Denizens of Ravenloft

Negli anni novanta la Ral Pharta produceva miniature per varie serie di AD&D, fra queste vi era anche Ravenloft.  Ieri mentre mi trovavo in un negozio di modellismo a Thiene mi sono  imbattuto  in una copia di Denizens of Ravenloft,  una scatola di cartoncino contenente dieci miniature appunto per Ravenloft, fra cui Azlin il lich, Strahd von Zarovich e lord Soth.

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Non ho potuto resistere alla tentazione di prenderlo ed ecco alcune foto.

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Giocando ancora a Heroquest e Castle Ravenloft.

Per la fine delle vacanze un’ultima partita di boardgame, già ieri ho ricominciato il lavoro e ora per un po’ le scatole dei giochi vanno in soffitta.
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Ora che abbiamo trovato i sopravvissuti nella cappella dobbiamo fuggire. Il problema è che abbiamo creato una tabella con i dannati della gola che sono decisamente troppo per le possibilità del gruppo (e ho commesso l’errore di considerarlo un mostro che possa essere aumentato di quantità per un gruppi numerosi)

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con 3 png da salvare all’inizio siamo un po’ tanti… Continua a leggere

Il nostro potente signore signore, grande stregone stegone… squit squit

Il nostro potente signore signore, grande stregone stregone, squit squit, anni fa ha avuto una visione visione.

Il tredicesimo figlio della tredicesima cucciolata, squit squit, di una fattrice, tredicesima figlia di tredicesima figlia è nato con il pelo nero.

Fra tredici anni questo, squit squit, figlio di niente niente potrebbe porre fine al potere del nostro terribile padrone padrone, squit squit.

pertanto voi dovete ucciderlo!

… Ah quasi dimenticavo… squit squit… dal tempo della visione del nostro potente signore signore sono già passati 10 anni.

Quelli che vi hanno preceduto, squit squit, hanno miseramente fallito.

Ho intenzione di provare una nuova partita di boardgame, utilizzando le regole di Heroquest mescolato con Claustrophobia, vista anche la necessità la necessità di attendere le miniature reaper per riprendere il gioco nel setting di Helldorado di cui ho parlato fino ad ora, mentre ho invece 200 skaven skaven che aspettano di essere montati montati o anche solo colorati colorati

Perché gli skaven? Perché da ingegnere finito a fare tutt’altro lavoro non riesco ad evitare di vedere una grandissima simpatia con i loro ingegneri stregoni sempre a pianificare l’ingestibile e a voler gestire il totalmente andato per aria.

L’idea è di articolare le quest pescandole da un mazzo di “ricerche”, ogni carta indica o una stanza obbiettivo particolare della missione dove trovare un pezzo del puzzle oppure indica di giocare un numero variabile di missioni random prima di pescare una nuova carta.

Quando ci sono tutti i pezzi del puzzle allora si può giocare la quest finale.

Questo cambio di rotta dovrebbe inoltre permettere di poter accantonare la parte di regole che attualmente mi danno più problemi ma che voglio nel gioco finale di Claustrophobia (tiles aperte), gli skaven fanno solo tunnel e fogne. Ciò dovrebbe permettermi di esplorare maggiormente le potenzialità delle regole prima di riprendere il progetto principale e forse un giorno rimettere mano anche a Love Behin the Age of Cthulhu.

Skaven, Warhammer, Warhammer 40000, Mordheim, Necromunda, Squat e Games Workshop sono marchi registrati della Games Workshop Limited. Usati senza permesso. No challenge to their status is intended Questo sito web e` completamente NON ufficiale e in nessun modo appoggiato dallaGames Workshop Limited

Giocando con Heroquest e Castle Ravenloft.

Della serie con la temporanea mancanza di spunti per GdR, mi sto ormai dedicando al boardgame in tutte le salse.

Dopo un’infinità di sguazzate nei dedali infestati di trogloditi appariva una buona cosa abbandonare i cunicoli densi polvere e muffa per ritirarsi in un monastero vicino a Nuova Gerusalemme. Peccato che il luogo di riposo si sia rivelato infestato da demoni ed esseri ancora più malefici. Qui il gruppo incontra uno dei pochi sopravvissuti alla strage Jhorge e in sua compagnia inizia la ricerca di eventuali altri scampati che potrebbero essersi rifugiati nella cappella.

