« Figlia di una meretrice chiamata destino, che si diverte ad illuderti, iniziandoti ai piaceri della carne, ma che regolarmente ti fa sprofondare nella consapevolezza che non sarà mai tua per sempre, privandoti dello stesso piacere a cui lei stessa ti ha iniziato. »
Ispirato ad un vecchio post di Eretia. Dopo anni torno per l’ennesima volta a riprendere in mano un’ambientazione Lovecraft analisi post apocalittica e horror, ma con una strizzata d’occhio ai temi del fantasy romantico.
Amore… ancora oggi mi domando che senso abbia questa parola nell’era del nostro signore Cthulhu, fintanto che mi genufletto al passaggio di sacerdoti pazzi e benedico i colpi delle loro sfere.
Nell’era di R’leyh, di Tsathoggua, Nyralathotep, che spazio c’è per l’affetto e la tenerezza?
Sono parole che le macchine da tempo ci hanno rubato, solo della mia razza è la maledizione di ricordare.
Le mie cosce hanno stretto fianchi robusti e montato falli turgidi, eppure non comprendo come mai duemila anni i poeti cantavano e declamavano mille baci e poi ancora mille e poi altri mille alla loro amata, del palpito del cuore e delle notti insonni.
Ho ricevuto migliaia di baci sulla mia pelle, sul mio seno, sulla mia femminilità, ma non so cosa sia quel trasporto di cui parlavano i poeti morti, quella fiamma che continua a riscaldare il cuore dopo che la passione si è spenta.
Finita la passione non rimane altro da appagare o ricordare, nulla per cui perdere il sonno.
Questa è l’era di Cthulhu, il tempo dell’uomo è finito e con esso il tempo dei sentimenti.
Nuovi dei sono emersi dalle ombre gettate dal caos. Dei in realtà vecchi, che esistono da prima del tempo degli uomini, prima di Tiro e di Sidone, discesi dalle stelle portando le proprie immagini, secondo quanto scritto nel Necronomicon.
Il risveglio di Cthulhu ha portato la libertà dagli affetti e dai ricordi, che è oppressione del debole, furia, rabbia e gioioso massacro.
La mia razza è antica, venuta prima di Canan, di Sodoma e di Gomorra, risale all’alba della nascita dell’uomo, nata quando gli angeli dell’Unico Dio disubbidirono alla volontà divina, scesero sulla terra e si unirono alle figlie degli uomini, ed insegnarono all’uomo loro l’arte dei metalli, la magia ed il fuoco. Da quell’unione nacquero i giganti, i Nephilim, i grandi eroi del passato e per distruggere tale blasfemia venne il diluvio e solo la parte pura dell’umanità venne salvata.
Ma alcuni di noi sopravvissero e divennero mostri marini, mentre altri si unirono nuovamente agli uomini e continuarono a preservarsi in luoghi nascosti.
La nostra statura è diminuita, il nostri poteri quasi svaniti, mentre il nostro sangue divino, se mai è stato tale, si è diluito sempre più con quello degli uomini. Con la venuta di Yuggoth e il risveglio di Cthulhu anche noi perdemmo il ricordo delle nostre tradizioni, ma la maledizione del sangue antico è quella di ricordare frammento di sentimenti e parole che appartenevano ai nostri progenitori, così io ho in testa vaghe idee di altruismo e di amore e nessun gesto con cui io possa darvi espressione.
Spero solo, quando sarà passata quest’era e nuovamente le stelle nel loro moto inarrestabile faranno finire il tempo dei Grandi Antichi e tornerà il tempo dei sentimenti, di esistere ancora e, in quel giorno, di poter chiedere perdono a qualunque essenza o principio, che prenderà il posto di questi dei maledetti.