Terrore nella Città Sacra – Devozione

2013-02-19_IsabelPrincipessa,

come atto di devozione per essere stata riammessa nelle grazie del mio ordine e della nobiltà di Maro, donai la coppa che avevo trovato nelle cripte vicino a Cuore di Luna alla chiesa di Maro. I suoi poteri di guarigione mi avevano ampiamente aiutato nel viaggio trascorso e speravo che ora avrebbe potuto lenire le piaghe della povera gente di Maro.

Visto che avevo salvato la città da un demone dovetti anche sorbire una festa ufficiale con tanto di gran gala e presentazioni ufficiali ad un sacco di damerini spocchiosi.

Fra gli invitati alla festa c’era anche mio padre. Tentò di ricucire i rapporti con me facendo notare che aveva tentato di supportarmi in tutti i modi durante l’esilio e di far valere il peso della nostra famiglia nel mitigare la pena e nel favorire la mia riammissione in città. Scocciata gli risposi che ormai era tardi per ricucire i rapporti fra noi. Quando ero una figlia ribelle che voleva imparare l’arte della spada aveva cercato di ostacolarmi in tutti i modi e ora che ero l’eroina di Maro voleva la mia benevolenza. Forse aveva ragione a dire che gli ostacoli che mi aveva posto avevano solo aiutato a far crescere la mia determinazione e che lo aveva fatto per il mio bene, per aiutarmi a fortificarmi visto che volevo intraprendere un cammino che inevitabilmente mi avrebbe portato a scontrarmi con molti.

Gli risposi che probabilmente aveva ragione ma era comunque troppo tardi.

Anche Teferine, in qualità di nobile di Maro e alchimista era presente ai festeggiamenti. La ragazza sperava che io non provassi rancore per i fatti della notte precedente che per lei erano solo “affari” e mi pregò di contattarla il mattino successivo per parlare di come avrebbe potuto scusarsi dell’accaduto ed essermi eventualmente di aiuto.

Ora intendo partire per Nevezia, per occuparmi della mia missione iniziale, capire se sono vere le storie che circolano sui vampiri, e visti i precedenti nella Zolia temo che la risposta sia sì. Gli oggetti magici che Ofelia ha gentilmente recuperato dal cadavere di lady Neira dovrebbero aiutarmi nel completare la missione.

Marilissa Stregazza, visti i nostri ultimi trascorsi e la sua attuale condizione di volpe, preferisce restare con la “nonna” piuttosto che seguirmi verso Nevezia. Anche se gli incontri nella cappella di Aggarath l’hanno convertita al nuovo culto il suo talento risiede ancora nelle pratiche di magia antica e su quello ha ancora molto da imparare da Chardath.

Devotamente serva vostra,
Camelia Farnese.

post precedentepost successivo.

Terrore nella Città Sacra – Gasparre de Luca

2013-02-19_IsabelContinua…

Una volta che riuscii a far tornare in se Gasparre de Luca, il disgraziato sostenne di essere stato stregato dalla magia di lady Neira e di essere una povera vittima delle circostanze, anche se trovavo difficile crederlo. Come prima di lui Chardath, anche Gasparre promise che se ignoravo la sua parte negli eventi avvenuti di recente avrebbe dato una mano a far cadere tutte le accuse contro di me.

Per la seconda volta inghiottii la bile che mi saliva e accettai di risparmiare Gasparre sulla base della convenienza che il suo aiuto poteva portarmi. Mi sembra di star diventando incredibilmente cinica e manipolatore un po’ come il clero che tanto no imparato a detestare.

In segno di buona fede prima di andarsene Gasparre mi lasciò un pugnale magico, secondo lui di grande valore.

Ora devo solo attendere che il mio buon nome venga ristabilito nella città di Maro, ma dopo aver sconfitto Azalia e aver riportato la testa di un vampiro dai boschi della Zolia credo e sarò proclamata la salvatrice della città ora di sera.

