva utilizzato un simile oggetto era come minimo un pagano e quasi sicuramente anche un indemoniato, avendo compiuto un’azione tanto efferata, mi suggerì Valentino.

Elaborammo quindi un piano per cercare di stanarlo: Thorax finse di rapire Ofelia e corse per il villaggio, cosa che riuscì molto credibile visto il sincero terrore di Ofelia al solo tocco del bruto. Un po’ mi è dispiaciuto per la povera Ofelia, ma forse questo le insegnerà ad assumere degli atteggiamenti più casti in futuro. Logicamente il figlio di Educ fu l’unico a comparire per sbarrare il passo del mezzo bruto, asserendo candidamente che avrebbe stuprato lui Ofelia dopo averla salvata. Io però lo attendevo pronta ad esorcizzarlo e riuscii fortunatamente a fare apparire la sua vera natura di bestia. Vistosi circondato l’indemoniato scappò ma dopo un feroce inseguimento nei boschi riuscimmo a braccarlo e ucciderlo presso l’altare di pietra dove un tempo avevo combattuto lo stregone che si spacciava per uno dei cavalieri dell’apocalisse.

Riportammo il cadavere al villaggio dove mi fu dato dal conte il permesso di bruciarlo e poi requisii tutti i suoi averi in quanto sconsacrati.

Mentre i miei non così devoti seguaci si spartivano l’argento del ragazzo io trovai fra la sua corrispondenza una lettera della strega che aveva maledetto il vostro castello in cui informava il figlio di Educ di dove si era nascosta assieme alla vostra pergamena, in attesa che il giovane la pagasse per averla per se.

Finalmente principessa ho una traccia certa e ora dopo una settimana di riposo per guarire dalle mie notevoli ferite sono pronta a seguire questa megera fino alla foresta dove si è rifugiata.

Devotamente Serva Vostra,

Camelia Farnese

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Terrori del Nord – Lupreci

Con l’aggiunta di alcun contributi dal forum di Librogame’s Land ecco una versione editata e migliorata del precedente post sui Wulfencon con dei nomi più Laìtiani e un po’ di fonti storiche reinventate. Ringrazio per gli spunti Mornon e Coniglio Mannaro.

“Primo Catito riporta in un passo della Geste Teutogene che vi fosse più di una tribù che aveva corpo da umani e teste lupine.

Lo stesso Polao di Doconia racconta che i Dalvani durate le invasioni di Giscardo avevano bestie simili ai Cinocefali dalla loro parte, ma molto più aggressive, la cui perizia bellica era senza pari”

Baxio Trobolis, De Historia Iperborea

Nelle antiche terre del nord, oltre le montagne della Gelatodia, dove si estendono le secolari foreste abitate dalle tribù degli Iperborei si trovano alcuni degli esseri più feroci e sanguinari che conoscano le terre di Rarte. Si tratta del terribile incrocio fra uomo e lupo, noto nell’aspro dialetto dei Regni Iperborei come Ulfia o Ulfur, ma chiamato Luprecio, nell’antica lingua di Laìtia.

I Lupreci sono una razza di guerrieri formidabili e spietati. Per gli standard umani sono sostanzialmente delle bestie sanguinari e crudeli, ma i Lupreci hanno un loro codice d’onore basto sulla caccia e la sopravvivenza. La caccia di un nemico e la sua uccisione è per un Lupreci il compimento della propria esistenza, un incarico affidato secondo la tradizione dalla dea Luna in persona. E’ nel massacro dei propri nemici e nella caccia delle prede che lo spirito di questo umanoide trova appagamento da un’atavica sete di sangue. Per un Wolfen essere risparmiare un avversario che abbia perso uno scontro sarebbe considerata un’azione disonorevole, un’offesa imperdonabile con cui l’avversario dovrebbe vivere il resto della propria esistenza. Non di meno i Lupreci, per quanto irosi e impulsivi, non attaccano nemici indifesi e disarmati considerando ciò troppo facile e quindi indegno di un vero guerriero

Con le invasioni di Giscardo lo Smazzolatore anche i Lupreci sono stati scacciati dai loro terreni di origine, alcuni sono addirittura scesi al seguito dello Smazzolatore, attirati dall’idea di facili uccisioni e dalla possibilità di conquista e saccheggio.

