Disse di chiamarsi Mikah’El e di essere un viaggiatore, che veniva da Saba, al di la del mare. Per quanto ricordassi io, prima della caduta dell’egemonia Saba era una città fantasma, che secondo molti non esisteva neppure. Decisamente durante il mio letargo, nell’ultimo secolo, ne erano successe di cose strane.
Mikah’El chiaramente dal portamento e dal modo di parlare apparteneva come me ad un’epoca precedente alla rinascita del mondo. Faceva strani accenni, pareva sapere “cose” eppure chiaramente non era ne un automa ne un replicante, anzi venne fuori che conosceva pure la magia. Cianciava in continuazione di missioni, compiti, doveri e obblighi. Sebbene lo negasse, dal fare risaputo con cui ne parlava si capiva che sapeva molto riguardo ad Azaliah, anche se non pareva apprezzare quell’argomento di discussione.
Sebbene sembrasse perfettamente in grado di difendersi Mikah’El si era fatto derubare di una gemma da dei briganti e ora cercava qualcuno che la riportasse indietro. Lui aveva fatto un qualche assurdo voto per cui non avrebbe ucciso degli esseri umani, se non in casi di estrema necessità, e quindi aveva lasciato la gemma e il suo cavallo ai briganti, visto che questi non parevano intenzionati ad ucciderlo se lasciava loro i suoi beni.
Naturalmente a complicare le cose venne fuori che la gemma era maledetta e conteneva lo spirito di un demone e il fazzoletto in cui era avvolta era un sigillo per non farlo scappare. Il fazzoletto era protetto da un incantesimo di dimenticanza per cui appariva uno straccio sgualcito e a meno di non cercarlo attivamente sfuggiva all’occhio umano.
In cambio dell’aiuto Mikah’El era disposto a pagare bene e a viaggiare assieme a noi fino a Carcosa. Ci sconsigliò di visitare il pozzo di Agen, era un luogo infestato da mutanti e da cose ancora peggiori.
Dopo aver parlato con Mikah’El siamo andati dallo sceriffo per farci dare qualche informazione su dove fosse il covo dei briganti, ma questi non pareva intenzionato ad aiutarci fino a quando Mikah’El non gli ha parlato facendogli cambiare in un attimo atteggiamento. Lo sceriffo prima scontroso, dopo che Mikah’El gli ebbe chiesto cortesemente di aiutarci iniziò a profondersi in una miriade di informazioni su dove trovare i briganti. Chiaramente quell’uomo possiede una grande stregoneria. La sola idea che la stregoneria esista è una delle cose che disturba di più la mia mente artificiale.
Il luogo aveva anche una biblioteca e io e il matematico decidemmo di dare un’ occhiata ai libri prima di andare a dormire, mentre quell’ignorante di Baxos bighellonava per le stradine dell’abitato.
Anche la biblioteca era alimentata da energia elettrica e dovemmo concedere una lauta “mancia” al custode perché questi andasse a rifornire di ulteriore gasolio il gruppo elettrogeno che alimentava l’edificio. Un’altra cosa che mi ha lasciata perplessa è il modo in cui il bibliotecario ha offerto il gasolio all’alimentatore della biblioteca come se si trovasse difronte all’altare di un dio. Questi umani prendono troppo sul serio la questione degli Dei d’Acciaio.
Stranamente anche Tzhoggath/Willas decise di venire a guardare i libri, cercando tutti quelli pieni di figure. Nei libri riuscimmo a trovare alcune informazioni su Azaliah. Si trattava di un angelo caduto, che prima di essere stata scacciata dall’unico Dio presiedeva il dominio della guarigione. Addirittura alcuni testi sostenevano che si fosse allontanata di sua spontanea volontà da ciò che i libri chiamavano “la grazia dell’Altissimo”.
Qualunque cosa sia questa grazia, chiaramente la tipa è una ragazza poco raccomandabile.
Tessa
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