Partita a heroquest fantascienfico – Terza parte

Questa è la seconda partita di Heorquest che ho giocato in occasione del secondo “Torneo per veri duri” di Warhammer 40.000 organizzato dal Thuderdome.

Come al solito, tiles prese da D&D Wrath of Ashardalon e miniature da varie fonti fra cui Necromunda e Warhammer 40.000

ora che abbiamo la chiave bisogna trovare la stanza con la porta per uscire.

2013-07-07-322La prima esplorazione porta subito a trovare una vicolo cieco chiuso da una porta e infestato da mostri Continua a leggere

Partita a heroquest fantascienfico – seconda parte

Questa è la seconda parte della prima partita di Heorquest che ho giocato in occasione del secondo “Torneo per veri duri” di Warhammer 40.000 organizzato dal Thuderdome.

2013-07-07-313la penitente devasta lo zombie con un colpo solo Continua a leggere

Partita a heroquest fantascienfico – Riproviamoci

Domenica alla Baita parrocchiale si è tenuto il secondo “Torneo per veri duri” di Warhammer 40.000 organizzato dal Thuderdome.

Visto che ho dato una mano nel trasporto del pacchi e nell’attrezzaggio dei tavoli ho ottenuto di avere un angolino per giocare ad Heroquest. Siamo così riusciti ad organizzare ben tre partite di Heroquest, riciclando un po’ di modelli di Necromunda.

Nella prima missione bisognava scendere nelle fogne e recuperare la chiave che è nelle mani di uno psionico pazzo e che serve per uscire dalla porta della città.

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Prima mossa un po’ avventata (senza cercare trappole prima di esplorare) che porta alla scoperta di un masso cadente, per fortuna senza conseguenze. Continua a leggere

Ancora in fuga da Atkatla

Altra serata a giocare ad heroquest al club il gridone d’oro, continua la nostra fuga dalla città formicaio invasa dal caos. Un po’ Heroquest, un po’ Warhammer 40.000, sicuramente anche un po’ survival horror… Decisamente queste partite mi stanno convincendo sempre di più che Heroquest con le sue regole “scarne” e ormai vetuste da comunque una grandissima possibilità di espanderlo con infiniti spunti creativi.
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Finalmente troviamo una stanza non in rovina, che quindi conta già come avere un arredo ed in più contiene anche un pozzo. Nella stanza ci sono un paio di scavvy che non sembrano impressionare molto

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Ne arrivano però degli altri come mostri erranti ci eravamo dimenticati che il mostro errante dell’avventura era il cultista del caos.
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Partita a heroquest fantascienfico – Riproviamoci

Il precedente gruppo di avventurieri con cui avevamo cercato di fuggire da Atkatla è morto miseramente, anche se in ultima l’avventura ha regalato momenti al cardiopalma mentre si cercava di capire se l’ultima sorella guerriera avrebbe portato in salvo i 300 crediti o meno.

Le regole di heroquest regalano un gioco semplice e  facilmente modificabile, mentre la generazione casuale del dungeon è un grande valore aggiunto perciò abbiamo deciso: riproviamoci! Una manciata di modelli di Necromunda, qualche altro di Warhammer 40k e i Cultisti del caos di oscura vendetta e siamo nuovamente pronti per giocare e vendicare la tragica morte dei nostri modelli precedenti. Questa volta la Escher ci ha lasciato per essere sostituita da un’assassina del culto della morte.

Nella città alveare di Atkatla ci sono altre sorelle guerriere che stanno cercando la salvezza dal dilagare del Caos, nonché possibilità di vendetta per le loro consorelle uccise, così dopo molte pause (non volute) finalmente siamo in grado di provare a giocare di nuovo a questa versione di heroquest senza master, il gioco è ancora lontano dall’essere privo di bug ma sta finalmente cominciando a scorrere più veloce.