Devotamente serva vostra,
Camelia Farnese.

post precedentepost successivo.

Terrore nella Città Sacra – Fra templi e bordelli

teferine1Continua… In un bordello venni a sapere che De Luca era al tempio degli dei pagani, ma prima di arrivarvi venni assalita dalla famigerata Teferine Karrer, la dama nera della Zolia. Dopo aver affermato che non aveva nulla di personale contro di me, ma lo faceva solo per i soldi che le dava Gasparre, la donna tentò di uccidermi a colpi di pistola. Su Rarte le armi da fuoco sono rare, gingilli estremamente pericolosi, di norma create dai nani e dagli alchimisti, se usate bene posso uccidere una persona sul colpo anche da grande distanza, ma per nostra fortuna Teferine mi ferì solo di striscio prima di essere costretta a scappare perché la sua arma si era inceppata. Per fortuna non venimmo attaccati da nessun altro sgherro di Gasparre e riuscimmo ad arrivare al tempio pagano dove si trovavano sia Gasparre che lady Neira, intenti a sacrificare una vergine per liberare un demone, o meglio un angelo caduto. Si trattava di una nostra vecchia conoscenza, Azalia, la creatura infernale che aveva maledetto il vostro castello. Come ringraziamento per essere stata liberata Azalia strappò gli arti a lady Neira e la lasciò morire dissanguata. La vista di tale scempio fece impazzire Gasparre che si mise ad urlare frasi incoerenti. Azalia mi riconobbe e rise di me, ma io riuscii a scacciarla grazie alle mie preghiere. Almeno per un po’ non avrebbe arrecato danni, ma sarebbe stata solo questione di tempo prima che ritornasse. A quel punto mi occupai di Gasparre e cercai di farlo rinsavire.

Continua…

post precedentepost successivo.

Finalmente fa la sua apparizione la versione di Kata Kumbas di Katerine Ferrer, la wicked lady. Devo dire che questo primo incontro con la donna non è stato molto performante. Per fortuna il futuro riserva ancora un sacco di sorprese.

Terrore nella Città Sacra – Notti movimentate

2013-02-19_IsabelPrincipessa Argenta,

ci eravamo fermati  per alcuni giorni a una taverna nella città di Maro, quando, alla terza sera di permanenza, arrivarono dei sicari mandati da Gasparre de Luca per ucciderci. Thorax però spaccò agilmente la testa di quegli uomini e prima che ne arrivassero degli altri. Gasparre dovrebbe imparare a pagare meglio i suoi sicari perché facciano il lavoro senza sbandierare il suo nome urlando come forsennati.

Per evitare ulteriori problemi decidemmo di allontanarci da posto dove risiedevamo e cercare il luogo da dove provenivano  i scari.

Mentre eravamo in strada incontrammo un servitore di una nobile, una certa lady Neira che stava cercando avventurieri disposti a scortare la sua signora al tempio delle divinità pagane, ma io rifiutai indignata. Un lercio servo dovrebbe saper riconoscere meglio un esponente della nuova fede e non importunarlo con le sue sciocchezze pagane.

Nonostante l’inopportuna interruzione dello zotico cercammo continuare a di seguire le tracce dei sicari, ma quando nel cielo spuntò la luna piena Marilissa si trasformò sotto i miei occhi in una volpe bianca. Tutto quello che potei fare fu prenderla in braccio e tentare di calmarla. Evidente il morso dei licantropi contratto nelle cripte l’aveva infettata.

Visto che individuare i sicari si stava rivelando un’impresa priva di speranza, con Marilissa in braccio, mi recai a casa di Gasparre de Luca per saldare i conti con lui. Il portone del suo palazzo era sprangato nessun servitore si degnò di aprire, allora riportai Marilissa a casa di Chardath e con estremo ribrezzo mi accinsi ad andare a frugare i bordelli della città, dove speravo avrei trovato De Luca e lo avrei ucciso.

Continua…

post precedentepost successivo.

