La Nave degli Orrori – Un nuovo Spirito sulla nave

2013-02-19_IsabelPrincipessa Argenta,

ieri sera ero così sfinita che mi gettai sul letto ancora vestita… Ofelia si offrì gentilmente di togliermi gli abiti e infilarmi una camicia da notte. Non so perché acconsentii ma finì che dopo avermi tolto la blusa Ofelia iniziò a carezzarmi il seno e baciarmi. Nuovamente sentii i suoi denti sfiorare la mia pelle e con un brivido mi ritrassi e poi la allontanai da me urlando.

La nostra lite fu interrotta da delle grida orribili. Uscimmo nel corridoio dove incontrammo anche Carlotta, spaventata come tutti gli altri marinai. Pareva strano che i marinai non prestassero alcuna attenzione alla bambina, chiaro segno che era effettivamente un fantasma.

Avanzando nella calca ci trovammo davanti allo spirito di una donna disperata per la perdita della figlia. Pensavamo che fosse la madre di Carlotta, ma quando la portammo dalla bambina lei non la riconobbe e disse che la stavamo imbrogliando. Quando finalmente riuscii a calmare la donna lei ci disse di essere morta di parto e che era il capitano Collasanta a prevenire il suo riposo eterno, l’avarizia dell’uomo le impediva di poter trovare pace. Non riuscimmo però ad ottenere dallo spirito scosso altre informazioni al riguardo.

Nel frattempo Carlotta era sparita. Quando tornammo nella stiva di carico per indagare non c’era nessuna cabina però, incastrata fra le travi di legno, trovammo una collana d’argento che recava le iniziali C.M.R.

Collana alla mano decisi di andare ad affrontare il capitano Collasanta per chiare una volta per tutte questa storia di fantasmi. Improvvisamente il mio precedente litigio con Ofelia mi pareva così futile.

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La Nave degli Orrori – Sperduti nel mare

2013-02-19_IsabelContinua…

Come se l’attacco dei divoratori di cadaveri non fosse stato abbastanza nel pomeriggio un uomo cadde in mare. Fortunatamente Thorax si tuffò per ripescarlo e riuscì a portarlo in salvo. Nel guardare Thorax che risaliva a bordo non potei fare a meno di notare che la polena della nave non rappresentava più la bella fanciulla che ricordavo dall’inizio del viaggio ma una strega degli abissi con gli occhi sporgenti e le mani artigliate.

Interrogati sulla questione i marinai mi dissero che tale fenomeno era accaduto di frequente dopo l’avvistamento di banchi di nebbia.

A sera ci fermammo per riparare i danni causati dall’attacco dei pirati e Teferine guardando le stelle mi disse che eravamo in una posizione completamente diversa da quella precedente. Il giorno della tempesta eravamo in prossimità della Bralacia mentre oggi ci trovavamo dall’altro lato di Laìtia, molto vicini alle coste della zona nota come le pianure dei Rom. In un solo giorno avevamo circumnavigato metà di Laìtia senza neanche rendercene conto.

Prima i fantasmi, poi i mangiatori di carogne e ora anche le dilocazioni nello spazio, tutto questo sembra a indicare che qualche forza diabolica sia all’opera o nel mare o in questa nave.

Il mistero si sta infittendo, volevo parlare con il capitano ma in questi giorni sembra inarrivabile.

Debitamente serva vostra,
Camelia Farnese

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La Nave degli Orrori – Gli abomini nella nebbia

2013-02-19_IsabelContinua…

Ieri mattina è calata una nebbia estremamente fitta che posso solo definire infernale e da questa sono usciti degli orrendi pirati che parevano più morti che vivi e sembravano più che umani dei mangiatori di cadaveri.

Lo scontro fu breve e brutale.

La loro nave fantasma, avvolta in alghe, corallo e incrostazioni di calcio, ci speronò sul lato e le orrende creature saltarono sul ponte. La bravura degli uomini di Collasanta riuscì ad aarginare l’assalto delle creature diaboliche. Io stessa mi gettai sul ponte con la mia spada magica in pungo, gridando salmi e lodi al Signore senza Tempo, mentre affondavo colpi nella masnada di nemici infernali, ispiando i marinai con le mi grida e quando necessario ache con un lalcio ben assestato al loro fondoschiena. A quanto sembra quegli uomini sono dei veterani temprati, guerrieri sanguinari probabilmente avvezzi a più di un’operazione di pirateria in queste acque, per essere dei semplici e onesti marinai.