Ora i Lupreci sono diventati una realtà presente anche nelle regioni a nord di Laìtia e nelle loro migrazioni si stanno diffondendo sempre più rapidamente.

Potenza 16-19
Agilità 15-16
Intelligenza 6-10
Costituzione 37-45
Attacco 15% (2 attacchi)
Danni morso 1d6+2 / ascia o altra arma media 2d6+2
Corazza 1
Resistenza alla Magia 13-16
Valore Incontro 2
Valore Soppressione 3

Il valore di corazza è per un Lupreci nudo, il Lupreci potrebbe utilizzare un’armatura leggera portando il valore di corazza a 2

Sacerdoti della luna: i Lupreci sacerdoti possono utilizzare le evocazioni come un evocatore di primo livello.

Statistiche per uno sguardo nel buio

Coraggio 16, Energia Vitale 35, Protezione 1, Attacco 10, Parata 6, Impatto 1d6+5, Classe 18

Il valore di protezione è per un Lupreci senza vestiti, il Lupreci potrebbe comunque indossare vesti, un corpetto imbottito o un’armatura di cuoio incrementando ulteriormente la sua protezione fino ad un totale di 4

I terrori del nord – Wulfen

Questo post è stato rivisto ed editato con il contributo di Coniglio Mannaro e Mornon

La nuova versione si trova qui

Racconti di Mirn il Fattucchiere.

Al momento con il materiale per gli almanacchi di Kata Kumbas sono un po’ fermo perchè mi sto dedicando prevalentemente al modellismo, ma ho comunque cominciato a revisionare una serie di racconti di ambientazione che avevo scritto alcuni anni fa,gli unci racconti di Kata Kumbas che ho scritto che avessero ancora un spirito goliardico, prima di cominciare ad interessarmi al Dark Fantasy.

“-Voi non siete un semplice fattucchiere, si raccontano molte storie su cosa voi portiate in quel sacco che avete sempre con voi. Ci sono veramente 14 spiriti malevoli pronti ad essere scaraventati contro i vostri nemici?- disse la sacerdotessa.
-Le storie corrono, in questo sacco si trovano solamente terra, ossa e foglie.- disse l’uomo.
-Nei tempi antichi ciò sarebbe stato sufficiente per intrappolare l’anima di un defunto per servire uno stregone.-
-Non siamo più nei vecchi tempi, gli dei si sono allontanati per sempre e il nuovo culto ha sempre più fedeli. La magia è un’arte che sta decadendo. Se Attilius non fosse stato in procinto di convertirsi al nuovo culto, forse la sua dea lo avrebbe protetto.- Mirn sospirò mentre cercava di valutare la situazione: -I miei servigi constano cari, siete sicura di potervelo permettere?-
-Voi volete prendere ciò che più vi aggrada una volta terminato, beh, non c’è nulla da cui non posso separarmi in questa valle sacra, pur di scongiurare che qualcuno riapra la Porta del Diavolo.-
-Disse così anche il conte Leuconio di Treviri, ma poi quando chiesi la verginità di sua figlia si pentì delle sue parole. Come ho detto io costo caro. Combattendo demoni e spettri rischio di perdere la mia anima, un rischio simile non si può prendere alla leggera e merita la più alta delle ricompense.-“

Potere seguire gli sviluppi sul forum di LGL

http://www.librogame.net/index.php/forum/topic?id=1219

 

Nessuna dignità nella morte – il conte di Imen

Vostra grazia,

come vi avevo scritto nella mia precedente missiva, dopo aver affidato il mio messaggio per voi a un piccione mi recai dal conte per chiedere di interrogare il prigioniero.

Come temevo il conte era ancora irritato per il fatto che durante la mia permanenza ad Imen io avessi declinato i suoi favori. Certe persone mettono di fronte a tutto i loro bisogni carnali, e il conte è una di quelle, ma io confido incorreranno nella punizione del signore senza tempo.