Sotto molti aspetti Maro può essere considerata la “Living City” dell’ambientazione mediterranea di Kata Kumbas, una speicie di Greyhawk o Cadwallon nostrana.

Terrore nella Città Sacra – Scendere a patti

2013-02-19_IsabelPrincipessa Argenta,

Una volta rientrata a Maro e sicura che almeno per un po’ le autorità non avrebbero tentato di decapitarmi, mi recai da Chardath con l’idea di liquidare quella donna, ma la maga, sempre vestita in maniera discinta e sconveniente, rise allegramente del mio proposito di ucciderla.  Era morta da più di un secolo ed era stata riportata in uno stato di non vita dal sangue di sua nipote. Non nutriva grandi timori sulle nostre possibilità di farle del male.

In ogni caso era contenta di rivedere sua nipote Marilissa. Visto che la ragazza era ritornata in vita ci sarebbe stato un posto disponibile per lei come erede degli Stregazza, dopo tutto Chardath non poteva avere figli e le sarebbe stata utile un’erede dei suoi beni terreni e un’apprendista a cui insegnare la magia.

Chardath disse che era stupido tentare di vendicare suo nipote Kaladrath. L’uomo era meschino quanto lei se non di più. Invece se avessimo chiuso un occhio su tutta la faccenda  promise che si sarebbe adoperata perché il consiglio delle stirpi votasse per far terminare il mio esilio.

In fondo io ero stata imbrogliata, ma lei non aveva potuto avere gli oggetti che cercava visto che erano andati distrutti nel crollo del castello Stregazza.

A malincuore ingoiai la bile che avevo verso quella donna e mi decisi ad accettare di arrivare a patti con lei pur di poter essere riammessa in città.

Marilisa per ora preferiva evitare di restare con la “nonna” e preferì venire a cercare alloggio con me, Ofelia e Thorax.

Devotamente serva vostra

Camelia Farnese

post precedente post successivo.

Poi dicono che imbalsamare la testa dei nemici non paga…

Nei boschi della Zolia – Ritorno alla città sacra

2013-02-19_IsabelPrincipessa Argenta,

sono rimasta due giorni accampata fuori dalle porte di Maro in attesa che i soldati con cui avevo stretto un patto prima di uscire dalla città rispondessero al mio segnale e mi facessero entrare da una piccola pusterla laterale sulle mura della città eterna.

Mi fa un po’ strano tornare, ma ho promesso che mi sarei occupata di Chardath Stregazza e voglio dare a quella megera ciò che merita.

Quando incontrai il fidanzato di Sharill che per primo mi aveva chiesto di indagare sui misteri del villaggio di Cuore di Luna, non ebbi il coraggio di raccontargli la verità sulla donna che amava. Gli dissi che Sharill ora stava bene, ma il servizio della dea Selene l’aveva molto cambiata e mi aveva detto di non avere più posto nel suo cuore per l’amore terreno.

Anche se avevo cercato di entrare in città con segretezza venni comunque intercettata da alcune guardie troppo zelanti presso la Piazza dell’Arcilegione. Mostrare la testa imbalsamata del vampiro che avevo ucciso mi permise comunque di guadagnare un po’ di tempo e far si che il consiglio delle stirpi fosse disposto a rivedere la mia posizione di esiliata.

Riuscire ad essere riammessa nell’Urbe avrebbe comunque richiesto parecchia corruzione e ora come ora ero scarsa di denaro.

Devotamente serva vostra

Camelia Farnese

Continua…

post precedentepost successivo.

Poi dicono che imbalsamare la testa dei nemici non paga…

Nei boschi della Zolia – Volpi Mannare

2013-02-19_IsabelPrincipessa Argenta,

ferita più nell’animo che nel corpo, tornai alle cripte, dopo aver dovuto sottostare alle “amorevoli” cure di Sharill. La sacerdotessa vampiro sorrise della nostra avventatezza nel recarci nelle cripte ma ci curò senza fare storie anche se immagino che abbia utilizzato volutamente i rimedi più dolorosi per alleviare il mio malore.