La partita è stata divertente e la scelta di cambiare Tiles una volta ogni tanto ci sta per quanto qualitativamente quelle di Claustrophoobia restino le migliori.

Peccato che non avessimo pensato che le stanze necessitano di regole speciali e siamo stati costretti ad aggiudicare l’effetto delle tiles nere in corso d’opera rallentando il gioco.

Veniamo alla partita, questa volta ci sono 5 eroi 3 miei e 2 della fidanzata perciò i mostri li gioca solo lei per equilibrare i turni. Per bilanciare gli incorri abbiamo semplicemente aggiunto un ragno in più ad incontro e l’effetto nel complesso è rimasto bilanciato.

Il movimento avviene comunque per tiles, “le piastrelle sono solo per bellezza”

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La prima tile va liscia ed è vuota, la seconda è una cripta e mette in gioco tre cadaveri ambulanti. Il ragno è plus one e poiché sono tre modelli per fazione in ogni stanza piccola viene spostato nella tile iniziale.
Una volta qualcuno aveva detto no ai non morti ma adesso l’idea è già stata cambiata. Continua a leggere

Una partita a caustrophobia con regole di heroquest

Dopo un esperimento di playtest di due settimane fa venerdì scorso ho provato la prima vera avventura con le regole di Heroquest e il materiale di Claustrophobia.

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Un po’ di materiale sparso…

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I nostri 4 eroi pronti per l’avventura.
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L’orscura Barovia – Kavan

In una mattina fredda non c’è nulla di meglio del brulé caldo davanti al fuoco di una taverna. Il vago aroma di muffa dei salumi lasciati appesi alle travi del locale aiuta a ricordarmi l’aroma del laboratorio dove da giovane usavo studiare, il che mi porta oggi ad essere particolarmente malinconica, o almeno più malinconica del solito.

Ho passato parte della mattina dibattuta poiché non ho ancora deciso se quando incontrerò nuovamente il mio maestro Nat’h Kadal deciderò di utilizzare su di lui la mia nuova spada magica, che sembra essere dotata di incredibili poteri contro i non morti, o mi abbandonerò mitemente a qualsiasi progetto lui abbia per me, come suggerirebbe la malefica Chrone.

Questo almeno fino a quando Allisa non è arrivata nella taverna portando con se un giovane macilento e chiaramente febbricitante. Il taverniere, di cui mi rifiuto di imparare il nome, gli ha propinato la sua solita cura per il freddo, un bicchiere di brandy alle prugne.

Allisa mi ha detto che il giovane era stato morso.

-Morso?- le ho detto -E allora che si fasci e metta del muschio sulla ferita.-

-No, Volumnia. È stato proprio morso, MORSO!- ha detto la ranger: -È stato M O R S O.-

-Anch’io potrei morderti se non la smetti di importunarmi. Se l’ha attaccato un cane randagio e ha preso la rabbia basta sopprimerlo. Il ragazzo, non il cane.- volevo tornare al mio brulè e ai pensieri delle cose che mi faceva Nat’h Kadal quando ero giovane, erano molto più piacevoli che discutere di un giovane debosciato e macilento.

-Cercavo di dirti che è stato morso da un vampiro, senza scatenare il terrore nella locanda.-

-Va bene, affari suoi, tanto non esiste una cura. Comunque non è un mio problema, anzi forse è una buona cosa se diventa un vampiro dal mio punto di vista, potrei invitarlo una sera ad un appuntamento diciamo “romantico”.-

-Dimentico sempre il disgustoso fascino che provi per le cose morte, ma comunque dobbiamo aiutarlo, ogni vampiro in più è un umano in meno e alla fine ci uccideranno tutti.-

-Vero, ma non esiste una cura quindi che il giovane si arrangi.-

Pensavo di aver chiuso il discorso ma Kat si è intromessa: -Qui ti sbagli Volumnia, ho sentito leggende di una fontana nei boschi di Salvich che…-

-C’è sempre una leggenda Kat, ed è sempre falsa.-

-No, questa deve essere vera, l’ho sentita anch’io.- ha detto Allisa -L’acqua della fontana curerebbe dalle maledizioni e dal vampirismo, ma il luogo dove si trova è stato maledetto dal conte Strahd e ora è infestato da bestie feroci e non morti.-

La discussione continuò ancora per poco, la verità è che fino a che sono qui sola in un luogo che non conosco ho bisogno delle due ragazze, e anche loro hanno bisogno di me. Senza la mia saggezza e la mia magia sarebbero già finite male da un pezzo.