Regole speciali dell’avventura.
Le prime due volte che si tira per un arredo si piazza un segnalino cadavere.
Il primo è il cadavere di Sophia e da un memochip (+1 punti mente permanenti)
Il secondo cadavere è sorella Dominica e da 300 crediti imperiali al gruppo

Per fare le cose semplici abbiamo giocato sempre con le regole un filo d’aria. Bisogna seguire il dado verso l’uscita e se il passaggio viene bloccato il dado va spostato da un’altra parte e si deve tornare indietro. Se il mostro finale non compare prima dell’uscita allora sta nell’ultima stanza.

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inizia sorella Josephine che pesca una carta stanza fantascientifica (è considerata arredata e la 5+ ha una porta chiusa)
tiro per le trappole e inciampo giusto in un masso cadente
tiro per l’arredo della stanza e piazza un segnalino cadavere
tiro per i mostri e piazza 1d3+1 cultisti
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In fuga dalla città alveare

98167 doppioI cultisti che erano sciamati nella grande sala, dove ci eravamo accampate, assetate ed infreddolite, credevano di avere a che fare con delle povere ragazze stremate e impaurite, ma si sono dovuti ricredere sulla loro pelle.

Ora tutto quelle che resta degli eretici sono i cadaveri attorno al pozzo della piazza cittadina. Solo due di loro sono stati sventrati dal mio eviscerator. Mi sono dimostrata debole e mancante , sono riuscita a portare solo pochi dei nemici dell’imperatore nelle tenebre e non sono neppure riuscita a trovare una morte gloriosa in battaglia.

È stata una grande disdetta essere salvata dalle mie sorelle e ancora più disonore è viaggiare assieme ad una psionica sanzionata.

La città formicaio è caduta in mano al caos, colpita come accade fin troppo spesso dalla corruzione strisciante del nemico didentro. In poche siamo riuscite a scampare al primo attacco a tradimento e ancora di meno a lasciare i quartieri alti che venivamo messi a ferro e fuoco dai traditori.

Solo in quattro siamo riuscite ad arrivare all’underhive, io, sorella Dominica, una criminale di bassa lega e la strega che sosterrebbe di essere una psichica abilitata. Se fosse per me avrei già offerto la sua testa all’imperatore ma Dominica è convinta che la donna dica la verità.

Ora dopo questa imboscata dovremo tornare a correre verso l’uscita, dobbiamo sbrigarci a trovare un punto di raccolta e raggiungere la flotta imperiale prima che qualche magistrato la sopra decida di dichiarare un exterminatus e distruggere tanto i fedeli quanto gli eretici rimasti qua giù.

Il tempo corre contro di noi, non so se riusciremo mai a vedere la luce del sole.

Partita ad heroquest fantascientifico parte seconda

La settiman scorsa al Thunderdome (nome molto altisonante per ciò che è in realtà la sala parrocchiale dei carmini) c’era torneo di warhammer 40.000 e noi abbiamo finalmente trovato un angolino e il tempo per completare la nostra precedente partita di heroquest fantascientifico.

Ricordo che il gioco funziona come warhamerquest: ogni turno si pesca una carta stanza e se la tile scelta non è un corridoio si genera un incontro.

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Proseguiamo ed incontriamo dei cultisti, nella dire chamber i mostri difendono con un dado in più.

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Uno degli adepti del caos infastidisce la sorella penitente, ma un colpo di eviscerator lo mette in riga. Continua a leggere

Partita ad heroquest fantascientifico

Dopo mesi ho finalmente provato a giocare nuovamente ad Heroquest, eravamo un po’ arrugginiti ma nel complesso è stata una bella avventura.

Abbiamo ambientato la partita in un setting stile Warhammer 40.000, un gruppo di sorelle guerriere e alcune devote devono cercare di scappare da una città alveare infestata dal caos, ma non è detto che le cose saranno così semplici…

Avevo anche meditato di tirare fuori gli scenici di Necromunda ma poi siamo andati per le tiles di D&D.

Ha cominciato la mia sorella guerriera che pesca la carta antro fetido e lo dispone avanti a lei, per ora il dado si muove in quella direzione. L’antro è velenoso quindi chi vi dimora alla fine del turno deve tirare un dado, con teschio si perde un punto corpo.
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L’antro è infestato da quegli immondi degli scavvy, anche se non sono un gran che la sorella guerriera non riesce a far loro nulla.