Alla fine respingemmo gli abomini che ci avevano attaccato oltre il ponte la nave che ci aveva speronato si dossolse nella nebbia, come se non fosse mai esistita lasciando la nave di collasanta arracante in mare ad imbarcare acqua. Il capitano decise di avvicinarsi alla costa per tentare delle riparazioni.

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La Nave degli Orrori – Carlotta

2013-02-19_IsabelPrincipessa,

Gli unici che stanno traendo profitto da questo viaggio sono Thorax e Teferine che sembrano aver trovato reciproco apprezzamento nella propria compagnia, a giudiacre dai rumorosi suoni di godimento che spesso provengono dalla cabina a fianco alla nostra. D’altronde è ormai risaputo che Thorax venga sempre apprezzato per le sue qualità dalle donne dissolute.

Io invece sto iniziando a pensare che la nave sia maledetta. Dopo l’incontro con Giacomo vi fu una tempesta di proporzioni immani e una delle vele della nave fu gettata in mare.

Ma il vero problema capitò dopo la tempesta, quando incontrai Carlotta.

Quella sera io e Ofelia incontrammo a bordo una ragazzina di nove anni in camicia da notte che si era smarrita. La bambina era coperta di acqua gelida, quindi la portammo alla nostra cabina per asciugarla. La bambina ci disse che aveva perso la propria bambola ed era andata a cercarla e che era il cuoco a portarle ogni tanto del cibo.

Accompagnammo la bambina alla sua cabina, che stranamente si trovava infondo alla stiva di carico e lì trovammo anche la sua bambola, poi andammo da cuoco per avere un po’ di latte fermentato, ma questi negò di aver mai visto Carlotta. Quando tornammo nella stiva di carico, la cabina di Carlotta aveva semplicemente smesso di esistere…

Una sola parola venne alle labbra mie e di ofelia quasi in contemporanea: Fatasmi!

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P.S. non so cosa pensi No’Akei, ma secondo me la nave degli orrori è stato un dei punti migliori della storia di Camelia farnese, paragonabile solo alle avventure inziali prese da No Dignity in Death

La Nave degli Orrori – Strani incontri nella notte…

2013-02-19_IsabelContinua…

Cercai di addormentarmi, ma poi bussarono alla porta. Era un certo Giacomo e pareva un po’ ubriaco e un po’ perso, comunque si scusò dell’intrusione e se ne andò a cercare la propria cabina da un’altra parte.

Non passò molto che arrivò Ofelia spaventata, mi disse che Giacomo aveva bussato anche da lei, stessa identica scena in ogni minimo particolare, ma lei aveva seguito l’uomo lungo il corridoio e su per le scale, solo che arrivata di sopra non c’era nessuno, e lei vedeva già bene di notte ben prima di essere contaminata dal vampirismo.

Era spaventata, temeva che ci fosse un’apparizione sulla nave e voleva restare con me, si scusò per la sfuriata di prima e insistette affinché la punissi. Anche se stanca le assestai qualche frustata decisa mentre rivolgeva a me la sua schiena nuda stando inginocchiata. Mentirei se dicessi che la cosa mi dispiacque, sferzare Ofelia ha qualcosa che per me è molto più che liberatorio…

Poi ci scusammo l’una con l’altra e ci addormentammo, io abbracciata al cuscino e Ofelia a me. Perché le cose fra noi due non possono essere così semplici? Perché Ofelia mi desidera come qualcosa di più che un’amica? E cosa desidera esattamente?

Devotamente serva vostra,
Camelia Farnese.

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La Nave degli Orrori – La nave del capitano Collasanta

2013-02-19_IsabelPrincipessa Argenta,

il primo giorno di viaggio in nave fu molto estenuante. La sera ero distrutta e piena di contratture probabilmente dovute alla tensione degli ultimi giorni e al rollio che non mi aiutava certo a rilassarmi.

