Vostra altezza,
stavo vagando affranta meditando sulle sventure che si erano abbattute si di me e Ofelia quando incontrai Abdiel vicino a un ponte, accucciato in riva ad un torrente.
Avrei dovuto capire dal nome inusuale e dal portamento serio e indaffarato, mentre con un mestolo raccoglieva acqua solo per versarla a riva, che non si trattava di un comune matto.
Mi salutò con un sorriso ampio e franco, mentre mi guardava con degli occhi azzurri che parevano splendere come le stelle del cielo e disse, come se fosse la cosa più normale del mondo, che era indaffarato perché stava svuotando il ruscello con il mestolo.
Gli risposi seccata che la cosa mi pareva stupida. Non si svuota un torrente con un fiume. Non avevo voglia di perdere tempo con l’ennesimo scemo del villaggio in vena di chiacchere, ma a quel punto Abidiel mi sorprese mostrando di conoscere la mia storia e quello che io avevo fatto, mi domandò come pensavo che le azioni che io avevo compiuto fino ad ora fossero diverse dalle sue che tentava di togliere l’acqua nonostante l’opporsi della corrente…
Forse io con tutti gli scontri e le morti che avevo causato avevo ottenuto qualcosa?
Certo che sì risposi infuriata, un demone era morto, un altro era ancora intrappolato in un rubino, avevo evitato l’uccisione di persone innocenti!
E allora perché mi lamentavo della mia sorte e dell’incomprensione di chi mi circondava se credevo di essere nel giusto?
Certo che mi lamentavo un po’ di riconoscenza sarebbe stata dovuta, loro nemmeno capivano da cosa li avevo salvati.
Lui rispose che forse avrei dovuto cominciare a pensare ai doni che mi aveva dato il Signore Senza Tempo, invece di lamentarmi dell’incomprensione che mi circondava… mi era stata data la forza di volontà per emergere, una dote innata con la spada che mi aveva reso una campionessa del mio ordine e una fede che mi aveva permesso di superare difficoltà insanabili e più di una volta mi aveva protetta dall’effetto delle stregonerie.
E poi era solo un astio inconsulto quello che fronteggiavo o forse i miei modi bruschi e decisi a volte erano eccessivi e incitavano le persone a levarsi contro di me?
Come… una donna non ha diritto ad avere delle convinzioni?
Certo che ha diritto a delle convinzioni, rispose lui, ma il fatto di essere convinti e determinati è forse una scusa per tollerare la maleducazione? È vero, ero stata condannata a Maro, ma chi decide veramente cosa è giusto e cosa è sbagliato?
Fu allora che aprii gli occhi e compresi chi veramente avessi difronte: tu sei un angelo del Signore…
“E tu avevi gli occhi così chiusi da non riuscire a riconoscermi sebbene avessi studiato chi sono nelle scritture…” (N.d.A. No’Akei aveva fallito la prova per ricordare se conosceva il nome)
Avrei voluto gettarmi in ginocchio e piangere ai suoi piedi, ma non mi ero inginocchiata di fronte a nessun uomo, e avevo trattenuto infinite lacrime e infinita rabbia dentro il mio cuore… non avrei certo cominciato a perdere il contegno con un angelo del Signore, non ero più sicura che fossero il mio angelo e il mio Signore…
Con movimenti lenti e misurati mi allontanai e feci cenno a Berus e Ofelia di seguirmi.
Abdiel mi corse incontro e mi abbracciò. Prima di lasciarmi mi disse: ricorda che l’Unico Dio e il Primo Illuminato non ti hanno voltato le spalle, riconsidera la tua idea di voltarle tu a loro e per la strada stai attenta alla sfinge e a Re Fredduk.
Devotamente serva Vostra
Camelia Farnese
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