Così ora dovrò andare a vagare nel boschi vicino a Vallaki alla ricerca di una radura maledetta dove si trova una caverna con una fontana, guardata dai morti viventi. Mi sa che questa volta prima di partire un goccio di brandy alla prugna me lo faccio volentieri.

Volumnia

Note sulla partita: il segnalino di Kavan è assolutamente orribile, sembra un campione dei predoni del caos di warhammer, non un povero giovane afflitto dal vampirismo.

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L’orscura Barovia – lasciando Castel Ravenloft

Anno 929 – Nevoso, mercoledì 26, mattino.

Ieri io, Kat e Allisa siamo partite all’alba. Prima di andarcene per sempre dal villaggio di Barovia abbiamo deciso di fermarci un’ultima volta nel castello di Ravenloft per depredare il conte Strahd di qualche tesoro nascosto nelle cripte.

L’idea si è rivelata alquanto infausta poiché anche di giorno i servitori del Conte sono abbastanza attivi, cosa strana per dei morti viventi, e quando il calar del sole ci ha sorpresi ancora dentro al castello ci siamo ritrovati a dover scappare da un’orda di morti diventata inferocita e assetata del sangue dei profanatori del luogo del loro innaturale riposo.

Siamo sfuggite a fatica e con solo poche monete ed alcune pozioni. Ora ci dirigeremo quanto più in fretta possibile verso Vallaki attraversando la Vecchia strada di Svalich, speriamo solo di riuscire a distanziare gli inseguitori. Ora che è giorno i morti viventi dovrebbero incontrare difficoltà ad inseguirci, o almeno spero, le nebbie di Barovia stanno intaccando molte delle mie certezze…

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Questo non è in realtà un episodio di gdr, ma il racconto del boardgame Castle Ravenloft.

l’oscura barovia – abbandonare Barovia

Anno 929 – Nevoso, lunedì 24, sera.

Ora mi sto concedendo un bagno caldo nella mia camera, sperando che i segni della frusta presto spariscano dalla mia pelle un tempo candida e immacolata.

Uno dei vantaggi della prigionia che non avevo preso in considerazione era la mancanza di quella bisbetica di Chrone, che ora è tornata a farmi la predica sul fatto che non debba farmi uccidere, perché sarà Nath’ Kadal a doverlo fare. Non so una parte di me anela a sentire ancora il tocco gelido del mio maestro sulla mia pelle, un’altra invece ritiene che sia ormai ora di farla finita con il vecchio Lich, il che mi rende molto confusa.

In ogni caso non sono più vicina di prima a scoprire il modo per trovare una porta di livello che mi riconduca su Laìtia.

Sarà comunque opportuno abbandonare il villaggio di Barovia, prima che gli uomini del vampiro Stradh cominciano a cercarmi, ad un paio di giorni di cammino ad ovest si trova il villaggio di Vallaki, nel pressi del lago Zarovich, li spero di trovare qualche informazione in più su questo luogo rispetto a quelle fornitemi fino ad ora dai taciturni contadini. Se non altro riuscirò ad allontanarmi dalle pedici maledette del castello di Ravenloft.

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Questo non è in realtà un episodio di gdr, ma il racconto del boardgame Castle Ravenloft.

l’oscura barovia – in fuga dai sotterranei

Anno 929 – Nevoso, lunedì 24.

Dopo giorni di torture ignobili subite per mano dello stregone Klak, finalmente io e Kat siamo riuscite a sorprendere i suoi servitori coboldi in un momento di disattenzione e a sgozzarli come meritano.

Finalmente libere, dovevamo solo sopravvivere ai non morti che infestano le cripte e cercare di recuperare qualche equipaggiamento. Kat rubò ad uno dei morti viventi un anello di rigenerazione, mentre io riuscii a procurarmi una spada in qualche modo magica che sembra molto efficace contro i non morti, peccato che se la impugno troppo a lungo tenda ad ustionarmi le mani.

Avanzammo fra scheletri, spettri e zombie alla disperata ricerca di Allisa e la trovammo nella sala di tortura mentre Klak era intento a seviziarla.

Come la volta precedente lo stregone cercò di richiamare i suoi abbietti seguaci, ma questa volta in pochi riuscirono ad arrivare in suo soccorso e nonostante la quantità copiosa di fiamme magiche evocate da Klak per tentare di respingerci, questa volta siamo riuscite ad ucciderlo.