Ritornando alla cripte venimmo sorpresi da alcuni uomini guidati da un’orrenda creatura dalla testa di rospo. Dissero di essere servitori di Tsathoggua e non trovarono alcuna pietà presso le nostre lame.

Dopo la nostra precedente visita alle cripte ormai non vi erano più morti viventi  nel cimitero fra i boschi, ma approfittando del fatto che ora molte celle erano libere una banda di volpi mannare argentee si era impossessata del luogo e avemmo un duro scontro con loro, prima che le infide creature decidessero di battere in ritirata.

Marilissa venne purtroppo morsa da una delle creature e la ferita risultò infetta. Dopo averla bendata alla meno peggio decidemmo comunque di proseguire.

La nostra sorpresa fu quella di incontrare nelle cripte uno stregone vampiro. La creatura della notte risultò essere il maestro di Sharill, l’essere che l’aveva tramutata in un vampiro.

Grazie alle fervide preghiere a Selene, Sharill era riuscita a liberarsi dalla malia del suo padrone, ma non poteva comunque rischiare di avvicinarglisi per non ricadere sotto il suo sortilegio, pertanto aveva preferito mandare me nelle cripte senza dirmi l’esatta natura del male che dovevo sconfiggere.

Uno stregone può essere molto pericoloso dalla distanza, ma confinato in una cripta angusta è estremamente vulnerabile ai colpi di un’arma magica. In fondo sono stata contenta di aver trasgredito ai voti del mio credo e aver tenuto l’arma magica che mi aveva donato il defunto Bruno Visconti.

Lo stregone aveva inoltre rubato una coppa sacra al Nuovo Culto e io la usai per curarmi prima di riporla in una sacca. Recuperare una reliquia poteva essere un buon modo per riuscire a farsi accettare nuovamente a Maro.

Questa mattina Marilissa si è svegliata urlando perché i suoi capelli hanno cambiato colore, diventando bianchi. Temo che sia stata contaminata dal morso delle volpi e che presto diventerà anche lei un licantropo. Appena riuscirò a calmarla tornerò a Maro per occuparmi dei suoi parenti, intanto ho la testa di un vampiro da imbalsamare.

Devotamente Serva vostra,

Camelia Farnese

Continua…

post precedentepost successivo.

– nota del Dungeon Master: le creature sarebbero state dei ratti mannari, ma ne avevo abbastanza di topastri e così ho messo le volpi.

Nei boschi della Zolia – Le cripte infestate

2013-02-19_IsabelPrincipessa,

Il bosco che attraversammo per raggiungere le cripte consacrate a Selene era infestato da orridi ragni le cui ragnatele si appiccicavano a vesti e armature. Un gruppo di quelle disgustose bestiacce ci tese un’imboscata ma i muscoli di Thorax ebbero la meglio su di loro.

Una volta arrivati al vecchio cimitero ormai infestato da alberi e rampicanti velenosi cominciammo a cercare l’entrata alle cripte di cui ci aveva parlato la sacerdotessa Sharill. Tutte le tombe parevano infestate da morti viventi, ma in una trovai una splendila perla che ora porto sempre con me. Il solo tenerla in mano mi fa sentire più saggia e ricolma di buon senso.

Purtroppo nelle cripte incontrai anche il cadavere mummificato di un antico sacerdote il cui tocco mi ha infettato con qualche strano malore che ora mi rende estremamente debole. Presi comunque la spada che c’era nella sua tomba, anche se gli oscuri glifi che l’adornavano dicevano chiaramente che era imbevuta di magia pagana. A mali estremi estremi rimedi e la magia di queste armi dimenticate si è rivelata spesso estremamente potente, come è successo con Aggarath, il pugnale di Marilissa

Sto quindi ritornando da Sharill… Principessa Argenta, dover chiedere l’aiuto di un vampir

oa è una cosa veramente umiliante, ma non ho altro modo di continuare nell’impresa di cercare il culto demoniaco che infesta questi luoghi.