Ofelia mi convinse a tornare in camera e lasciarmi massaggiare, avevo accumulato veramente un sacco di tensione e le sue mani mi fecero male. Mi consigliò di togliere la blusa così avrebbe potuto massaggiare con meno forza e distendere egualmente le fasce muscolari.
Acconsentii perché tanto avevo ancora il petto fasciato per poter indossare l’armatura e quindi non c’era il rischio di esporre alla sua vista nulla di imbarazzante, per quanto non potei fare a meno di domandarmi da dove nascesse quello scrupolo…

Ofelia aveva comunque ragione, senza blusa i massaggi erano più efficaci e cominciai a rilassarmi. Purtroppo la natura passionale del vampiro che ora è in lei prese il sopravvento, avvicinò la sua bocca al mio collo e cominciò a baciarmi. Sentii il tocco freddo dei suoi denti contro la mia pelle e la allontanai spaventata… adirata… turbata… imbarazzata… desiderosa di cos’altro ancora?

Ofelia si offese mortalmente, disse che non capiva come io potessi voler continuare a rifiutare quello che lei provava per me nonostante tutta la sua devozione nei miei confronti. Disse che avrebbe cercato un’altra cabina per dormire da sola e sbatté la porta alle sue spalle seccata…

Decisamente i rapporti umani non sono fatti per me, rimango dell’idea che sarebbe meglio evitarli.

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La storia fra Farnese e Ofelia comincia ad entrare nel vivo, probabilmente questa è stata la parte migliore della campagna.

La nave degli orrori – Fino al Porto di Ostia

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Il viaggio fino al porto di Ostia fu più movimentato del previsto. Approfittammo del passaggio sul carro di Francesco Bentivoglio, un uomo che trovammo alla porta orientale di Maro e che cercava un guaritore.

In cambio dei servigi di Ofelia, Francesco ci caricò nel suo carro e ci condusse fino a Ostia, ma lungo la strada venimmo attaccati dai feroci predoni della Lisca Nera. Predoni che divennero molto meno feroci dopo che Thorax ne massacrò un paio con il suo martello e Teferine ne uccise alcuni con le sue pistole. L’incontro con quei derelitti ci fruttò anche quattordici cei. I predoni avrebbero pagato per il nostro pernottamento ad Ostia.

Arrivati ad Ostia Teferine ci presentò al capitano Collasanta, un uomo che ci tenne subito a precisare che la donna che si portava a letto era tutto fuori che santa. In passato la Karrer gli aveva fatto alcuni favori quando doveva portare alcune cose a Maro, quindi Adelmo fu ben disposto a offrirci il viaggio fino a Nevezia ad una tariffa molto agevolata, specie dopo che con mia somma stizza Ofelia propose di trascorrere con lui il resto della serata.

Non so neppure perché me la prenda così con lei… neanche fossimo… non so in realtà cosa siamo.

Devotamente Serva Vostra

Camelia Farnese

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Terrore nella Città Sacra – Scendere a patti

2013-02-19_IsabelPrincipessa Argenta,

Una volta rientrata a Maro e sicura che almeno per un po’ le autorità non avrebbero tentato di decapitarmi, mi recai da Chardath con l’idea di liquidare quella donna, ma la maga, sempre vestita in maniera discinta e sconveniente, rise allegramente del mio proposito di ucciderla.  Era morta da più di un secolo ed era stata riportata in uno stato di non vita dal sangue di sua nipote. Non nutriva grandi timori sulle nostre possibilità di farle del male.

In ogni caso era contenta di rivedere sua nipote Marilissa. Visto che la ragazza era ritornata in vita ci sarebbe stato un posto disponibile per lei come erede degli Stregazza, dopo tutto Chardath non poteva avere figli e le sarebbe stata utile un’erede dei suoi beni terreni e un’apprendista a cui insegnare la magia.

Chardath disse che era stupido tentare di vendicare suo nipote Kaladrath. L’uomo era meschino quanto lei se non di più. Invece se avessimo chiuso un occhio su tutta la faccenda  promise che si sarebbe adoperata perché il consiglio delle stirpi votasse per far terminare il mio esilio.

In fondo io ero stata imbrogliata, ma lei non aveva potuto avere gli oggetti che cercava visto che erano andati distrutti nel crollo del castello Stregazza.