Ovviamente il conte non era molto felice che io indagassi, gli serviva un colpevole e lo aveva trovato su un piatto d’argento, ora non desiderava che io per un eccesso di zelo rovinassi tutto. Per ora preferii evitare di informarlo che avevo un testimone che scagionava l’attuale prigioniero, parlai solo di strani sviluppi e alcune piccole incongruenze. Mi domando se l’essere stata sbattuta in una cantina al freddo e senza cibo non mi stia facendo diventare più diplomatica.

In ogni caso purché io non divulgassi la storia della zecca clandestina gestita da bruti e biro biro che lui aveva installato in una vecchia miniera, il conte mi concesse di indagare e mi promise di evitare di informare la mia famiglia sui miei spostamenti.

Mi fece inoltre nuovamente la paternale sull’oscurità che lui riteneva albergasse nel mio cuore…

Ofelia decise invece di accettare l’offerta del conte per una cena a due e di passare la serata con lui, diversamente da me lei non rifiuta certe richieste, era spesso venduta dai suoi compagni di sventure in cambio di favori e informazioni, e pare che la cosa non le sia mai dispiaccia più di tanto.

La ragazza si premurò stranamente di non incorrere nella mia disapprovazione con questi suoi atteggiamenti, e mi stampò un bacio sulla guancia. Se non fossi troppo impegnata a dare la caccia a streghe e ora anche ai criminali le farei un certo discorso, ma per ora devo aspettare.

Andai quindi and interrogare il prigioniero che era terrorizzato dall’idea che di lì a tre giorni lo avrebbero sventrato e lasciato al sole e ai corvi, si professò innocente ma non fu di grande aiuto. L’unica cosa strana che mi disse fu che la vecchia Morgana aveva profetizzato a Torax, il mezzo bruto, che avrebbe lavorato per una donna che lo avrebbe comandato a bacchetta e non avrebbe ceduto al suo ardore.

Visto che ero ancora gravemente ferita decisi di passare anche dal fattucchiere del paese, Duvik, a comprare qualche linimento per curami.

Ora sto attendendo la cena e riflettendo sugli avvenimenti della giornata, stranamente sento la mancanza di una voce amica con cui confrontarmi. Solitamente prediligo la solitudine, ma ultimamente la presenza di Ofelia è diventata una costante nelle mie giornate, tanto da farmi sembrare strano il non sentire il suo chiacchiericcio continuo, nonostante certe volte esageri tanto da meritare di essere rimessa in riga a colpi di sferza, cosa che temo non le dispiaccia completamente.

Devotamente Serva Vostra,

Camelia Farnese

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Personaggi dell’avventura – Thorax il Mezzo Bruto

“Una montagna di uomo, una calamità della natura, un ubriacone impenitente”

 

Thorax è un mercenario rozzo e prezzolato pronto ad ogni incarico per il giusto compenso, che poi spreca in donne di malaffare. Tendenzialmente non riesce e prendere nulla sul serio ed è dotato di un temperamento instabile proprio come i suoi parenti bruti.

Originariamente era devoto a dei non meglio specificati demoni delle rocce, ma ora Camelia Farnese lo ha convertito al nuovo culto. Certo i demoni prima o poi vorranno vendicarsi per il tradimento.

La sua opinione di Farnese non è estremamente elevata e comprende generalmente svariati e innumerevoli insulti per averlo truffato a lavorare per lei.

 

Mezzo bruto – avventuriero

EV 35+10 (perché è un seguace)

Forza 13

Abilità 10

Coraggio 11

Fascino 8

Intelligenza 8

Fato 10 – Ora Provvidenza 9

 

Devozione “Sacro Starnazza combatte sempre con la mazza” – alla fine di ogni scontro in cui utilizza mazze e martelli +1 EV, se non utilizza tali armi -1 EV.

Essere in parte bruto gli conferisce +1 pimp bonus e -3 alla resistenza alla magia.

 

Arma: ascia a due mani di dimensioni spaventose. martello a due mani

Equipaggiamento: corpetto di cuoio, oltre di vino, sacco

 

L’idea mi è venuta pensando alla miniatura dell’ogre di Mordheim.

Giocare a Kata Kumbas utilizzando Uno sguardo nel Buio – le caste dei guerrieri

Cacciatore

Requisiti fondamentali: Abilità e Coraggio almeno 12 punti.