Devotamente serva vostra,

Camelia Farnese.

Continua…

post precedentepost successivo.

Nei boschi della Zolia – Lavorare per il diavolo

2013-02-19_IsabelPrincipessa Argenta,

una volta tornata nel mondo reale, dopo aver abbandonato il mondo racchiuso nella follia di Aggarath, mi accinsi a tornare al villaggio di cuore di Luna dove regnava incontrastata la vampira Sharill.

Dopo tutto quello che era successo fra noi era con estrema apprensione e timore che mi accingevo ad incontrare una siffatta nemica che avrebbe potuto annientarmi visti i suoi tremendi poteri, ma eravamo soli al freddo, senza più equipaggiamenti dopo che le la maggior parte dei nostri averi era andato perso nell’esplosione di Castel Stregazza, perciò avrei dovuto arrivare a patti con quella donna anche se il mio orgoglio mi avrebbe imposto di affrontarla a viso aperto.

D’altronde il Signore Senza Tempo diceva ‘ama il tuo nemico’ e quindi inghiottii il mio orgoglio e andai da Sharill come una supplice con il capo coperto di cenere, sperando che non mi avrebbe divorato per saziare il suo infame appetito.

Sharill, per offrimi la sua ospitalità e il perdono per l’affronto che la avevo arrecato, mi chiese di andare a distruggere gli adoratori di Tsathoggua che infestavano le cripte che come sacerdotessa di Selene sarebbe stato suo dovere proteggere.  Ora che era un Vampiro però le era difficile viaggiare così distante dal suo villaggio.

Dovetti inghiottire una quantità enorme di bile all’idea che fosse quella creatura assetata di sangue a dover perdonare me, ma restai impassibile e accondiscesi alle richieste di quella donna per il bene di Marilissa e Thorax.

Ora sono in viaggio verso il bosco con una nuova scorta di piccioni, spero che sentirete presto parlare di me, altrimenti saprete che sono perita in qualche modo assolutamente orribile…

Devotamente Serva vostra,

Camelia Farnese

Continua…

post precedentepost successivo.

– nota del Dungeon Master: l’avventura questa volta è ispirata a The corrupt crypt of Imather scaricabile da Dragon’s Foot e giocata con le regole di Pathfinder. L’avventura è stata giocata ancora di un anno fa. Come al solito l’avventura è stata modificata per poterla giocare con l’ambientazione di Kata Kumbas.

Antico Terrore – Fuggire da Aggarath

2013-02-19_IsabelContinua…

Oltre alla stanza in cui si trovava Kaladrath c’era un’altra alcova molto simile al luogo da cui eravamo arrivati. Qui si trovava una porta dove c’era lo spazio per fissare le tre gemme che avevamo recuperato , quella dell’inizio, quella di Marilissa e quella del Golem. Grazie alla chiave d’argento riuscimmo ad aprire la porta e ci trovammo nuovamente nelle colline della Zoila ai piedi delle rovine di quello che un tempo era il castello Stregazza.

Marilissa decise di tenere Aggarath, così poteva avere sempre con se il ricordo di suo fratello

Senza più provviste ed carenti di equipaggiamento, con Marilissa infreddolita e in camicia da notte in pieno inverno, mio malgrado decidemmo di tornare al villaggio di cuore di luna per chiedere ospitalità.

Mi chiedo quante possibilità abbiano ora di essere accolte da Sharill, ma almeno sono nuovamente sul mondo di Rate, nelle terre di Laìtia.

Spero di scrivervi nuovamente molto  presto.

Devotamente serva vostra,

Camelia Farnese.

post precedentepost successivo.

Antico Terrore -In fondo al pozzo

2013-02-19_IsabelContinua…

Infondo a pozzo si trovava un cunicolo che conduceva ad un’enorme caverna dove al centro sedeva Kaladrath Stregazza dalla cima di un’altissima colonna.