A malincuore ingoiai la bile che avevo verso quella donna e mi decisi ad accettare di arrivare a patti con lei pur di poter essere riammessa in città.

Marilisa per ora preferiva evitare di restare con la “nonna” e preferì venire a cercare alloggio con me, Ofelia e Thorax.

Devotamente serva vostra

Camelia Farnese

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Poi dicono che imbalsamare la testa dei nemici non paga…

Nei boschi della Zolia – Ritorno alla città sacra

2013-02-19_IsabelPrincipessa Argenta,

sono rimasta due giorni accampata fuori dalle porte di Maro in attesa che i soldati con cui avevo stretto un patto prima di uscire dalla città rispondessero al mio segnale e mi facessero entrare da una piccola pusterla laterale sulle mura della città eterna.

Mi fa un po’ strano tornare, ma ho promesso che mi sarei occupata di Chardath Stregazza e voglio dare a quella megera ciò che merita.

Quando incontrai il fidanzato di Sharill che per primo mi aveva chiesto di indagare sui misteri del villaggio di Cuore di Luna, non ebbi il coraggio di raccontargli la verità sulla donna che amava. Gli dissi che Sharill ora stava bene, ma il servizio della dea Selene l’aveva molto cambiata e mi aveva detto di non avere più posto nel suo cuore per l’amore terreno.

Anche se avevo cercato di entrare in città con segretezza venni comunque intercettata da alcune guardie troppo zelanti presso la Piazza dell’Arcilegione. Mostrare la testa imbalsamata del vampiro che avevo ucciso mi permise comunque di guadagnare un po’ di tempo e far si che il consiglio delle stirpi fosse disposto a rivedere la mia posizione di esiliata.

Riuscire ad essere riammessa nell’Urbe avrebbe comunque richiesto parecchia corruzione e ora come ora ero scarsa di denaro.

Devotamente serva vostra

Camelia Farnese

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Poi dicono che imbalsamare la testa dei nemici non paga…

Nei boschi della Zolia – Volpi Mannare

2013-02-19_IsabelPrincipessa Argenta,

ferita più nell’animo che nel corpo, tornai alle cripte, dopo aver dovuto sottostare alle “amorevoli” cure di Sharill. La sacerdotessa vampiro sorrise della nostra avventatezza nel recarci nelle cripte ma ci curò senza fare storie anche se immagino che abbia utilizzato volutamente i rimedi più dolorosi per alleviare il mio malore.

Ritornando alla cripte venimmo sorpresi da alcuni uomini guidati da un’orrenda creatura dalla testa di rospo. Dissero di essere servitori di Tsathoggua e non trovarono alcuna pietà presso le nostre lame.

Dopo la nostra precedente visita alle cripte ormai non vi erano più morti viventi  nel cimitero fra i boschi, ma approfittando del fatto che ora molte celle erano libere una banda di volpi mannare argentee si era impossessata del luogo e avemmo un duro scontro con loro, prima che le infide creature decidessero di battere in ritirata.

Marilissa venne purtroppo morsa da una delle creature e la ferita risultò infetta. Dopo averla bendata alla meno peggio decidemmo comunque di proseguire.

La nostra sorpresa fu quella di incontrare nelle cripte uno stregone vampiro. La creatura della notte risultò essere il maestro di Sharill, l’essere che l’aveva tramutata in un vampiro.

Grazie alle fervide preghiere a Selene, Sharill era riuscita a liberarsi dalla malia del suo padrone, ma non poteva comunque rischiare di avvicinarglisi per non ricadere sotto il suo sortilegio, pertanto aveva preferito mandare me nelle cripte senza dirmi l’esatta natura del male che dovevo sconfiggere.

Uno stregone può essere molto pericoloso dalla distanza, ma confinato in una cripta angusta è estremamente vulnerabile ai colpi di un’arma magica. In fondo sono stata contenta di aver trasgredito ai voti del mio credo e aver tenuto l’arma magica che mi aveva donato il defunto Bruno Visconti.

Lo stregone aveva inoltre rubato una coppa sacra al Nuovo Culto e io la usai per curarmi prima di riporla in una sacca. Recuperare una reliquia poteva essere un buon modo per riuscire a farsi accettare nuovamente a Maro.