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il ganger delle escher muove anche lui verso la minaccia per dare una mano
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Ululati nella notte – La maledizione

Continua…
2013-02-19_IsabelTornando indietro dalla palude incontrammo Bruno Visconti. Lo sorprendemmo che stava bevendo l’acqua della palude. Ci disse che berne l’acqua tossica gli era necessario per non invecchiare. Lui non poteva morire per l’età, ma se non si dissetava con l’acqua melmosa il suo corpo avvizziva come un rampicante secco.Disgustata da quel comportamento io accusai il nobile di essere il responsabile vero della tragica fine di Anna. Lui negò con veemenza le mie accuse, sostenendo che Anna dopo la morte era diventata un concentrato di furia e odio. Per quanto io fossi propensa ad essere solidale con una donna che aveva cercato di sfuggire all’obbligo di un matrimonio combinato, Ofelia mi convinse che la sua esperienza di fenomeni mistici e soprannaturali le rendeva difficile credere che i soli ricordi di Bruno Visconti potessero influenzare quella la manifestazione spettrale.A malincuore dovetti accettare le argomentazioni di Ofelia e ammettere che per quanto avrei desiderato che quell’essere spregevole di Bruno fosse l’unico colpevole di questo tragico misfatto dovevo accettare che le colpe erano egualmente distribuite fra i due promessi sposi.A questo punto probabilmente il modo più semplice per rompere la maledizione era far parlare Bruno con Anna e far comprendere anche alla donna che il visconte non era l’unico responsabile dei tragici fatti accaduti un secolo prima.

Ci recammo nuovamente alla palude per cercare Anna ma quando arrivammo trovammo anche il segugio infernale privo di un occhio. La malefica bestia disse di essere il custode della maledizione e di desiderare che le due anime maledette che lo avevano fatto emergere dall’inferno continuassero a soffrire a lungo. Noi però mettemmo fine all’esistenza di quella bestiaccia demoniaca, per quanto l’impresa si rivelò estremamente ardua. Con l’ultimo fiato che aveva in gola il cagnaccio mi disse che avrebbe portato i miei saluti ad Asaliah per farle sapere dove mi trovavo ora.

Così alla fine Bruno e Anna si riconciliarono e noi potemmo tornare alla magione dei Visconti. Avrebbe potuto essere una storia a lieto fine, ma invece Bruno si accorse del furto delle gemme e dovemmo fuggire. Se non altro avevo già ricevuto la sua spada in dono.

Sicuramente frusterò Ofelia, ma non perché abbia derubato un uomo meschino, bensì perché è stata così maldestra da farsi scoprire.

Devotamente serva vostra,

Camelia Farnese.

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Ululati nella notte – Ofelia

Mi tengo certi brividi alla schiena ..
Perchè fermarli non ne val la pena
Mi tengo pure una ferita aperta…

Mi viene da sorridere mentre stendo la mia mano su di voi e il mio tocco sana le vostre ferite, è così adorabile il vostro volto corrucciato che mi scruta e osserva.

Mi domando cosa stiate scrivendo alla principessa, Dominicella…immagino che vi starete limitando a dire che sono sempre la solita Ofelia che vi fa disperare… mi domando se le abbiate parlato della parte che io ho avuto negli eventi… immagino che abbiate taciuto delle visioni e delle premonizioni che ho sperimentato fin da quando abbiamo lasciato la foresta senza ritorno per tornare dalla principessa e che ci hanno tenute vive anche la notte scorsa. Immagino che abbiate taciuto anche delle lesioni procuratevi dai cani maledetti e di come io abbia scoperto di potervi guarire solo toccandovi mentre vi stringevo le ferite e piangevo.

Sono sempre la solita ladruncola, come ora che sono tornata dalla stanza di Bruno con in mano delle gemme, ma ora sono anche qualcosa di più. Sento la forza della mia protettrice Sacra Purga che scorre nelle mie vene, che mi fortifica e mi consente di stendere su di voi il mio tocco guaritore e compiere altri prodigi. Sto diventando una mistica, e questo solo grazie alle punizioni che voi mi infliggete e che mi avvicinano maggiormente alla via verso l’illuminazione che io ho deciso di percorrere.