Pregi: +1 P.imp e +1 P.att utilizzando gli archi, empatia animale

Difetti: stesse limitazioni dell’avventuriero

Energia Vitale: 30 punti di energia vitale (PV) oppure assume il punteggio di Energia Vitale (PV) già a disposizione

Empatia animale: può utilizzare le prove di fascino per parlare con gli animali e cercare di farsi ascoltare o comprendere i loro versi.

Guardiano

Requisiti fondamentali: Abilità e Coraggio almeno 12 punti.

Pregi: +1 P.imp con le armi da corpo a corpo, può utilizzare tutte le armi e armature.

Difetti: -1 alla resistenza/sensibilità alla magia.

Energia Vitale: 35 punti di energia vitale (PV) oppure assume il punteggio di Energia Vitale (PV) già a disposizione

Paladino

Requisiti fondamentali: Abilità e Coraggio almeno 12 punti.

Pregi: +2 alla resistenza/sensibilità alla magia e +1 al fato, il bonus non viene aggiunto alla provvidenza se il paladino si converte al nuovo culto, può utilizzare tutte le armi e armature.

Difetti: –

Energia Vitale: 35 punti di energia vitale (PV) oppure assume il punteggio di Energia Vitale (PV) già a disposizione

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Giocare a Kata Kumbas utilizzando Uno sguardo nel Buio – fato e provvidenza

In varie occasioni durante l’avventuraci si trova, in battaglia o durante l’esplorazione, in situazioni dove si potrebbe essere essere fortunati o sfortunati. In questi casi gli adoratori del vecchio culto credono nel fato e nella casualità, mentre tu che una devota del nuovo culto ti affidi alla Provvidenza o al Fato per ottenere un esito favorevole. Ma attenzione! Ricorrere all’intervento dei propri numi tutelari non ottiene sempre una risposta alle proprie invocazioni, e se si resta inascoltati le conseguenze potrebbero essere disastrose. Fra le altre cose il fato e la provvidenza possono essere utilizzate quando uno stregone o un demone tenterà di utilizzare contro il personaggio incantesimi, per evitare trabocchetti particolarmente insidiosi o per ignorare (far quindi ritirare) i tiri di dado propri o degli avversari che sono estremamente sfavorevoli.

Il fato è una nuova qualità che si aggiunge alle precedenti di Uno Sguardo Nel Buio e viene determinata alla creazione del personaggio tirando 1d6+6.

Un personaggio non può utilizzare il fato o la provvidenza per influenzare azioni compiute da altri giocatori o da nemici che non lo stanno attaccando.

In questi casi si effettua un tiro del fato o della provvidenza, il tiro è analogo ad una prova di qualità e la prova riesce se il risultato è uguale o inferiore al valore del fato o della provvidenza, però ogni volta che si fanno un tiro del fato o della provvidenza bisogna sottrarre un punto dal valore di tale qualità. Tanto più ci si affida alla Provvidenza o al Fato, tanto più rischioso diventerà farlo.

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Nessuna dignità nella morte – storie di gitani e bruti

Vostra Grazia,

nella mia precedente missiva vi avevo scritto che mi ero recata ad Arizza assieme a Valentino Grimaldi e a Ofelia. La mattina svegliandomi sono stata accolta dal finimondo, la giornata è stata così intensa che ho deciso di scrivervi anche se ancora non ho tirato le fila del caos che si sta muovendo attorno a me, spero che per quando voi leggerete questa missiva ogni questione si sia risolta positivamente.

La sera precedente era arrivata una carovana di giocolieri rom ingaggiata da uno dei maggiorenti per matrimonio della figlia. Anche il conte Basianto era arrivato per lo sposalizio ad Arizza, sperando in un obolo da parte dello sposo, per evitare la “lex iuris primae noctis”.

Invece non vi sarà nessun matrimonio perché la sposa, Isabella di Roncalle, è stata uccisa.

Ammetto che il mio primo pensiero è stato che con i gitani in circolazione c’era da aspettarsi qualunque misfatto, fra ladri, pagani e stregoni sono una genia infausta e maledetta.

Vi erano parecchi indizi a loro carico: uno dei giovani era stato visto parlare con la ragazza la sera prima e la mattina era tornato all’accampamento dei girovaghi sporco di sangue, inoltre il coltello utilizzato per uccidere la vittima era stato trovato ancora macchiato di sangue nel carrozzone dove il giovane rom dormiva.