Questa mattina Marilissa si è svegliata urlando perché i suoi capelli hanno cambiato colore, diventando bianchi. Temo che sia stata contaminata dal morso delle volpi e che presto diventerà anche lei un licantropo. Appena riuscirò a calmarla tornerò a Maro per occuparmi dei suoi parenti, intanto ho la testa di un vampiro da imbalsamare.

Devotamente Serva vostra,

Camelia Farnese

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– nota del Dungeon Master: le creature sarebbero state dei ratti mannari, ma ne avevo abbastanza di topastri e così ho messo le volpi.

Nei boschi della Zolia – Le cripte infestate

2013-02-19_IsabelPrincipessa,

Il bosco che attraversammo per raggiungere le cripte consacrate a Selene era infestato da orridi ragni le cui ragnatele si appiccicavano a vesti e armature. Un gruppo di quelle disgustose bestiacce ci tese un’imboscata ma i muscoli di Thorax ebbero la meglio su di loro.

Una volta arrivati al vecchio cimitero ormai infestato da alberi e rampicanti velenosi cominciammo a cercare l’entrata alle cripte di cui ci aveva parlato la sacerdotessa Sharill. Tutte le tombe parevano infestate da morti viventi, ma in una trovai una splendila perla che ora porto sempre con me. Il solo tenerla in mano mi fa sentire più saggia e ricolma di buon senso.

Purtroppo nelle cripte incontrai anche il cadavere mummificato di un antico sacerdote il cui tocco mi ha infettato con qualche strano malore che ora mi rende estremamente debole. Presi comunque la spada che c’era nella sua tomba, anche se gli oscuri glifi che l’adornavano dicevano chiaramente che era imbevuta di magia pagana. A mali estremi estremi rimedi e la magia di queste armi dimenticate si è rivelata spesso estremamente potente, come è successo con Aggarath, il pugnale di Marilissa

Sto quindi ritornando da Sharill… Principessa Argenta, dover chiedere l’aiuto di un vampir

oa è una cosa veramente umiliante, ma non ho altro modo di continuare nell’impresa di cercare il culto demoniaco che infesta questi luoghi.

Devotamente serva vostra,

Camelia Farnese.

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Nei boschi della Zolia – Lavorare per il diavolo

2013-02-19_IsabelPrincipessa Argenta,

una volta tornata nel mondo reale, dopo aver abbandonato il mondo racchiuso nella follia di Aggarath, mi accinsi a tornare al villaggio di cuore di Luna dove regnava incontrastata la vampira Sharill.

Dopo tutto quello che era successo fra noi era con estrema apprensione e timore che mi accingevo ad incontrare una siffatta nemica che avrebbe potuto annientarmi visti i suoi tremendi poteri, ma eravamo soli al freddo, senza più equipaggiamenti dopo che le la maggior parte dei nostri averi era andato perso nell’esplosione di Castel Stregazza, perciò avrei dovuto arrivare a patti con quella donna anche se il mio orgoglio mi avrebbe imposto di affrontarla a viso aperto.

D’altronde il Signore Senza Tempo diceva ‘ama il tuo nemico’ e quindi inghiottii il mio orgoglio e andai da Sharill come una supplice con il capo coperto di cenere, sperando che non mi avrebbe divorato per saziare il suo infame appetito.

Sharill, per offrimi la sua ospitalità e il perdono per l’affronto che la avevo arrecato, mi chiese di andare a distruggere gli adoratori di Tsathoggua che infestavano le cripte che come sacerdotessa di Selene sarebbe stato suo dovere proteggere.  Ora che era un Vampiro però le era difficile viaggiare così distante dal suo villaggio.

Dovetti inghiottire una quantità enorme di bile all’idea che fosse quella creatura assetata di sangue a dover perdonare me, ma restai impassibile e accondiscesi alle richieste di quella donna per il bene di Marilissa e Thorax.

Ora sono in viaggio verso il bosco con una nuova scorta di piccioni, spero che sentirete presto parlare di me, altrimenti saprete che sono perita in qualche modo assolutamente orribile…

Devotamente Serva vostra,

Camelia Farnese

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– nota del Dungeon Master: l’avventura questa volta è ispirata a The corrupt crypt of Imather scaricabile da Dragon’s Foot e giocata con le regole di Pathfinder. L’avventura è stata giocata ancora di un anno fa. Come al solito l’avventura è stata modificata per poterla giocare con l’ambientazione di Kata Kumbas.