Vorrei solo potervi esprimere l’amore e la gratitudine che provo per voi Dominicella e per ciò che mi avete resa.

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Ululati nella notte – Bruno Visconti

2013-02-19_IsabelVostra grazia,

la ricerca della scorsa notte è stata un disastro. Gli uomini si erano divisi in gruppi sempre più piccoli fino a quando improvvisamente i cani hanno attaccato. Due uomini che erano con me sono riusciti a scappare mentre gli altri sono stati sbranati dai cani.

Se non fosse stato per la potenza di Torax e l’aiuto di un vecchietto armato di arco forse avremmo fatto una brutta fine anche noi. Dopo averci aiutato a mettere in fuga i cani l’uomo ci disse di chiamarsi Michele e di essere servitore di Bruno Visconti, l’ultimo erede dei Visconti, omonimo del famoso Bruno che fece cadere in disgrazia la famiglia.

Ci sconsigliò di inseguire i cani perché con il tempo tornano sempre ad essere nel numero di dieci per quanti se ne uccida.

L’uomo, un giardiniere, si offrì di condurci alla residenza di Bruno dove avremo potuto rifocillarci e avere un letto.

Il luogo era cadente, con le finestre sbarrate con assi per proteggersi dagli assalti dei cani e si trovava in prossimità della palude, ai piedi del colle del Grifone, dove ancora si stagliavano le rovine del più antico e illustre maniero della famiglia Visconti.

Bruno, un uomo freddo e cortese di una quarantina d’anni, ci invitò a fare colazione e disse di avere un’offerta per noi, ma non poteva parlarne fino a notte. In cambio del mio aiuto mi avrebbe dato una spada che era appartenuta a suo nonno, il primo Bruno.

Mentre Torax andava a dormire, accompagnato da una cameriera fin troppo ansiosa di mostrargli le sue stanze, e io cercavo un angolo per mettermi in preghiera Ofelia sgattaiolò al piano superiore della stanza per compiere una ricognizione.

Tornò trafelata dicendo che aveva visto un quadro dell’attuale Bruno Visconti che era vecchio di un secolo, nell’agitazione si lasciò sfuggire di aver anche prelevato una dozzina di gemme dal forziere del conte. Un uomo così gretto e meschino da costringere una donna a sposarla e poi lasciarla morire in una palude in effetti meriterebbe ben altro che un piccolo furto di un migliaio di monete d’argento.

Il fatto che mi abbia baciato sul collo come ringraziamento per la mia comprensione verso le sue debolezze mi ha fatto riconsiderare l’idea di non punirla, ma non è il caso di istigare ulteriormente Ofelia.

Nel pomeriggio mi sonno inavvertitamente lasciata scappare con il maggiordomo che la cameriera era a letto con Torax, il che ha mandato su tutte le furie l’uomo che aveva una tresca con la donna. La cosa finì in una rissa fra lui e il mezzobruto, dalla quale il servitore di Bruno naturalmente uscì pesto.

La cosa fece molto infuriare il nostro ospite fino a quando Ofelia non lo convinse a tornare nelle sue stanze per offrirgli un massaggio rilassante. Il sorriso malizioso con cui mi ha guardato mentre si premurava che la cosa non mi dispiacesse la diceva lunga sua quali tipi di attenzioni volesse riservare al conte per rilassarlo.

Principessa Argenta, anche se ho naturalmente detto che la cosa non mi dispiaceva  in realtà il fatto che Ofelia possa passare le prossime ore a giacere con un uomo mi rende enormemente gelosa e infuriata. Furia che ho sfogato su una cuoca ottusa e risaputa (N.d.A. mangiandosi un indizio della quest).

Vi sto scrivendo prima di cena, mentre attendo di conoscere quale sarebbe l’importate incarico che potrebbe affidarmi il conte.

Presumo avrete mie notizie presto.