Per quanto la soluzione del delitto in principio sembrasse semplice, dovetti ricredermi dopo aver fatto la conoscenza con Thorax il mezzo bruto. Un essere sporco, puzzolente e malvagio che avrebbe potuto aver commesso il delitto egli stesso se non fosse che era rimasto tutta la notte in compagnia di una meretrice. Scoprii da lui che la mia famiglia aveva già cominciato ad assoldare mercenari per scortarmi a casa. Non appena avessero scoperto che ero fuggita, avrebbero utilizzato quegli stessi mercenari per darmi la caccia. Perciò contro il parere di Grimaldi e Ofelia decisi di assumerlo dalla mia parte fino a che era inebetito dalla sbornia della sera prima e ancora non poteva tramutarsi in un avversario. La montagna d’uomo mi costò ben due monili che avevo recuperato nella miniera del conte Basianto, dove egli nascondeva la sua zecca clandestina.

Devo dire che Ofelia fu molto sconvolta dai modi rozzi e incivili di Thorax, dopo tutto la sua vita è stata segnata da numerose violenze subite nel passato e capisco che un essere così rozzo la inquieti e faccia riaffiorare lugubri memorie dal suo passato. Parlandole a lungo, con l’aiuto anche di Valentino Grimaldi, riuscii a farla calmare e a convincerla che ero perfettamente in grado di gestire la furia del bruto e la rassicurai che l’avrei protetta.

Piena di gratitudine Ofelia mi si avvicinò e mi stampò un bacio sulle labbra prima di dirigersi felice al mercato in cerca di qualche monile.

Principessa, la cosa mi ha lasciato alquanto turbata, in tutta la mia vita ho cercato di tenermi lontana da contatti troppo ravvicinati con gli altri esseri umani, timorosa che gli affetti possano mostrare un mio lato debole, turbare la mia risolutezza e convinzione. Mai mi sarei aspettata che una persona potesse arrivare a tanto, men che meno una donna, con sangue elfico nelle vene, e per quanto condivida la mia stessa fede anche se vista da lati contrapposti non posso fare a meno di pensare che sia stata mandata per farmi vacillare. Ora per la prima volta le regole che mi ero autoimposta sono crollate e trovo difficile pensare cosa io debba fare con lei. Aspetterò di vedere se si sia resa conto dell’errore che ha commesso, in caso contrario sarà mio dovere farle capire che non è questo ciò a cui siamo state chiamate. Siamo qui per scacciare streghe e assassini, non per civettare come le ragazze di paese.

Eppure per molto meno ho fatto cavare la pelle a frustate a chi mi oltraggiava, possibile che io non abbia risposto a questo affronto neppure con uno schiaffo?

Comunque lasciata Ofelia ripresi a parlare con il Bruto, il quale mano a mano che smaltiva la sbornia mi rivelava interessanti dettagli sulla sera precedente, conditi da continue imprecazioni e ingiurie nei miei riguardi. L’omaccione era stato una guardia della carovana di gitani, ma si era stufato di loro e li aveva lasciati a metà del periodo pattuito. La sera si era appartato con una prostituta e mentre era preso dall’ardore del momento era stato accoltellato a tradimento da uno dei gitani, infuriato perché aveva rotto il contratto con loro. Thorax aveva pestato sonoramente il rom ed era questi che poi era tornato all’accampamento ed era stato arrestato dalle guardie del conte.

Il minimo da fare visto l’atteggiamento poco collaborativo fu tentare di togliere dalla testa del bruto le insulsaggini riguardanti la venerazione dei demoni. Il mio tentativo di convertire quella creatura però ha avuto un esito assolutamente negativo per il momento.

Ora dovrò per forza affrontare il conte Basianto e riuscire a parlare con il gitano prigioniero.

Come sempre, Argenta, devo ringraziarvi per la cortesia che mettete nell’accogliere le mie missive, presumo che già questa sera spedirò un nuovo piccione per ragguagliarvi sui dettagli che potrebbero emergere nel pomeriggio.

Devotamente serva vostra,

Camelia Farnese.