Una volta morto Klak, nello scompiglio generale è stato possibile trovare un passaggio segreto e uscire nuovamente a vedere la luce del sole.

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Questo non è in realtà un episodio di gdr, ma il racconto del boardgame Castle Ravenloft.

l’oscura barovia – lo stregone Klak

Anno 929 – Nevoso, giovedì 20, sera.

Mi domando quante altre volte dovrò ancora tornare in nel sotterraneo infernale di Castel Ravenloft, prima di trovare il modo di scappare da Barovia… Ormai mi è chiaro che, nonostante il notevole numero di non morti a disposizione per un negromante come me, devo lasciare questo luogo infernale prima che mi porti alla follia.

Nei sotterranei abbiamo incontrato Alissa, una ranger – noi su Laìtia diremmo cacciatrice – che aveva rintracciato l’origine del male che affliggeva Barovia: si trattava di un sortilegio del folle stregone Klak.

Non racconterò di tutti gli orrori che abbiamo dovuto affrontare negli oscuri meandri delle segrete di Castel Ravenloft, basti sapere che i non morti sono sempre in agguato in tali recessi, poiché è sufficiente parlare dell’abominio finale che ci attendeva nel laboratorio della cripta.

All’interno di una stanza ingombra di strumenti arcani e sconosciuti, abbiamo trovato lo stregone Klak, il più viscido ed infido dei coboldi che infestano la collina. Nel suo folle delirio Klak ha costruito una macchina. Un orrendo groviglio di cavi e tubi, con parti meccaniche e altre viventi, grondanti di sangue ed altri umori fetidi, che l’occhio umano non è in grado di abbracciare nella sua interezza talmente forte è il ribrezzo. Quest’oggetto, abbiamo scoperto a nostro malgrado, non solo è in grado di evocare tempeste di fulmini, ma anche di attirare a se ogni disgrazia immaginabile. Che si tratti di spettri, cedimenti del pavimento o trappole che appaiono dove prima non vi era sentore di pericolo, non riesco a togliermi l’idea che fosse tutto opera della macchina infernale di Klak.

Sebbene di per se Klak fosse solo un codardo che chiamava in continuazione i suoi servi per ricevere aiuto, tale è stata la moltitudine di mostri intervenuta in suo aiuto e tale l’influenza meschina della macchina che uno a uno siamo tutti stati catturati.

Ora mi trovo in cella con Kat e non so che fine abbia fatto Alissa. Klak mi ha lasciato tenere il mio diario così che io possa raccontare degli orrori che subiremo durante quella che si prospetta come una lunga prigionia.

Due guardie stanno aspettando per prendermi in consegna appena finirò di scrivere, non oso immaginare che progetti Klak abbia per me.

Volumnia

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Questo non è in realtà un episodio di gdr, ma il racconto del boardgame Castle Ravenloft.

L’oscura Barovia – la cappella di Ravenloft

Anno 929 – Nevoso, giovedì 17, sera

Se qualcuno crede forse che i non morti delle cripte di castel Ravenloft siano più quieti durante il giorno, beh devo dirgli che si sbaglia di grosso.

Arrivare alla cappella dove è stata rinchiusa l’icona di per se non sarebbe stato difficile, se non vi fossero state le trappole e i guardiani fiammeggianti che guardavano l’accesso alla cripta.

Per fortuna che Kat si è rivelata un ladro in grado di pensare alle trappole ed è riuscita anche a distrarre e sviare in un’altra direzione uno dei guardiani. Comincio a credere che il conte Strahd la voglia morta per qualcosa di più di un semplice torto.

Comunque più di una volta dopo aver combattuto contro un gruppo di morti viventi dovemmo ricorrere all’aiuto di Thogrim, perché ci curasse dalle ferite delle armi arrugginite ed infette.

Vi era inoltre il problema dei ratti che infestavano i corridoi e dei lupi che il conte utilizzava come cani da guardia.

Arrivati nella cappella ci trovammo a dover affrontare un lupo e due mangiatori di carogne. A quel punto decisi di ricorrere al mio incantesimo più potente e visto che erano tutti e tre esseri viventi (per quanto ciò si possa dire di una creatura che si ciba della carne dei morti) li trasformai in scheletri sotto il mio controllo.

Con il loro aiuto riguadagnare l’uscita dopo che Thogrim ebbe preso l’icona fu molto più semplice. Logicamente quando guadagnammo l’uscita e tornammo alla luce del sole i tre scheletri crollarono in polvere.