Devotamente serva vostra

Camelia Farnese

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Ululati nella notte – Cani a Fattocchie

2013-02-19_IsabelVostra grazia,

vi scrivo questa missiva urgente perché potreste trovarvi in grave pericolo. Ho scoperto che il villaggio di Fattocchie è infestato da un branco di cani idrofobi. I problemi vanno avanti da almeno una generazione ma negli ultimi giorni le cose sono peggiorate e questa notte i cani hanno ucciso un uomo.

Ero arrivata al villaggio verso sera, dopo aver lasciato il vostro castello nel pomeriggio. Spero che mi scuserete se a differenza di Ofelia non sono riuscita ad apprezzare i versi di Rowena, la vostra poetessa proveniente dalla Tribannia e l’ho offesa con alcuni sbadigli, ma sono più portata per l’arte della spada che per quella del canto.

Vi pregherei inoltre principessa di non essere così esplicita nei suggerimenti su cosa sarebbe opportuno che facessi con Ofelia. Certi vostri consigli a volte mi mettono veramente in imbarazzo.

L’accoglienza al villaggio di Fattocchie è stata alquanto fredda e scortese. La maggior parte degli abitanti sembrava aver acquisito l’abitudine di evitare abitualmente gli stranieri, il che mi era parso alquanto inusuale per un luogo che si trova su una delle principali vie che conduce alla Sacra Città di Maro.

La diffidenza nutre radici antiche in fatti di sangue abbastanza scabrosi che hanno coinvolto le famiglie dei Colonna e dei Vescovi. Un secolo fa era stato combinato un matrimonio fra Anna Colonna e Bruno Vescovi per cercare di ricomporre i dissidi fra le due famiglie.

Bruno accettò la cosa di malgrado mentre Anna vi si oppose e la sera prima delle nozze tentò di fuggire. Michele, il fratello di Bruno la sorprese mentre scappava e Anna lo accoltellò.

Bruno pazzo di rabbia scatenò i cani contro Anna e la inseguì fino nelle paludi. Quando tornò disse che Anna era caduta nelle sabbie mobili e non vi era stato modo di aiutarla.

Da allora la faida riprese ancora più aspra e ad oggi un solo membro delle due famiglie, Bruno Colonna, è ancora vivo e risiede nella vecchia magione in rovina ai piedi della Collina del Grifone.

Tutti dicono che non si debba assolutamente avvicinarsi al castello in rovina che si trova sulla sommità della collina e che sarebbe maledetto.

Provo un po’ di compassione per la sorte di Anna, ennesima pedina nei complotti familiari a cui io stessa rischio di essere soggetta.

Al di la di questi episodi tragici, come vi dicevo il villaggio ha problemi sempre più frequenti con i cani selvaggi che infestano le colline e le paludi della zona. I cani naturalmente vengono di norma avvistati nella zona della Collina del Grifone.

Questa notte per la prima volta hanno aggredito un uomo e gli abitanti del villaggio stanno preparando una ronda.

Per quanto la cosa non mi piaccia ora sto per recarmi anch’io con i villani per cercare i cani. Ho una brutta impressione su come potrebbe finire un gruppo di contadini armato di forconi e disperso nella notte, ma ogni tentativo di mettere un po’ di senno nella crapa del balivo non sembra avere effetto.

Torax mi accompagnerà anche se ha sbuffato imprecando sul fatto che lo interrompo ogni volta che lui riesce a rimorchiare una cameriera da portarsi a letto.

Devotamente serva vostra,

vi porgo le mie umili scuse se nella giornata di oggi

vi ho in qualsivoglia modo offeso o

messo in imbarazzo con i vostri servitori.

Camelia Farnese.

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Interludio – Ofelia

Siete così bella quando dormite Camelia che vorrei baciarvi, ma so che farlo romperebbe la pace fra noi e voi mi caccereste via dalla vostra camera e dal vostro letto dove ora sto accoccolata buona buona in cerca di consolazione e tepore.

Siete ancora più bella quando stendete la vostra mano adirata su di me, mentre mi trovo inginocchiata nuda sui ceci.