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Giocare a Kata Kumbas utilizzando Uno sguardo nel Buio – le razze

Una cosa che manca ad uno sguardo nel buio per poter essere adattato a Kata Kumbas è un preciso concetto di razza che non sia legato direttamente e univocamente a quello di classe. utilizzando queste regole il nano e l’elfo del gioco originale non sono più disponibili. Nani e mezzi elfi possono scegliere anch’essi classi come gli avventurieri umani.

Razze originali di Kata Kumbas

Iperborei.

Si trattava originariamente delle popolazioni indoeuropee dai capelli biondi o mori provenienti dal nord o dall’est, ma nel corso dei secoli il termine si è evoluto per includere tutte le razze che denotano bellicosità e un radicato istinto guerriero, includendo anche le popolazioni di pelle nera dei territori a sud dell’Enotria.

Alla creazione lanciano due dadi e scelgono il valore più alto per la forza e il coraggio

Rom

I rom sono gruppi etnici originali delle zone ad est di Laitia, le grandi pianure abitate da pastori che si estendono fino alle terre desolate prendono il nome proprio da tali abitanti. Come per gli iperborei la definizione è molto generica ed include spesso anche i Nidiani e le popolazioni dagli occhi a mandorla che un tempo avevano costruito i grandi imperi dell’est.

Alla creazione lanciano due dadi e scelgono il valore più alto per l’abilità e il fascino

Popolo Antico

Sono una delle razze più antiche razze umane di Laìtia, profondi conoscitori per indole e per cultura della magia, dell’alchimia e dell’arte di comandare gli spiriti. Sono una razza nobile ma decadente, che presenta spiccati tratti mediterranei.

Alla creazione lanciano due dadi e scelgono il valore più alto per il fascino e l’intelligenza

Possono diventare maghi, evocatori o alchimisti anche partendo da avventurieri.

Non possono diventare paladini o guardiani.

Nuove razze

Nani

Sono una razza longeva di abili artigiani. Su Laìtia vivono sovente in caverne o dimore sotterranee costruite al livello delle cantine. Alcuni sono noti anche per essere degli abili minatori.

Alla creazione lanciano due dadi e scelgono il valore più alto per la forza e l’intelligenza.

I nani hanno un bonus di +5 punti di energia vitale

I nani non possono scegliere le classi di mago, evocatore, alchimista e fattucchiere.

Quando usano Armi della categoria 1d6+4 devono usarle a 2 mani e non possono quindi

usare lo Scudo. Non possono utilizzare armi a due mani e se scelgono una classe che non può utilizzare armi a due mani allora non possono utilizzare le armi che infliggono 1d6+5

L’Istinto dei Nani è una capacità speciale che funziona così: Quando un Nano vuole cercare un Tesoro o una Porta nascosta deve segnalare un punto ben preciso e lanciare 3d6. Ogni

Mezzi elfi

Gli elfi sono estremamente rari su Rate e in genere risiedono nelle zone più settentrionali del mondo. Hanno però l’abitudine di rapire i bambini degli uomini per crescerli come figli, solo per poi ricacciarli nel mondo una volta cresciuti.

Alla creazione lanciano due dadi e scelgono il valore più alto per l’abilità e l’intelligenza.

Vedramini

Sono i più antichi abitanti di Laìtia, gente buffa e simpatica che vive soprattutto nella Zolia.

+2 alla resistenza/sensibilità alla magia, +1 parata viste le piccole dimesioni.

Non possono scegliere le classi di mago, evocatore, alchimista o paladino

Mezzi bruti

Sono esseri nati dall’unione, in genere generata dalla violenza, fra un bruto e una donna umana. Sono creature sudice e irascibili, in genere postate alla violenza al pare dei loro progenitori bestiali.

Alla creazione lanciano due dadi e scelgono il valore più alto per la forza e il coraggio

+1 P.imp, -3 alla resistenza/sensibilità alla magia.

I bruti hanno un bonus di +5 punti di energia vitale

Qualsiasi arma, armatura o oggetto di vestiario deve essere fabbricato appositamente per loro e costa 1,5 volte il corrispondente oggetto umano.

Non possono scegliere le classi di mago, evocatore, alchimista e fattucchiere, ne prendere una classe del nuovo culto.

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