Volumnia

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Questo non è in realtà un episodio di gdr, ma il racconto del boardgame Castle Ravenloft.

L’oscura Barovia – il talismano

Anno 929 – Nevoso, mercoledì 16, notte.

Mentre trangugiavo la minestra sporca un sacerdote nano è venuto a disturbare me e Kat, cercava due avventurieri con cui condividere una terribile rivelazione: il conte Strahd era un vampiro.

Dissi al vecchio che la cosa non mi interessava molto, mummie o vampiri i non morti per me erano tutti uguali, anzi forse un vampiro era anche più attraente dei cadaveri rinsecchiti a cui ero stata abituata nella Nidia, pur essendo comunque piacevolmente gelido.

Credo che il sacerdote volesse vomitare quando realizzò la mia predilezione per la necrofilia, mentre Chrone si affrettava a smontare il mio quadro idilliaco facendomi notare che il vampiro era sicuramente un negromante di potere maggiore del mio, il che era sicuramente un problema. Mi fece inoltre notare che dovevo restare viva fino a quando Nat’h Kadal, il mio maestro, non avesse deciso lui che era ora di uccidermi. Replicai seccata al corvaccio che sinceramente ero già morta una volta e avrei desiderato evitare di ripetere l’esperienza per molto tempo. Sto cominciando a meditare che essere una proprietà di Nat’h Kadal non sia una cosa così entusiasmante.

Quando il nano riuscì a riprendersi dalla consapevolezza di quale fosse la misura della mia empietà decise comunque di confidarci il suo piano, in virtù del vecchio adagio “il nemico del mio nemico è mio amico”.

Il Nano che si chiamava Thogrim mi disse che quando era diventato un vampiro Strahd aveva gettato nel sotterraneo del castello un’icona benedetta che in precedenza si trovava nel tempio della regione e di cui si dice tema il potere. Thogrim desiderava tale icona per tentare di compiere un rituale che indebolisse i poteri del mostro e voleva l’aiuto mio e di Kat per prenderla. Sebbene timorosa di tornare nel luogo del suo supplizio Kat si disse disposta ad aiutare il sacerdote poiché in ogni caso il conte avrebbe tentato nuovamente di ucciderla.

Io ho riflettuto che Chrone aveva ragione, il vampiro potrebbe essere una minaccia per me e quindi ho acconsentito a malincuore ad aiutare anch’io il nano.

Ora cercherò di dormire un po’ prima che si faccia giorno, dovendo tornare nei sotterranei del castello di Ravenloft domani sarà sicuramente una giornata inquietante.

Volumnia

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Questo non è in realtà un episodio di gdr, ma il racconto del boardgame Castle Ravenloft.

L’oscura Barovia – nelle cripte del conte

Anno 929 – Nevoso, mercoledì 16, sera

In qualche modo sono riuscita ad arrivare in un villaggio senza nome della Barovia e ora sto sorseggiando una brodaglia insipida.

La cripta in cui ero rimasta intrappolata sarebbe stata un luogo meraviglioso se non vi fossi capitata senza sapere dove esattamente mi trovassi. Era piena di materiali utili per i miei incantesimi e cadaveri inumati di fresco, anche se nessuno a sufficienza da attirare le mie brame. La cosa strana è che tutti i cadaveri fossero stati dissanguati.

Era anche piena di morti rianimati e io diedi il mio contributo a ripristinare quelli che distruggevo, con altri sotto il mio controllo. Quel luogo doveva appartenere di certo ad un grande negromante.

Poi incontrai la ragazza. Era impaurita e mi disse di chiamarsi Kat. Si trovava nelle cripte perché aveva offeso suo signore, il terribile conte Strahd, con una qualche mancanza di poco conto e questi aveva deciso di punirla imprigionandola nei sotterranei (o forse per lasciare che le bestie non morte la divorassero).

Mi disse che mi trovavo a Barovia, un regno permanentemente avvolto dalla nebbia e infestato dai vampiri. Qui in realtà tali creature, estremamente rare su Laìtia, sono molto diffuse secondo la ragazza. Come se mi servisse un’altra conferma di essere enormemente distante dal mio mondo natale. Il castello si chiamava Ravenloft, che nella linqua di laìtia suonerebbe all’incirca come: Posatoio del Corvo. Immagino che Chrone adori di già tale luogo.