Antico Terrore – Fuggire da Aggarath

2013-02-19_IsabelContinua…

Oltre alla stanza in cui si trovava Kaladrath c’era un’altra alcova molto simile al luogo da cui eravamo arrivati. Qui si trovava una porta dove c’era lo spazio per fissare le tre gemme che avevamo recuperato , quella dell’inizio, quella di Marilissa e quella del Golem. Grazie alla chiave d’argento riuscimmo ad aprire la porta e ci trovammo nuovamente nelle colline della Zoila ai piedi delle rovine di quello che un tempo era il castello Stregazza.

Marilissa decise di tenere Aggarath, così poteva avere sempre con se il ricordo di suo fratello

Senza più provviste ed carenti di equipaggiamento, con Marilissa infreddolita e in camicia da notte in pieno inverno, mio malgrado decidemmo di tornare al villaggio di cuore di luna per chiedere ospitalità.

Mi chiedo quante possibilità abbiano ora di essere accolte da Sharill, ma almeno sono nuovamente sul mondo di Rate, nelle terre di Laìtia.

Spero di scrivervi nuovamente molto  presto.

Devotamente serva vostra,

Camelia Farnese.

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Antico Terrore -In fondo al pozzo

2013-02-19_IsabelContinua…

Infondo a pozzo si trovava un cunicolo che conduceva ad un’enorme caverna dove al centro sedeva Kaladrath Stregazza dalla cima di un’altissima colonna.

L’uomo era completamente schizzato male e non aveva più una minima coscienza di se, continuava a farneticare cambiando umore ogni cinque minuti, passando dal minacciare, allo scusarsi, al delirare, al ridere. L’unica cosa che riusciva a trattenere la sua attenzione era la sorella Marilissa verso la quale proferiva in continuazione parole di scusa per il male a lei arrecato.

Il folle era così sicuro di sé e della propria posizione di superiorità, avendo rubato parte degli incantesimi di Chardath, che non si fece problemi a rivelare di avere al collo la chiave d’argento che permetteva di aprire l’uscita dal rubino.

Mentre io lo distraevo con una lunga conversazione, Ofelia camminò sulla volta della caverna  e gli piombò addosso rigandogli la chiave d’argento.

Kaladrath andò su tutte le furie per il furto e la nostra spavalderia, ma in qualche modo riuscii a calmarlo e a farlo riconciliare con Marilisa e potei tenere la sua chiave. Lo convinsi che la vera colpa delle disgrazie accadute era di Chardath e che se lui ci lasciava libero potevamo vendicarlo.

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Antico Terrore – L’Arena

2013-02-19_IsabelContinua…

Distruggemmo il golem, sebbene con molta difficoltà, la mia arma magica si rivelò molto utile, così come il nerboruto martellone di Thorax, sebbene i suoi colpi fossero molto attutiti contro quella bestia magica, ma fu la magia di Marilissa a far collare il bestione in pezzi. Uno dei suoi occhi era un rubino e pensammo bene di prenderlo con noi.

Per punire la blasfemia da noi dimostrata, i sacerdoti della cappella costrinsero a combattere nell’arena dove dovemmo sconfiggere un minotauro e un gigante a due teste prima che la nostra ordalia fosse considerata finita.

La cosa strana fu che la gente continuasse a gridarci di nutrire il fuoco e di scagliare le bestie uccise fra le fiamme. Chiaramente in quel paese la nuova fede era solo una copertura e molti dei suoi abitanti nel cuore erano ancora adoratori pagani ed eretici.

Schifata lasciai l’arena e decisi di scoprire cosa si trovava infondo al pozzo cittadino, visto che vi era una scala che consentiva di scendere.

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(un’altro paio di post e poi ho finito il materiale già scritto su Camelia Farsene anche se resta ancora da raccontare tutta l’avventura la nave degli orrori e presto dovremo anche riprendere in mano il personaggio. Purtroppo è da marzo che non gioco ed è da aprile che non ho più continuato i racconti delle avventure già giocate.)