L’uomo era completamente schizzato male e non aveva più una minima coscienza di se, continuava a farneticare cambiando umore ogni cinque minuti, passando dal minacciare, allo scusarsi, al delirare, al ridere. L’unica cosa che riusciva a trattenere la sua attenzione era la sorella Marilissa verso la quale proferiva in continuazione parole di scusa per il male a lei arrecato.

Il folle era così sicuro di sé e della propria posizione di superiorità, avendo rubato parte degli incantesimi di Chardath, che non si fece problemi a rivelare di avere al collo la chiave d’argento che permetteva di aprire l’uscita dal rubino.

Mentre io lo distraevo con una lunga conversazione, Ofelia camminò sulla volta della caverna  e gli piombò addosso rigandogli la chiave d’argento.

Kaladrath andò su tutte le furie per il furto e la nostra spavalderia, ma in qualche modo riuscii a calmarlo e a farlo riconciliare con Marilisa e potei tenere la sua chiave. Lo convinsi che la vera colpa delle disgrazie accadute era di Chardath e che se lui ci lasciava libero potevamo vendicarlo.

Continua…

post precedentepost successivo.

Antico Terrore – L’Arena

2013-02-19_IsabelContinua…

Distruggemmo il golem, sebbene con molta difficoltà, la mia arma magica si rivelò molto utile, così come il nerboruto martellone di Thorax, sebbene i suoi colpi fossero molto attutiti contro quella bestia magica, ma fu la magia di Marilissa a far collare il bestione in pezzi. Uno dei suoi occhi era un rubino e pensammo bene di prenderlo con noi.

Per punire la blasfemia da noi dimostrata, i sacerdoti della cappella costrinsero a combattere nell’arena dove dovemmo sconfiggere un minotauro e un gigante a due teste prima che la nostra ordalia fosse considerata finita.

La cosa strana fu che la gente continuasse a gridarci di nutrire il fuoco e di scagliare le bestie uccise fra le fiamme. Chiaramente in quel paese la nuova fede era solo una copertura e molti dei suoi abitanti nel cuore erano ancora adoratori pagani ed eretici.

Schifata lasciai l’arena e decisi di scoprire cosa si trovava infondo al pozzo cittadino, visto che vi era una scala che consentiva di scendere.

Continua…

post precedente – post successivo.

(un’altro paio di post e poi ho finito il materiale già scritto su Camelia Farsene anche se resta ancora da raccontare tutta l’avventura la nave degli orrori e presto dovremo anche riprendere in mano il personaggio. Purtroppo è da marzo che non gioco ed è da aprile che non ho più continuato i racconti delle avventure già giocate.)

Antico Terrore – Preghiera e devozione

 2013-02-19_Isabelcontinua…

Visto che l’attraversamento del bosco fino al villaggio era stato tranquillo decisi di recarmi alla chiesa del nuovo culto a pregare per ingraziare della benevolenza che il Signore ci stava donando nonostante la precaria situazione in cui ci trovavamo.

In chiesa, pregando la statua di sacra Malvasia acquisii il talento di guarire con l’imposizione delle mani, chiaro segno della benevolenza del Signore Senza Tempo nei nostri confronti. Anche se cacciati in una gemma maledetta l’Unico Dio vegliava comunque ancora su di noi. Ripensai alle vicissitudini che avevo vissuto fino ad allora e ai vari momenti di frustrazione che avevo subito e mi resi conto che il nio dio non mi aveva mia voltato le spalle ero io che rischiavo di voltarle a lui nel non voler vedere l’aiuto che tentava di darmi per superare le difficoltà che incontravo nella mia vita.

Aveva persino mandato un angelo a parlare con me e io gli avevo comunque voltato le spalle. Forse una piccola parte dei problemi che avevo avuto in passato poteva anche essere attribuita al mio atteggiamento più che a un desiderio del mio dio di punirmi o mettermi alla prova.