Avevamo appena finito di parlare che da una delle tombe spuntò improvvisamente fuori un vampiro. Comunque, secondo la serva del castello, da qualche parte doveva esserci una scala segreta e se l’avessimo trovata avremmo potuto sfuggire alle grinfie del mostro.

A questa rivelazione sono seguiti i 10 minuti peggiori della mia vita. La stregoneria del non morto mi ha quasi ucciso, ma alla fine Kat ha trovato il passaggio segreto e io mi sono infilata subito dietro di lei sbarrando la pesante lastra di pietra alle mie spalle.

Trovammo un cunicolo che ci condusse all’esterno e Kat mi portò al villaggio. Con molta originalità il villaggio era semplicemente il villaggio di Barovia, il che secondo me la dice lunga sugli abitanti di questa regione.

Ora desidero solo una notte di riposo.

Volumnia

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Nota importante: questo non è in realtà un episodio di gdr, questo è il boardgame Castle Ravenloft. Come ho già detto altre volte la correlazione fra gdr e racconto a mio parere non è una cosa necessaria e i due hanno ambiti diversi.

L’oscura Barovia – attraversando una porta di livello

Anno 929 – Nevoso, mercoledì 16, tardo pomeriggio

Penso che la notte scorsa avremmo anche potuto difendere la casa dagli assassini, se Olga non ci avesse tradito.

Gli assassini sono entrati da una finestra proprio come ci aspettavamo, ma mentre iniziava lo scontro Olga lanciò un incantesimo del silenzio contro di me per impedirmi di utilizzare la magia e poi del sonno contro Rusty e Giuseppe. Non ho avuto il tempo per capire se i due erano stati colpiti. Ho solo visto Dimitri che accoltellava la maga, prima che due assassini mi fossero addosso. Muta ero inerme, nonostante ora avessi la spada magica che un tempo era appartenuta a Varikas, e quindi cercai la fuga attraverso la finestra alle mie spalle.

Caddi, ruzzolai e mi rialzai, poi cominciai a correre inghiottita dalla nebbia. Non reggevo più in mano la spada, ma se riuscivo a scappare avrei sempre potuto recuperarla assieme agli altri miei averi.

Mi resi conto che mi trovavo già nella foresta sebbene questa fosse molto distante dalle fattorie e non sentivo più il suono degli inseguitori. Sbigottita inciampai su di una radice e caddi battendo la testa.

Quando ripresi conoscenza, contusa e infreddolita, mi ritrovai stesa su un sentiero di foglie morte nel mezzo di un bosco completamente invaso dalla nebbia. Il terreno digradava verso l’alto, probabilmente una collina. Chiaramente mi ero persa.

Chrone mi aveva seguito e ora stava appollaiata su un albero li vicino lanciandomi occhiatacce gelide: «Senza neanche rendercene conto dobbiamo aver attraversato una porta di livello, ora siamo in un luogo diverso, probabilmente non siamo neppure più su Rarte.».

Sospirai sconsolata: «Decisamente questa giornata sta iniziando splendidamente.».

Ho proseguito lungo il sentiero che si alzava verso la collina fino quasi al calar del sole. Mentre risalivo il pendio ricolmo di alberi e inghiottito dalla nebbia, ad un certo punto notai che sulla sommità della collina si stagliava un massiccio castello che iniziava a delinearsi fra la nebbia.

Chrone mi disse che oltre il castello dall’alto aveva scorto un paesino, sempre avvolto dall’onnipresente nebbia. Poiché avevo scorto segni della presenza dei lupi decisi di cercare una grotta in cui potermi riparare e poter accendere un fuoco.

Alle pendici dell’altura su cui sorgeva il castello io e Chrone riuscimmo a trovare un anfratto, ma come entrammo ci rendemmo contro che la grotta era stata trasformata in una cupa cripta, una bassa scalinata scavata nella roccia conduceva ad un vasto androne dove si trovava una tomba. Come ci affacciammo appena oltre le scale una pesante inferriata metallica piombò giù dal soffitto chiudendo l’ingresso alle cripte.

Ora i lupi sarebbero rimasti fuori, ma noi eravamo intrappolate dentro.

Volumnia

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Nota importante: questo non è in realtà un episodio di gdr, questo è il boardgame Castle Ravenloft. Come ho già detto altre volte la correlazione fra gdr e racconto a mio parere non è una cosa necessaria e i due hanno ambiti diversi.