Siete ancora più bella quando carezzate la mia pelle escoriata dai segni della frusta. Oh Signore, neppure avete idea della squisita sofferenza che mi provoca il vostro tocco.

Mi dispiace che nonostante questa nostra grande intesa vi ostiniate a dire che vedete in me solo una sorella. Se vostra sorella fosse guardata come voi osservate me posso assicurarvi che arrossirebbe di vergogna.

Perciò attenderò con pazienza, mia cara Camelia, che voi accettiate di riconoscere la meraviglia di ciò che proviamo l’una per l’altra. Nel frattempo continuerò a stuzzicarvi per ammazzare la noia.

Dominicella, vorrei solo potervi dire quanto siete bella finché siete sveglia e non dover aspettare che siate persa nell’oblio del sonno.

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La foresta senza ritorno – Ofelia

Cara principessa,

vi lascio questa missiva per ringraziarvi ancora una volta della vostra ospitalità e del vostro conforto in questo momento così difficile in cui mi sento tradita e denigrata persino dai miei fratelli nella fede. Ho come il timore che molti di coloro che professano il verbo del Signore Senza Tempo agiscano con due pesi e due misure.

Il custode del nostro ordine mi ha scritto una lettera per farmi sapere che nel segreto del suo cuore sa che ho agito nel giusto, ma non può evitarmi l’esilio dalla città di Maro.

Quando leggerete questa missiva sarò già partita per la Città Eterna, dove dovrò affrontare i miei detrattori e probabilmente anche la mia famiglia, è settimane che non scrivo più a mio padre e non nutro in verità alcun desiderio di rivederlo. Ma il motivo per cui vi ho scritto è che ho bisogno da voi di un consiglio in qualità di donna più avvezza di me delle cose del mondo.

La sera scorsa Ofelia è venuta nella mia camera mentre stavo andando a dormire e mi ha baciata… non è la prima volta che capita… ed è una cosa che mi lascia molto combattuta. Da un lato provo un grande attaccamento alla giovane mezz’elfa, un affetto che io stessa a volte preferirei negare perché incrina la mia compostezza.

Ofelia è una brava ragazza, una fedele devota che trae molto conforto dalla mortificazione corporale, ma viene da una vita dissoluta e disordinata, per usare un eufemismo. Probabilmente per lei è normale manifestare la propria devozione in maniere così spontanee… o almeno così pensavo.

Ma ieri sera si è infilata nuda sotto le mie coperte e voleva abbracciarmi… le ho detto che non è cosa buona che farebbero due persone a modo il che l’ha profondamente incupita. Ha detto di amarmi, ha detto che il suo impegno nel sopportate le punizioni che giustamente le propino non è la devozione di una sorella, ma di un’amante. Ho cercato di spiegarle che non è ciò che ci si aspetta da una fedele del Signore Senza Tempo, ma lei non si rende conto della cosa, o forse non vuole farlo. Le ho detto di tornare in camera sua, ma ha insistito per restare, asserendo che potrebbe essere una delle ultime notti passate insieme.

Alla fine mi sono arresa e le ho carezzato la testa fino a quando la ragazza non si è addormentata.

Poi sono rimasta a rigirarmi fra le coperte con una domanda… ma cosa significa veramente per me Ofelia?

Per qualche motivo ho paura che potrei rispondermi con una bugia.

Devotamente

Camelia Farnese

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Lacrima – l’aspetto del personaggio nel gioco

Un piccolo post auto celebrativo della mia vanità e della perizia della mia fidanzata con l’editor degli avatar di Subeta.

Questi sono i principali aspetti del mio secondo personaggio creato per Martelli da guerra. Un esercizio difficile in quanto sto cercando di recitare la parte di una donna relativamente credibile. In particolare per la terza è stato necessario anche un discreto editing con Photoshop perchè le vesti utilizzate non erano fra loro sovrapponibili.Ammentto che il passare del tempo diventa sempre più vanitosa e non vi è fine alle spese frivole che songa di collezionare.

la storia della nostra bella è cominciata qui