Anche Marilissa ricevette lo stesso dono e la statua la convertì in una fedele del nuovo culto, cosa della quale sono molto grata, non accennò però nemmeno lontanamente a ravvedersi delle vie della sua magia pagana. Anzi, nella sua conversione repentina, la ragazza, non consapevole del bisogno di mostrare umiltà dinanzi al nostro Dio, peccò di superbia, rinnovando una seconda la propria richiesta di grazie dopo essere stata già esaudita una prima volta. In risposta alla nuova richiesta di un miracolo si risvegliò una finestra animata che si trasformò dinanzi a noi in un golem di vetro.

Continua…

post precedentepost successivo.

Antico Terrore – Marilissa Stregazza

2013-02-19_Isabel

Continua…

Quando Marilissa si fu riavuta dall’insolito risveglio, ci disse di essere riuscita a scrutare una parte del rubino dalla superficie in cui era rimasta intrappolata. Proseguendo innanzi a noi si trovava la tana di un drago, mentre se andavamo nella direzione del campanile saremmo arrivati ad un villaggio con una chiesa. Da qualche parte in quel piccolo abitato era nascosto anche suo fratello Kaladrath Stregazza.

Marilissa non aveva con se il suo libro degli incantesimi, ma aveva comunque alcuni incantesimi ancora memorizzati con se. Dovevo aspettarmelo, l’ultima figlia degli Stregazza doveva essere anche lei una maga.

Il tragitto fino al villaggio fu tranquillo se si escludeva l’inquietate cielo cremisi che salutava l’osservatore casuale che alzava gli occhi dal terreno. Al villaggio spiccavano fra le varie casupole una chiesa, una libreria e un’arena che si trovavano attorno alla piazza del pozzo cittadino.

Continua…

post precedente post successivo.

Antico Terrore – La Signora del Bosco

2013-02-19_Isabelcontinua…Sconfortati e ammaccati decidemmo di inoltrarci nel bosco evitando per ora di dirigerci verso la chiesetta, non avevamo voglia di incontrare altre persone ostili.Proseguendo arrivammo ad una radura piena di fiori dove incontrammo le signore del Bosco, delle leggiadre fanciulle che ci dissero di avere come missione il fare la guardia alla dama addormentata. Incuriosita accettai di farmi condurre a vedere questa fantomatica dama, Thorax pareva più ansioso di farsi accompagnare in qualche luogo appartato dove scambiare qualche piacevolezza con le leggiadre fanciulle.Lungo la strada le fanciulle ci misero in guardia contro l’arpia Melisandre che infestava quel bosco.

Arrivata alla radura mi resi contro che la dama addormentata altro non era che Marilissa, vestita con una candida veste da notte e con sul capo un diadema in cui era incastonato un rubino. Volevo provare a svegliarla ma le fanciulle mi impedirono in ogni modo di avvicinarmi alla loro protetta.

Stavo ancora discutendo con loro quando arrivò Melisandre e le creature mostrarono il loro vero volto demoniaco, come ongi servitore del male che si celi dietro spoglie innocenti per insidiare i deboli. La cosa mi riempi di ira e lanciai contro di loro il mio anatema con ogni colpo che sferravo.

Dopo che Ofelia riuscì ad uccidere l’arpia e io e Thorax avemmo fracassato la testa a cinque di quelle fanciulle demoniache il resto delle dame del bosco fuggì di gran lena, lasciandoci soli con Marilissa. Senza nessuno più pronto ad ostacolarmi lpresi la ragazza e la scossi, ma senza ottenere risultati.

Alla fine ricordando le storie della mia nutrice presi il volto di Marilisa fra le mie mani e la baciai delicatamente. La cosa la svegliò e la fece arrossire dalla vergogna.

Stranamente la sensazione del bacio è stata per me estremamente piacevole e per un momento avevo pensato che vi fosse Ofelia fra le mie mani e non Marilissa.

Continua…

post precedentepost successivo.