Ieri sera ho giocato a “Le leggende di Andor”, un gioco tedesco tradotto in italiano dalla “solita” giochi uniti, della durata di circa 2h compreso il setup.
Si tratta di un gioco di cooperazione per 2-4 giocatori, il che dal mio punto di vista con la cronica mancanza di giocatori è un punto a su favore. Il gioco si presta anche per il solitario utilizzando più Eroi poichè tra giocatori non c’è nessun elemento da tenere segreto.
Il gico ha un’ambientazione fantasy in stile tedesco, per certi versi mi ricorda uno sguardo nel buio.
Il tabellone double-face (mappa Terre di Andor e mappa Miniera) ha un ottimo livello grafico, e le schede personaggio double-face (versione maschile o femminile) sono discrete. Il gioco contiene inoltre una grande selezione di token oggetti che mi ricorda la prima edizione di descent.
Una grossa delusione sono state le carte evento prive di grafica e sicuramente avrei preferito delle miniature in plastica invece che in cartoncino anche se capisco l’esigenza economica che sta dietro la scelta dei segalini utilizzati.
Dal punto di vista meccaniche di gioco le varie Leggende sono slegate tra loro e non devono essere necessariamente giocate in sequenza, basta solo conoscere il regolamento che di volta in volta viene introdotto/riassunto tramite le carte leggenda, gli stessi Eroi vengono sempre resettati perdendo tutti gli equipaggiamenti e la crescita personaggio acquisiti nella Leggenda precedente.
Le regole sono leggere ma il meccanismo per impararle, che richiede di leggere le carte leggenda mentre si gioca a volte può creare dei dubbi interpretativi. Poiché manca un vero regolamento, vi sono solo il foglio introduttivo e il foglio di riepilogo delle regole, sarebbe più utile effettuare le prime partite con qualcuno che conosce già il gioco e non come nel nostro caso in 4 completamente a digiuno del gioco.
Il gioco è basato sullo scorrere del tempo gli eroi hanno ciascuno a disposizione dalle 7 alle 10 ore di mosse e in qualsiasi momento possono passare ad un altro giocatore e alternarsi. Quando tutti hanno completato le proprie “ore” di gioco allora si comincia un nuovo turno. Ogni nuovo giorno il “narratore” avanza di una casella e ci si avvicina alla fine…
A complicare le cose ogni qualvolta si uccide un mostro la meccanica del gioco fa anche avanzare inesorabilmente il narratore di un’ulteriore casella verso la fine del gioco. Bisogna quindi valutare con attenzione se e quando attaccare i mostri perché troppi scontri potrebbero togliere tempo prezioso che serviva a completare la storia con successo.
Come per Claustrophobia, nonostante la semplicità delle regole, la presenza di varie opzioni per interagire con la mappa fa sì che il gioco non vada preso alla leggera. Riuscire a chiudere una Leggenda con successo richiede molto impegno strategico, ogni mossa/scelta va sempre ponderata al millimetro, cincischiare sul da farsi quasi sicuramente vi costa la vittoria, inutile dire che tra i giocatori è richiesta la massima collaborazione.
Nel corso della partita ci siamo subito accorti che se il gioco viene affrontato alla leggera e non si coordinano le azioni il passo verso la frustrazione da ripetuta sconfitta è molto vicino. Nel primo turno di gioco l’aver preso troppo alla leggera il combattimento mentre ognuno andava per conto suo ci ha fatto decidere di azzerare un intero turno di gioco e far finta che non fosse esistito.
Temo che a ben quadrare la componente strategica del gioco sia estremamente pesante e possa portare a dover ponderare fin troppo meticolosamente ogni singola mossa.
Oltre alle 5 leggende presenti nella scatola, nel web sono disponibili 2 Leggende bonus ufficiali (1 già tradotta) più diverse Leggende amatoriali:
in italiano Tana dei Goblin
in varie lingue BoardGameGeek
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